Scalea è uno dei paesi più antichi dell' Alto Tirreno Cosentino. Si presenta con le sue caratteristiche case, poste l'una sull'altra. E' il tipico borgo medioevale costiero, predisposto per la difesa dalle incursioni. Si evidenziano, in basso,) a Chiesa e il Palazzo del Principe e, in alto, il Castello Normanno. Scalea è sorta durante le lotte tra i Longobardi e i Binzantini, prima dell'anno Mille. La magnifica zona che corona il borgo, era la terra degli Enotri. Dal nome del re di questa gente Italo, o dal loro simbolo, il toro, deriva il nome Italia. Scalea, erede della greca Laos e della romana Lavinium, diventa centro importante in epoca Normanna. E tale rimane nei periodi di influenza Angioina, Aragonese, Spagnola e Francese. In queste stagioni della sua storia, Scalea esprime una civiltà contadina e anche marinara. Il dialetto è più vicino a quello campano che non a quello calabrese, considerati i contatti culturali e commerciali più intensi e frequenti con i centri costieri campani che non con quelli dell'intero territorio calabro. Dal belvedere di Napoleone, dove un masso ricorda la testa dell'Imperatore, si può ammirare la lunga spiaggia interrotta da un imponente scoglio su cui sorge un'antica Torre, detta Talao, oggi simbolo della città.
Torre Talao fu costruita nel XVI secolo. Faceva parte del sistema difensivo costiero contro le incursioni dei turchi voluto da Carlo V; Imperatore di Spagna. Il sistema di difesa, che comprendeva 337 torri una in vista dell'altra, fu suggerito al monarca e avviato da Don Pedro de Toledo, Vicere del regno di Napoli. L'ordine per la costruzione della Torre venne emesso nel 1563 dal suo successore, Don Parafan de Ribera d'Alcalà. In origine il promontorio di Torre Talao era un'isola. Fenomeni di interramento l'hanno completamente aggregata alla terra ferma. Le grotte dello "scoglio" di Torre Talao furono abitate dagli uomini della preistoria: trentamila anni fa! (uomo di Neanderthal-Paleolitico medio/superiore) Da qui passarono Enea ed Ulisse e nei pressi morì Draconte, compagno del re di Itaca. Nei dintorni doveva trovarsi l'heroon (monumento commemorativo di un eroe) citato da un oracolo che predisse: "presso Draconte Laio, molto popolo sarà per perire". E 'infatti, nell' estate del 389 a.C, si combatte, nella piana del Lao, una delle più terribili battaglie dell'antichità tra i Lucarli (30.000 fanti e 4.000 cavalieri) e i Greci di Thurii (14.000 fanti e 1.000 cavalieri). Dieci mila Thurini perirono sul campo, molti altri furono fatti prigionieri. (Diodoro Siculo). Da Torre Talao si possono ammirare le spiagge e le insenature che, a suo tempo, formavano un porto naturale, oggi scomparso. Lo storico e archeologo francese, Lenormant, del sec. XIX, lo definì: "Joli port naturel".
Per secoli il porto naturale fu un importante scalo marittimo, con annesso cantiere navale. Specialmente quando Scalea si ribellò agli Angioini e divenne terra "demaniale". Dall circostanza, trasse grande vantaggio la marineria del borgo che divenne rinomata in Calabria e altrove, perchèle sue navi toccavano i più noti porti del Mediterraneo e dell'Atlantico. Fazio degli Uberti, nel suo Dittamondo (1347) libro III, cap. XV, scriveva: "...contro a Scalea e Andreano stanno Didini e la Micea e questa gente la via di Conturbia fanno...". Le imbarcazioni dei marinai di Scalea, cioè, si spingevano fino a Conturbia, l'attuale Canterbury. Dell'antica tradizione marinara di Scalea, oggi, rimane solo la festa della Madonna del Lauro, Patrona della gente di mare del luogo, che si festeggia l'8 settembre di ogni anno. Con l'arrivo delle famiglie, Romano e Pallamolla, venute una da Salerno e l'altra dalla Provenza, inizia il periodo di espansione per Scalea. La Famiglia dei Romano giunse a Scalea a seguito degli Angioini. Era una famiglia molto facoltosa, tanto da prestare denaro al Re Carlo I d'Angiò. I Romano andarono ad abitare nell'attuale Palazzo dei Principi, non ancora completato, per come oggi possiamo, ammirarlo.
E qui nacque Ademaro Romano che, per il suo valore e Impegno, fu nominato da Re Roberto ,d'Angiò Ammiraglio della flotta e Consigliere Regio. Dopo la sua morte, il comando dei vascelli passò a Leonardo da Vassallo, anche lui nato a Scalea. I Pallamolla erano abili e ricchi mercanti in contratto, anche, con i banchieri di Firenze. Nel borgo incrementarono la coltivazione e l'esportazione del baco da seta, del lino, del riso e della canna da zucchero.
