Marche

Le Marche per zone altimetriche.Le Marche, regione dell'Italia centrale, si collocano sul versante del medio Adriatico e occupano 9.694 km² di territorio italiano che si estende tra i fiumi Conca e Marecchia, a nord, ed il Tronto a sud; mentre ad ovest troviamo l' Appennino. Presentano una forma caratteristica di un pentagono irregolare e si sviluppano perlopiù in verticale da nord-ovest a sud-est. La regione è a prevalenza collinare, il 68,8% del territorio, mentre il restante 31,2% è montuoso.
Il territorio è soggetto a terremoti: infatti, il 96,5% della regione[1], pari a 230 comuni su 246, è stato classificato a rischio medio o alto. Il litorale, lungo 173 km[1], è caratterizzato da ampie spiagge sabbiose, ad eccezione della costa alta e rocciosa del Monte Conero, che rappresenta il punto più alto del versante marittimo. Le altre zone di costa alta sono due: nei pressi di Grottammare, e il colle San Bartolo, a Nord di Pesaro. Il colle dell'Ardizio, a Sud di Pesaro, pur essendo vicinissimo al mare, non lo tocca. Man mano che si procede verso l'interno si delinea la zona collinosa, un'area che si estende per 200 km² da nord a sud. Il settore occidentale delle Marche è attraversato dall'Appennino.
A Sud del passo di Bocca Trabaria prende il nome di Appennino Umbro-Marchigiano, mentre A Nord di tale passo c'è un limitato, ma importante settore, appartenente all'Appennino Tosco-Emiliano. Il gruppo montuoso più elevato è la pittoresca catena dei Sibillini, a cavallo delle province di Fermo, Ascoli Piceno e Macerata, in cui il Monte Vettore (2478 m) padroneggia. Altri monti importanti della regione sono: Monte Nerone (1526 m), Monte Catria (1702 m), Monte San Vicino (1479 m), Monte Pennino (1570 m), Monte Rotondo (2103 m), Monte Fema (1575 m), Monte Priora (2334 m), Monte Bove (2143 m), Monte Sibilla (2175 m), Monte Vallelunga (2221 m), Monte Porche (2335 m), Monte Argentella (2201 m).
Nella zona litoranea il clima è subcontinentale a nord di Ancona con sbalzi di temperatura da stagione a stagione: estati calde, ma rinfrescate dalla benevole brezza marina, inverni freddi (a Pesaro la temperatura media di gennaio è di 3,8 °C) con regolari piogge di stagione. A sud di Ancona la subcontinentalità si attenua per lasciare posto a un clima sublitoraneo che assume caratteri più spiccatamente mediterranei nella Riviera delle Palme (a Grottammare la temperatura media di gennaio è di 7,6 °C[2]). Nelle zone montuose vi sono estati fresche e inverni rigidi con ampia possibilità di neve; l'inverno risulta altresì rigido nelle zone collinari interne ove si possono verificare basse temperature.

Storia
Le Marche nascono come unità etnica e culturale nell'età del ferro, quando furono abitate per la loro interezza dai Piceni, con gli importanti centri di Novilara (nei pressi di Pesaro), Ancona, Belmonte Piceno, Ascoli Piceno. Nel IV secolo il Piceno settentrionale venne invaso dai Galli Senoni, mentre i Greci di Siracusa fondarono la magna grecia di Ancona.
Dopo la battaglia di Sentino i Galli vennero sconfitti da una coalizione tra Romani e Piceni. Quando gli alleati romani divennero troppo invadenti, con la fondazione di colonie in territorio piceno, i Piceni si ribellarono, vennero sconfitti e dopo entrarono nello stato romano. Due importanti strade collegavano le Marche a Roma: la Flaminia (che arrivava a Fano) e la Salaria (che arrivava a Porto d'Ascoli). Inoltre durante il periodo imperiale Ancona venne scelta da Traiano come porto di Roma verso Oriente, come prova anche l'iscrizione dell'arco di Traiano di Ancona, nella quale il capoluogo marchigiano è chiamato "accessum Italiae", cioè "ingresso d'Italia".
Alla caduta di dell'Impero Romano d'Occidente le Marche, dopo aver fatto parte del regno di Odoacre come il resto d'Italia, entrarono nell'orbita dell'Impero Romano d'Oriente, mentre il vecchio nome, "Piceno", si perde. Nell'alto Medioevo il territorio regionale acquista il nome di Marca di Ancona, nata dall'unificazione di varie marche, ossia "territori di confine" del Sacro Romano Impero.
In epoca comunale fiorirono i comuni di Pesaro, Fano, Ancona, Jesi, Fermo e Ascoli Piceno. In particolare Ancona ebbe momenti di splendore artistico e culturale grazie ai suoi rapporti marittimi con l'Oriente; è infatti una delle repubbliche marinare che non compaiono nello stemma della marina militare. Nel Rinascimento celebre in tutta Europa è la signoria di Urbino, che fu un vero e proprio faro dell'arte italiana. Altre città importanti economicamente e culturalmente nel periodo delle signorie sono state quella di Camerino, Fano, Pesaro, Senigallia, Fabriano, San Severino. Ancona, invece, alla pari con le altre città marinare italiane, mantenne il suo regime repubblicano.
Tra la metà del 1500 e i primi decenni del 1600 le città marchigiane entrarono nello Stato della Chiesa, che, come tutti gli stati regionali italiani, annullò le entità politiche più piccole. Seguì un periodo di recessione, condiviso da gran parte d'Italia, rischiarato solo dal pontificato di Clemente XII che nel 1700 tracciò la strada oggi detta Vallesina e diede respiro all'economia regionale dichiarando Ancona porto franco.
Con l'arrivo delle truppe francesi le Marche si diedero ordinamento repubblicano costituendosi in Repubblica Anconitana, poi assorbita dalla Repubblica Romana. Durante il periodo risorgimentale le Marche parteciparono alle lotte per l'unificazione con i moti di Macerata e con l'eroica resistenza di Ancona alle truppe austriache nel 1849, in contemporanea con Roma e Venezia. La battaglia finale dell'unificazione italiana si combatté nelle Marche: fu la celebre battaglia di Castelfidardo, che permise l'unione dei territori liberati da Garibaldi al sud con quelli redenti da Vittorio Emanuele II al nord.
Con l'annessione all'Italia la Marca di Ancona cambiò nome e venne ufficialmente chiamata "Marche" con un plurale che ne sancisce l'unità fondamentale pur nella ricchezza di aspetti locali. Nella storia più recente si ricorda la settimana rossa, la rivolta dei Bersaglieri, e la partecipazione alla Resistenza.


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