Pordenone sorse durante l'Alto Medioevo, lungo il fiume Noncello, come porto fluviale, da cui deriva il nome Portus Naonis, porto sul Noncello. In zona esistevano comunque già degli insediamenti agricoli in epoca romana come dimostrato dai ritrovamenti dei resti di una villa in località Torre.
Nel 1278, dopo essere stata amministrata da vari feudatari, Pordenone passò agli Asburgo diventando così un'enclave austriaca nel territorio del Patriarcato di Aquileia. Nel XIV secolo l'insediamento si ingrandì notevolmente grazie ai fiorenti traffici commerciali fluviali e nel 1314 le fu conferito lo status di città.
Nel 1508 Pordenone fu conquistata dal condottiero Bartolomeo d'Alviano per conto della Repubblica di Venezia la quale concesse a d'Alviano la signoria sulla città. Solo con l'estinzione di questa famiglia, avvenuta nel 1537 la città fu amministrata direttamente da Venezia attraverso suoi provveditori. La Serenissima mantenne gli statuti della citta e ne riconobbe i privilegi già acquisiti durante la signoria degli Asburgo e provvide a riattivare l'economia pordenonese realizzando un nuovo porto e potenziando le attività manufatturiere.
Con la caduta di Venezia, Pordenone subì un primo ritorno all'Austria, seguito dalla parentesi napoleonica. Con la caduta di Bonaparte e il Congresso di Vienna, fu aggregata con il resto del Friuli e del Veneto al Regno Lombardo-Veneto. Con la realizzazione della strada Pontebbana e della linea ferroviaria (1855) decadde il ruolo del porto e del percorso fluviale, ma iniziò ad affermarsi con decisione l'industria. A partire dagli anni 1840 erano sorti numerosi cotonifici che affiancarono le già numerose cartiere e la fabbrica della Ceramica Galvani.
Dopo l'annessione al Regno d'Italia, avvenuta nel 1866, l'introduzione dell'energia elettrica nel 1888 consentì la modernizzazione degli impianti e un incremento nella produzione industriale.
Le distruzioni arrecate dalla Prima guerra mondiale e la crisi del 1929 trascinarono il settore cotoniero in un lento declino da cui non si sarebbe più ripreso. Dopo la Seconda guerra mondiale la Zanussi, ora facente parte della multinazionale svedese Electrolux, che sino ad allora era una piccola azienda di produzione di cucine economiche con alimentazione a legna o gas, divenne un colosso europeo nel campo degli elettrodomestici, arrivando a occupare molti degli abitanti della città.
Nel 1968 Pordenone diventò capoluogo di provincia, sino ad allora il territorio della Destra Tagliamento faceva parte della provincia di Udine. Dal 1974 è anche sede vescovile della diocesi di Concordia-Pordenone; già dal 1919 a Pordenone era ubicato il seminario vescovile, con la scuola di teologia. Recentemente la città è divenuta sede di un consorzio universitario dipendente dall'Università di Udine e dall'Università di Trieste. Inoltre dal 2002 è attivo il Polo Tecnologico di Pordenone per promuovere la cultura dell'innovazione nelle imprese del territorio.
Monumenti e luoghi d'interesse
Corso Vittorio Emanuele II, via principale della città vecchia, affiancato da palazzi porticati gotici e rinascimentali con affreschi, esempio mirabile di porticato veneziano.
Duomo di San Marco, edificato a partire dal 1363 in stile romanico-gotico e rimaneggiato successivamente nel XVI e XVIII secolo. Contiene la pala d'altare denominata Madonna della Misericordia di Giovanni Antonio de' Sacchis detto "il Pordenone" e dello stesso l'affresco di San Rocco, oltre a numerose altre opere che ne impreziosiscono l'interno.
Campanile del Duomo, terminato nel 1374, successivamente, durante il XVII secolo, vi fu aggiunta una cuspide che lo portò a raggiungere un'altezza di circa 79 metri
Palazzo Ricchieri, originariamente una casa-torre a difesa del nucleo cittadino edificata nel XIII secolo fu adattata durante il periodo veneziano in palazzo dalla famiglia Ricchieri. È ora sede del Museo Civico d'Arte.
Chiesa di Santa Maria degli Angeli detta del Cristo. Fu edificata nel 1309. Più volte restaurata, conserva all’interno un pregevole ciclo di affreschi trecenteschi, una Santa Barbara di Gianfrancesco da Tolmezzo (XV secolo) e un portale in marmo del Pilacorte (1501).
Palazzo Comunale, costruito in stile gotico tra il 1291 e il 1395, i pinnacoli e la torre dell'orologio furono aggiunti nel XVI secolo su progetto del pittore Pomponio Amalteo.
Chiesa della Santissima Trinità, lungo il fiume Noncello, di forma ottagonale contiene affreschi cinquecenteschi di Giovanni Maria Calderari, allievo del Pordenone.
Ex Convento dei domenicani. Edificio neoclassicheggiante ultimato nel 1722 dopo 31 anni di lavori. Un tempo era addossato alla chiesa del Rosario, oggi scomparsa. L’edificio fu in seguito acquistato dalle monache agostiniane e ha subito numerose altre destinazioni.
Ex Convento e chiesa di san Francesco. Acquistato in epoca recente dal Comune, l’edificio è stato restaurato e adibito a usi artistico-culturali. Fondato nel 1419, il convento con chiesa di san Francesco fu soppresso nel 1774. L’interno conserva tracce di affreschi quattrocenteschi e un chiostro dipinto.
Chiesa di San Giorgio. Chiesa neoclassica, dal caratteristico campanile ottocentesco, colonna di stile dorico dell’architetto Giovanni Battista Bassi.
Monumento ai caduti. Opera dello scultore friulano Aurelio Mistruzzi, costituita da un basamento a forma di vasca, sul quale si eleva lo zoccolo che sostiene i gruppi statuari di bronzo. Il gruppo principale, al centro, rappresenta l’Italia che protegge con lo scudo il combattente e il caduto. Le figure laterali raffigurano i fiumi sacri alla patria: l’Isonzo e il Piave. Il monumento fu inaugurato il 23 aprile 1929.
Castello di Torre sorto alla fine del XII secolo, residenza della famiglia dei signori di Ragogna, dopo l'assalto del 1402 delle truppe imperiali fu ricostruito e in parte trasformato in dimora signorile. È sede del Museo Archeologico del Friuli Occidentale.
Villa romana di Torre, resti di una ricca residenza di campagna, non lontana dal Castello di Torre fu scoperta negli anni '50 dal conte Giuseppe di Ragogna; i reperti e gli affreschi rinvenuti sono ospitati nel museo nel Castello
Chiesa parrocchiale Beato Odorico, costruita su progetto dell'architetto Mario Botta nel 1990-1992.
Museo Civico delle Scienze
Museo Diocesano
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