Abbellirono e ingrandirono la loro dimora. Nel Palazzo Pallamolla nacque, nel 1571, Lucio Pallamolla, poi monaco Barnabita, col nome di Padre Costantino, oggi Beato. Il Centro Antico di Scalea è dominato dai ruderi del Castello che fu costruito dai Normanni laddove sorgeva una rocca Longobarda nelI'XI secolo. Nel Castello i fratelli Ruggero il Normanno e Roberto il Guiscardo firmarono "il Patto detto di Scalea" con cui si divisero la Calabria da loro conquistata (1062). Qui, verso il 1245, nacque Ruggero Loria o di Lauria, Grande Ammiraglio della flotta Angioina e Aragonese. La sua personalità e le sue gesta colpirono anche la fantasia del Boccaccio che così ricorda Ruggero e il suo paese natio nel Decamerone, giornata V novella VI: " "Discorsa tutta la marina della Mirnerva infino alla Scalea in Calavria e per tutto della giovane investigando, nella Scalea gli fù detto..." E più avanti: "...è mentre così infino all'ora determinata eran tenuti gridandosi per tutto il fallo da lor commesso e pervenendo agli orecchi di Ruggier di Loria, uomo di valore inestimabile e allora Ammiraglio del Re...".
Il Castello fu ereditato da Roberto, detto Scalone, figlio di Roberto il Guiscardo, da cui prese il nome l'omonimo Passo sulla strada statale Belvedere M.mo-SantAngata D'Esaro. Poi il Castello fu dimora di molti feudatari tra cui i Pascale, i Sanseverino, i Caracciolo e, in ultimo, gli Spinelli. Dai resti dei suoi bastioni si possono ammirare i ruderi della Grancia e del Convento Francescano, del secolo XIII, e i resti delle Chiesette di Santa Lucia, San Marco, San Cataldo, Santa Caterina, erette dai monaci Basiliani prima del Mille. Il lato sud del Centro Antico è caratterizzato dalla mole di una Torre di guardia Aragonese, conosciuta come Torre Cimalonga, costruita nel secolo XV in funzione del sistema difensivo del paese. La Torre, a pianta circolare, era a guardia di una delle quattro porte (Ponte, Marina, Castello e Cimalonga) di entrata a Scale, a Oggi ospita un Antiquarium ricco di numerosi reperti archeologici della zona. Le porte, le mura di cinta, le torri di guardia testimoniano i lunghi periodi di lotta. Il maestoso Palazzo dei Principi ricorda l'epoca feudale. All'inizio del secolo XVII corsari, all'improvviso, attaccano dal mare Scalea. Il Principe di Scalea, Francesco Spinelli li affronta sulla spiaggia. Dopo aspra battaglia, gli assalitori sono messi in fuga. Da una imbarcazione dei fuggiaschi parte un colpo di archibugio che colpisce il Principe, che muore sull spiaggia tra la costernazione generale dei suoi sudditi.
Dal Largo Marina, oggi Largo Saverio Ordine, hanno inizio le gradinate che portano, attraverso il Centro Antico, al Castello. Lungo il percorsosi possono ammirare le scale, le finestre, i loggiati, i portali e gli archi: testimonianze dei vari periodi storici. Nella parte alta del paese svetta il campanile della "Chiesa di Sopra", dedicata alla Madonna del Carmine i cui festeggiamenti si tengono il16 luglio di ogni anno. La Chiesa è antica e ricca di opere d'artè. Nei primi secoli dell'era cristiana fu Sede Provvisoria Vescovile. La parte bassa del Centro Antico è sovrastata dalla imponente struttura della "Chiesa di Sotto", dedicata a San Nicola. Anch'essa è molto antica. Le prime strutture risalgono al secolo VIII. Ha, nell'abside, resti di costruzioni gotiche e, nella parte inferiore, la Cripta dell'Addolorata con volte a crociera rette da colonne. Nel corso dei lavori di restauro di qu-esti ultimi anni, sono venuti alla luce numerosi affreschi. Ospita le tombe di Ademaro Romano e del Caloprese. In una lapide, posta sulla facciata di un palazzo di Largo Marina, si legge: " Qui Gregorio Caloprese insegnò a Pietro Metastasio la filosofia del Cartesio". Gregorio Caloprese, padre dell'Estetica Moderna, filosofo, letterato, matematico e medico, nacque a Scalea nel1654. Il Metastasio, che aveva studiato a Scalea nel 1712 portatovi dal Gravina per essere affidato al Caloprese affinche fosse istruito anche nellescierize filosofiche, al suo ritorno in Austria, da Vienna scriveva: "Ho abitato di bel nuovo la cameretta dove il prossimo flutto marino mi lusingò per molti mesi soavemente i miei sonni: ho scorso con la fantasia le spiagge vicino alla Scalea".
