Cervia

Cervia is a town and commune in the province of Ravenna (Emilia-Romagna) in Italy.


History


Originally called Ficocle, it was probably of Greek origin and was located midway from current Cervia and Ravenna. It is known that this originary settlement was destroyed in 709 by patrician Theodore for its alliance with Ravenna against the loyal Byzantines.

Later the centre was rebuilt in a more secure position, in the Salina. This medieval city grew until it was provided with three fortified entrances, a Palaces of Priors, seven churches and castle (Rocca) which, according to the legend, was built by Emperor Frederick Barbarossa. The name also changed from Ficocle to Cervia, probably referring to the Acervi, great amounts of salt left in the local evaporation pods. After a long series of event, it became part of the Papal States.

As the time passed, the salt pod turned into a marsh, and on November 9, 1697 Pope Innocent XII ordered it was rebuilt in a safer location. The new city had huge silos for storage of salt, containing up to 13,000 tons.

Until 1947 it was the seat of the diocese of Cervia.


Main sights


- The Cathedral (Santa Maria Assunta), built in 1699-1702.
- The Museum of Salt
- The Communal Palace
- St. Michael Tower


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Guida turistica Cervia

Cervia

Cervia (Žìria in dialetto romagnolo) è un comune di più di 27mila abitanti della provincia di Ravenna in Romagna. Milano Marittima è una famosa frazione di Cervia.


Storia


La produzione del sale nella zona di Cervia era probabilmente già in funzione in periodo etrusco e sicuramente già sviluppata in periodo romano.[2] È possibile che vi siano stati differenti insediamenti per gli addetti alle saline, forse anche stagionali. Un primo documento è del VI secolo, e riguarda Geronzio, vescovo di Ficocle. Ficocle fu distrutta dall'esarca Teodoro nel 709 e in seguito, con il nome di Cervia, venne edificata come città forte, esattamente al centro delle saline. Nel 1701 Papa Innocenzo XII diede ordine di costruire la città attuale in un luogo più salubre.

Secondo una delle leggende la città di Ficocle sarebbe stata fondata da un prode condottiero etrusco, Ficol, discendente di Giano, Re dei Latini, che, desideroso di rovesciare la tirannia ravennate, avrebbe posto le fondamenta di una città che portava il suo nome, com'era uso per la fondazione delle città in quel tempo.

Lo storico ravennate Vincenzo Carrari lasciò scritto nella sua "Storia di Romagna" che il nome dell'antica Ficocle deriverebbe da un capitano greco, o dal prefetto di Filippo I di Macedonia, nominato Ficocle, di cui Livio spesse volte fa menzione, o da Ficocle Arconte degli ateniesi, o dai popoli Ficolesi che l'edificarono, posta da Plinio nella quinta Regione d'Italia, o piuttosto da Ficolea, palude in cui era posta.

Il cardinale Ignazio Cadolini in una sua memoria stampata in Imola nel 1830 afferma che l'antica Ficocle avesse tratto la sua origine dai Pelasgi, ai quali si deve l'erezione non solo di essa, ma di anche molte città circostanti, tutte entro il territorio della Regione Adriatica.

Ipotizzando la non veridicità della lapide di Pirro Ligorio, restano i soli nomi di Ficocle o Ficode; ma questi nomi sembrano ignoti alla maggior parte degli scrittori antichi, o, se per caso sono menzionati da qualche parte, si pensa siano da riferire ad altre città e non all'antica Cervia.

Secondo gli statuti della città, il cristianesimo giunse intorno all'anno 50, per opera di Eleuterio, che fu il primo Vescovo inviato dall'Apostolo della Emilia Sant'Apollinare. La storia però non fornisce notizie certe che questo Eleuterio fosse il primo Vescovo di Ficocle, e non si conosce nessun altro che abbia ricoperto questo ruolo fino al 500, epoca in cui venne occupata da San Geronzio. La sua nomina è comprovata da documenti storici risalenti appunto a quell'anno, quando Papa Simmaco tenne un Concilio in Vaticano sull'invasione dei territori ecclestiastici e sulle vessazioni dei sacerdoti, al quale conciclio intervennero centotrè vescovi, tra i quali è nominato appunto Geronzio Vescovo di Ficocle. Il medesimo vescovo partecipò al successivo consiglio a Roma, ma mentre faceva ritorno alla sua Chiesa fu ucciso presso Cagli. Di tale morte si ha traccia nel martirologio[7]. Nei Bollandisti si trova la vita di S. Geronzio, nel quali il più che si parla è di Cagli, e specialmente del Monastero detto di San Geronzio, che esiste sin dal VII secolo, ed ha goduto di una certa fama per diversi secoli. L'esistenza di un Vescovo prova che a quell'epoca Ficocle era già città.

