Una chiesa paleocristiana del territorio riminese; un altro esempio dell’importanza dell’orientamento in funzione della dedica al santo.

Avendo accennato in diverse occasioni alle chiese paleocristiane – per lo più scomparse- del territorio riminese, forse è il caso ricordare la presenza -circa a 10 km. dalla città di Rimini - presso Sant’Arcangelo di Romagna - di una basilica la cui fondazione si presume risalga ad un periodo compreso tra la fine del V° secolo e l’inizio di quello successivo.

Beninteso non si vuole con questo ipotizzare alcun rapporto tra i templi riminesi di certa o probabile committenza imperiale (dei quali abbiamo trattato in altre pagine) e l’edificio citato in questo breve scritto. Semplicemente è sembrato opportuno ed anche necessario indicare la presenza di un edificio paleocristiano tuttora esistente in territorio riminese. Inoltre, come vedremo, alcuni particolari riguardanti la dedica a San Michele offrono lo spunto per qualche commento.

Stiamo infatti parlando della basilica di San Michele in Acerboli che sorge ai piedi dell’attuale paese di Sant’Arcangelo, ovvero nella zona occupata dall’antico Pagus Acerbolanus, l’originario insediamento di epoca romana.

Molto, ovviamente, si potrebbe dire a proposito di un edificio così importante e vetusto.

Ci si limiterà in questo caso a sottolineare un particolare che, a conoscenza di chi scrive, non è stato mai approfondito nei vari studi dedicati al monumento.

Questo particolare riguarda l’orientamento.

Infatti la chiesa in questione, che sorge in pianura, ha l’abside orientata a NE per circa +32° (E=0°). Si tratta all’incirca del punto in cui il sole sorge in quel luogo il giorno dei SS. Pietro e Paolo (29 giugno) (1) .

Ciò appare in contraddizione con la dedica della chiesa a San Michele, la cui festività cade invece vicino all’equinozio autunnale (2) .

In relazione a questo, appare allora molto importante ciò che riferisce uno storico riminese del ‘600 (3), ovvero che durante una visita pastorale apparve una pietra sotto l’altare maggiore con l’iscrizione:

DIVO MICHAELI, ac Divis Petro et Paulo dicatum.

Anno Domini Jesu Christi. CCCC IIII .

E’ in realtà assai probabile che la data (CCCC IIII, cioè 404) sia frutto di una cattiva interpretazione (4), tuttavia, alla luce di quanto appena detto, la dedica che comprende i Divi Pietro e Paolo appare estremamente significativa.

Si tratterebbe, in questo caso, di una nuova dedica all’arcangelo Michele aggiunta ad una, verosimilmente più antica, riguardante i SS. Pietro e Paolo.

Ovviamente nelle dediche di edifici sacri non esiste mai nulla di casuale:

sarebbe quindi interessante approfondire l’argomento confrontando il caso di Sant’Arcangelo con eventuali altri casi di simili.

Non è escluso che sarà possibile tornare sull’argomento in un futuro scritto.

(1) Osservazione compiuta dal prof. Carlo Rusconi. La chiesa ha un’unica navata.

(2) La festa di San Michele Arcangelo cade il 29 Settembre.

(3) C. Clementini, Racconto Istorico, II, p.60;

(4) L. Tonini, Storia di Rimini II, p.257. Nel XIX° sec. si accese una polemica tra Luigi Tonini e l’arciprete Marino Marini sull’autenticità dell’iscrizione. (C. Curradi: Pievi del territorio riminese nei documenti fino al mille . Rimini, 1984 – p.78).

La pieve fu comunque soggetta ad una ristrutturazione di epoca romanica. A parere di chi scrive, appare possibile una datazione MCIIII (1104), se non addirittura MCCIIII (1204), quando erano attivi in zona importanti cantieri.

In questo periodo fu realizzata una cripta della quale rimangono ora gli evidenti resti.

 

 

A palaeo-christian church of the riminese area and an interesting sample of the importance of the orientation.

We have already dealt with the disappeared palaeo – christian churches of the riminese district, so it seems interesting to point out the presence, near Sant’Arcangelo di Romagna, -around 10 kms. NO of Rimini – of a basilica whose foundation is usually considered to belong to a period between the end of the Vth cent. and the early VIth. cent. (1)

We are speaking of the basilica of San Michele in Acerboli, that rises in the plan near the medieval village of Santarcangelo, exactly in the zone of the roman settlement, the ancient Pagus Acerbolanus .

Of course many things could be said about a so important building.

In this writing we will only underline a characteristic that, as far as the author knows, has never been quoted in essays dedicated to this monument.

We are speaking of the orientation of the building.

In fact, the apse of the church is oriented NE, around +32° (E=0°). It is – more or less- the point where the sun rises in the day of the feast of SS. Peter and Paul (June, 29th) (2) .

This is in contradiction with the dedication to San Michele (Saint Michel), whose feast falls near the autumnal equinox (3).

So, it seems interesting to point out what was referred by a riminese historian of the XVIIth cent. (4); In his " Racconto Istorico" he wrote that an carved inscription –- was found on a stone under the altar, during the a Bishop’s visit to the church in the second half of XVIth. cent. .

This was the text:

DIVO MICHAELI, ac Divis Petro et Paulo dicatum.

Anno Domini Jesu Christi. CCCC IIII

(5)

The reported date (CCCCIIII, that’s 404 A.D.) is probably a misinterpretation of the carved letters. Nevertheless, taking into account what said above, the dedication to Divi Petro et Paulo seems particularly significant.

In this case we would have to do with new dedication of the church to the St. Michel added to a more ancient one connected with SS. Peter and Paul.

Of course, dedications of sacred buildings are never casual; so it would be probably interesting to go deep into this subject making confrontations with similar cases.

Maybe we will dealt with that in a future writing.

(1) Of course we are not suggesting any relationship between the imperial buildings of the destroyed riminesi churches and S. Michele in Acerboli.

(2) This was pointed out by prof. Carlo Rusconi. The church has just one nave.

(3) The feast of St. Michel falls on the September, 29th

(4) C. Clementini, Racconto Istorico, II, p.60.

(5) -Dedicated to Divio Michel and Peter and Paul. The year of Lord Jesus Christ CCCCIIII. -

L. Tonini, Storia di Rimini II, p.257. in XIXth cent, a polemics developed between Luigi Tonini and the priest Marino Marini about the authenticity of the inscription. (C. Curradi: Pievi del territorio riminese nei documenti fino al mille . Rimini, 1984 – p.78).

The pieve was restored in Romanesque age. In the opinion of the author of these notes, it seems possible to consider the date as MCIIII (1104), or even MCCIIII (1204), when important guild of masons were operating in the riminese area.

The church still shows rests of a Romanesque crypt.

 

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