La popolazione di Scalea, che nel secolo XIII era di oltre 5000 abitanti, nei secoli successivi,è oscillata tra i 1000 e i 4000 abitanti, con punte minime, nei secoli XVI e XVII, di circa 300 abitanti.
Nel secolo XIII Scalea, con la fondazione da parte di Pietro Cathin del Convento Francescano, divenne importante centro religioso, artistico e culturale.
Nel secolo XIII Scalea si ribellò e scacciò gli Angioini. Poi resistette agli innumerevoli attacchi portati dalle truppe fedeli a Carlo d'Angiò.
Nel secolo XIV Scalea, inclusa nel Regio Demanio divenne importante scalo marittimo.
Nel XV secolo a Scalea fu istituito il Consolato Catalano.
Nel secolo XVI fu saccheggiata dagli uomini del corsaro sarace no, Dragut.
Nel secolo XVII il Principe di Scalea, Francesco Spinelli, perse la vita per respingere l'attacco del corsaro Amurat Rais.
Nel secolo XVIII Scalea ebbe parte rilevante per la conquista del Regno di Napoli da parte dei Borboni.
Nel periodo Risorgimentale, durante i Moti del 1848 Scalea fu, per breve tempo, proclamata Repubblica.
Nel XIX secolo, Scalea subì vari bombardamenti aereo-navali da parte delle Forze Armate Anglo-Americane (Secondo Conflitto Mondiale -1943).
Sono nati a Scalea: nel secolo XIII Ruggero Loria, Ammiraglio Angioino e Aragonese; nel secolo XIV Ademaro Romano, Ammiraglio e Regio Consigliere Angioino e Leonardo Da Vassallo, Ammiraglio Angioino; Giacomo Ferroaldo, Fisico; nel secolo XVI Padre Costantino Pallamolla, Barnabita, che fu stimato dai Papi Clemente VIII, Paolo Ve Urbano III e fu vicino a San Giuseppe Colasanzio; nel secolo XVII Gregorio Caloprese, Matematico, Educatore, Filosofo, Medico e Maestro del Gravina e del Metastasio; nel secolo XIX Oreste Dito, Storico. nel secolo scorso XX, gli scrittori Attilio Pepe, Carmelo Giordanelli e Carmine Manco quest'ultimo, autore del primo libro su Scalea "Scalea prima e dopo" e l'artista Peppino Cupido. In questi ultimi tempi ai piedi del centro Antico, nella piana, è sorta a nuova Scalea. Per la bellezza del luoghi marini e collinari e per l'enorme capacità ricettiva Scalea, oggi, gioca un ruolo importante nell'economia turistica della Calabria.
Il territorio
Il Comune di Scalea ha una estensione di Kmq 22,02 e circa 10.000 abitanti, detti Scaleoti. Il paese è a 25 metri sul livello del mare. È attraversato dalla Strada Statale n. 18 ed è dotato anche di un importante scalo, ferroviario. Ospiterà un aeroporto di 3a categoria. È sede della Diocesi Scalea - S. Marco Argentano. L'economia è basata quasi esclusivamente sul turismo, sul commercio e sul terziario. Restano sporadici insediamenti agricoli e pochissime botteghe artigiane. Vi sono prospettive di sviluppo industriale. È sede inoltre di Scuole Elementari, Medie e Liceo Scientifico; Tenenza della Guardia di Finanza; Compagnia Carabinieri; Distaccamento Polizia Stradale; -Caserma Vigili del Fuoco; Delegazione Capitaneria di Porto; A.S.L.; Tribunale, Banche e Poste . Località di Scalea sono: San Giorgio, Petrosa, lungo, Bocca della Giara, Colistano, Arenella, Santu Marcu, Montepulito, Santa Barbara, Foreste, Sant'Angelo, La Bruca, Pantano, Fischja, Lintiscita, Vignale, Revoce.
Monumenti e opere d'arte
Monumenti e opere d'arte principali di Scalea sono: nel Centro Antico le testimonianze dell'architettura medioevale e il Palazzo dei Principi, sec. XIII; il Palazzetto Normanno detto l'Episcopio (sec. XII); Torre Cilindrica del secolo XV; ruderi del Castello Normanno; ruderi di Chiese Basiliane del secolo IX con affreschi; Chiesa di Santa Maria d'Episcopio, del secolo XII, ricostruita nel secolo XVII; la Chiesa di San Nicola in Plateis del secolo VIII, rinnovata nei secoli XII, XIV e XVIII; ruderi della Grancia e del Convento Francescano del secolo XIII; la Chiesetta di San Cataldo del secolo XI, e, inoltre, sculture lignee e marmoree, affreschi e tele nelle Chiese di Sànta Maria d'Episcopio e di San Nicola in Plateis; Torre Talao del sec. XVI.
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