Dal martirio di San Geronzio non c'è nulla degno di nota nelle fonti storiche fino all'11 gennaio 595, quando, morto l'Arcivescovo di Ravenna, il suo successore si fregiava anche del titolo di Vescovo di Ficocle. Nello stesso anno, Maurizio Greco, tribuno dei soldati di Roma, compagno di Isacco, Esarca di Ravenna, lo denunciò di aver tentato di di appropriarsi dell'Italia, e sotto questo pretesto, avendo simulato fedeltà all'Imperatore, si fece giurare fedeltà dai soldati, e dei cittadini Romani. Isacco, conosciuta la cosa, dopo aver mandato avanti le truppe a Roma, con grandi doni si ingraziò i soldati Mauriziani e li fece passare dalla sua parte; Maurizio, abbandonato dai suoi, fuggendo a Santa Maria Maggiore venne preso e mandato a Ravenna, e fu decapitato in loco cui Ficundae nomen est, che alcuni chiamano Ficocle, a dodici miglia da Ravenna.

Da quell'epoca fino al 649 non si ha altra notizia se non che Mauro, Arcivescovo di Ravenna, non potendo intervenire al Concilio di Roma, convocato dal Papa Martino, mandò in sua vece Mauro,Vescovo di Cesena, e Diodato, sacerdote Ravennate; ed al medesimo concilio intervennero molti vescovi soggetti a Ravenna, tra i quali è menzionato Bono Vescovo di Ficocle.

Nel 655 Pipino diede in dominio perpetuo al Pontefice Zaccaria la Pentapoli, le città dell'Emilia, e dell'Esarcato. La Pentapoli conteneva Ravenna, Cesena, Classe, Forlì e Forlimpopoli; e questa Pentapoli, secondo Rossi, era una parte dell'Esarcato: l'altra la chiamavano Emilia, la quale cominciando dal foro di Cornelio conteneva quelle città che dall'Appennino comprendono Bologna, Modena, Reggio, Parma, Piacenza e fino al Po.

Nel 709, in un'epoca piena di lotta e rancori, Ficocle subì la sorte solitamente destinata ai vinti. Infatti narrano gli storici che Giustiniano comandò a Teodoro, il quale, accresciuta la sua armata si stava recando in Sicilia, ad affrettarsi a Ravenna per sottomettere al Romano Pontefice Costantino l'arcivescovo Felice, reo di essersi ribellato. L'Arcivescovo ed i Capi della fazione, venuti a sapere della cosa, chiesero soccorso a tutte le città della Flaminia, e a tutto l'Esarcato, e dalle chiese soggette, tra le quali sono nominate, la Ficoclese, la Comacchiese, quella di Forlimpopoli, di Cesena, d'Imola e di Faenza.

Il 5 gennaio 1015 a Forlimpopoli, Enrico IV, o secondo alcuni V, dopo la preghiera di Matilde e di altri principi influenti, avesse sottratto il Cenobio di S. Vitale di Ravenna al dominio degli Arcivescovi, così che quei Monaci fossero soggetti solo a lui medesimo, e tra i possedimenti confiscati se ne enumerano molti situati nel cervese.

Le prime immagini di Cervia sono di alcune mappe del XV secolo in cui appare come una città fortificata con tre ingressi collegati alla terra ferma da ponti levatoi, un Palazzo Priorale, ben sette chiese e una rocca difensiva voluta, secondo la leggenda, da Barbarossa.

Sicuramente la posizione geografica che la rendeva facilmente difendibile, ma allo stesso tempo non poteva garantire agli abitanti una condizione ambientale ed igienica ottimale. I canali che attraversavano la città e alimentavano le saline erano salmastri ed era scarsa l'acqua potabile. L'area che circondava le saline era dominata da aree acquitrinose dette "valli" in cui erano diffusa la presenza della zanzara portatrice della malaria. Durante la stagione invernale le piogge e il gelo rendevano impraticabili le strade per cui anche gli spostamenti da e verso i vicini centri maggiori erano difficoltosi. La crisi del XVII secolo colpì pesantemente il nostro centro riducendone gli abitanti a poche centinaia. Già nel 1630 si cominciò a pensare al trasferimento di Cervia vicino alla costa, in una posizione geografica più salutare. Si dovrà attendere però il 9 novembre 1697, quando Papa Innocenzo XII, firmò il Chirografo che conteneva l'ordine e le modalità di ricostruzione della città nuova.

Il documento indicava esattamente il numero delle case da costruirsi, la posizione della Cattedrale, del Palazzo Vescovile e delle carceri per una spesa complessiva di 35-40.000 scudi. Ampio spazio fu lasciato per i due Magazzini del Sale e la difensiva Torre San Michele, peraltro già costruiti dal 1691. I magazzini si presentavano come edifici massicci, con pochi ingressi e particolarmente ampi internamente in modo da potere contenere enormi quantitativi di sale, circa 13.000 tonnellate.


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