FLAMING LIPS |
YOSHIMI BATTLES -THE PINK ROBOTS- |
TRACKLIST -Fight
Test -One
More Robot -Yoshimi
Battles The Pink Robot pt.1 -Yoshimi…pt.2 -In
The Morning of The Magicians -Ego
Tripping At The Gates Of Hell -Are
you A Hypnotist? -It’s
Summertime -Do
You Realize?? -All
We Have Is Now
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Genere:
---- Miglior brano: ---- Assomiglia a: ---- Voto (0-10): --- Recensione del: 07/01/2003 Per capire l'anomala eccezionalità di questo loro ultimo disco,dei Flaming Lips bisognerebbe conoscere bene i primi lavori.Siamo ad inizio anni '80,ad Oklahoma City,tre ragazzi capitanati da un certo Wayne Coyne decidono che per loro è giunto il momento di fare sul serio con la musica.Vogliono suonare,già,ma cosa?In piena epopea post-punk eccoli cavalcare gli echi poco lontani dei Led Zeppelin mescolati ai suoni liquefatti dell'elettronica berlinese che aveva ormai attraversato l'oceano.In realtà,la loro discografia per quanto segnata dalle mille influenze più disparate,arriva s stupire sul serio nel '99,con "The Soft Bulletin", summa psichedelica di tutti i viaggi precedenti che tradisce qualche credito a tutti i migliori gruppi degli anni '60 e '70 (Pink Floyd,Led Zeppelin, Jefferson Airplane).A tre anni di distanza,eccoli costruire la storia della battaglia di Yoshimi contro i robot rosa.Al di là di tutte le influenze,quando si parlava di Flaming Lips si parlava comunque di rock,che dire hard è troppo ma anche dire solo rock è poco…beh,il disco si apre con "Fight Test",inequivocabilmente pop,che parlando di citazioni,nella melodia rimanda a "Father and son" di Cat Stevens.L'apertura funziona,sostenuta com'è anche da un basso abbastanza in evidenza,come del resto anche la seguente "One More Robot" : un pop-soul dalle ritmiche marcate di cui sopra e un mai invadente accompagnamento di tastiere,cantato da una voce tendente al falsetto che sembra assomigliare sempre di più a quella di Jonathan Donahue dei Mercury Rev (tra l'altro,il disco vede la produzione dello stesso Dave Fridman di "All is dream" dei M.R.)Il gruppo non manca di divertirsi alla vecchia maniera,come in "Yoshimi part. II" ,cronaca strumentale di una discesa continua ben raffigurata dal basso liquido che disegna melodie in discesa,dalle vorticose picchiate sulla batteria e dalla voce urlante di Yoshimi,voce femminile degli giapponesi Boredoms (ora sapete anche dove il gruppo ha pescato il nome per il titolo).Il resto del disco è un rincorrersi di melodie e suoni "magici",con alcuni episodi decisamente al di sopra della media,come "do you realize",bellissima nella sua apertura solare,le campane e i cori sembrano dipingere un raggio di sole che squarcia le nubi,annunciato per altro dalla traccia precedente "it's summertime".Senza arrivare a parlare di concept-album (ce ne sarebbero tutte le premesse),va detto che "Yoshimi battles The Pink Robot" è il seguito naturale di "The Soft Bulletin",pur senza mai risultare in questo ovvio o scontato.Si racconta una storia,ma ciò che sempra davvero unire le canzoni sono le sonorità e il modo di mescolare samples a parti suonate : in certi casi non si riesce a distinguere tra i due,e il tema della battaglia tra uomini e robot sembra davvero il concept ideale per una produzione di questo tipo.produzione,nel caso ci fosse bisogno di dirlo,eccellente,che ha il pregio di costituire una straordinaria novità all'interno del panorama musicale internazionale, nonché di regalare all'orecchio dell'ascoltatore un viaggio di circa 50 minuti tra suoni ed emozioni reali,a dispetto dell'uso massiccio di elettronica.Anzi,è proprio questo che li rende grandi : emozionare con tastiere e sintetizzatori fino ad oggi era riuscito a pochi,e se scorrete la breve lista sarete d'accordo che trattasi di una vera schiera di fenomeni.Ai quali,ovviamente, si aggiungerebbe anche un altro nome,se solo ai Flaming Lips fosse prestata maggiore attenzione.
Vincenzo De Simone |