SPECIALE   STEPHEN KING
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TUTTO E' FATIDICO (Everything’s Eventual, 2002)

La Storia: è una raccolta, come dice il sottotitolo italiano, di “14 storie nere”, quattordici racconti a volte cupi, a volte un po’ surreali, a volte ironici, che colpiscono la parte più oscura dell’anima di ognuno, ma soprattutto rapiscono la mente del lettore, come solo le storie brevi (e ben scritte) sanno fare. C’è il tema dell’errore medico che diagnostica (erroneamente) una morte prematura (Autopsia 4, il racconto d’apertura), l’incontro con il diavolo (L’uomo vestito di nero), ma anche un uomo depresso (Tutto ciò che ami ti sarà portato via), la gangster story (La morte di Jack Hamilton), un interrogatorio piuttosto pericoloso (La camera della morte), il fantasy (Le Piccole Sorelle di Eluria, piccolo episodio della vicenda di Roland di Gilead, l’eroe della Torre Nera, antecedente gli avvenimenti narrati ne L’Ultimo Cavaliere), e poi ancora uno strano mestiere svolto per non si sa bene chi (Tutto è fatidico), una storia ironica e forse comica se non s’incupisse sul finale (La teoria degli animali di L.T.), un quadro dalle strane (e pericolose) proprietà (Il Virus della Strada va a Nord), un pranzo surreale ed estremamente sanguinoso (Pranzo al “Gotham Café”), un incubo ripetitivo (Quella sensazione che puoi dire soltanto in francese), una stanza d’albergo stregata (1408, forse il racconto migliore della raccolta), il tema dell’autostop da parte di una creatura non proprio terrena (Passaggio per il nulla, già pubblicato da solo nel 2000), e per finire una storia dalla conclusione decisamente ottimista, forse un sogno che si può realizzare (La moneta portafortuna).

Commento: come dice King nell’Introduzione, anche se è certamente molto bello leggere un romanzo e godersi una storia lunga dall’inizio alla fine, non si può resistere al fascino di “idee interessanti […] che chiedono a gran voce di essere espresse in poche pagine”. L’arte del racconto (che l’autore definisce, forse non a torto, un’arte perduta) è un mestiere difficile: si concentra una storia in poche pagine nelle quali ci dev’essere tutto, il personaggio, la trama, le idee che la animano, senza cadere nella fretta o nel pressappochismo. È come cesellare finemente un’immagine, e allo stesso tempo dipingere un quadro con poche pennellate. In questa nuova raccolta di racconti brevi (dopo A volte ritornano, Scheletri e Incubi e deliri) il Re del brivido dà il meglio di sé, regalandoci 14 storie dalle trame più varie e con 14 stili diversi, passando dall’ironico al tragico all’epico al cupo, dando ad ogni racconto un’impronta differente e personalissima. Ogni storia è un piccolo gioiello capace di rapire il lettore per mezz’ora, o un quarto d’ora, e di rilasciare poi l’ostaggio al mondo esterno con una nuova storia da ricordare… e il piacere di aver (ri)scoperto l’arte del racconto.

Voto: 9

M.N.