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Gli incontri della Machiavelli

Congedo dal novecento

di Umberto Cerroni

Fine secolo

Il secolo che si chiude ha certo un bilancio complesso e anche pesante. Ma sarebbe grave non tener d'occhio la colonna dell' attivo. Di contro al passivo delle guerre, degli stermini, dei totalitarismi, delle dittature c'è un'avanzata straordinaria della scienza, della tecnica e poi anche della democrazia, dei diritti umani, civili, politici, della donna, persino dei bambini. Si guardi pure a ciò che resta da fare, ma non si perda d'occhio ciò che di positivo si è già fatto. Come in un fantasmagorico caleidoscopio l'ultimo anno del secolo e del millennio ci sottopone ricorrenze assai significative: una registrazione sincopata dello straordinario itinerario dell'Europa.

Fra i centenari che ricorrono alcuni meritano segnalazione. Nel 1099 Lanfranco inizia la costruzione del Duomo di Modena. Nel 1499 muoiono Marsilio Ficino, filosofo umanista e il diplomatico veneziano Ambrogio Contarini che lascia la relazione del suo viaggio in Russia e in Persia; Amerigo Vespucci esplora le coste del Brasile e scende alle foci del Rio delle Amazzoni, in Spagna esce la Celestina di Fernando de Rojas, Leonardo dipinge la Gioconda. Nel 1599 Campanella entra nel suo carcere ove resterà per ventisette anni, Newton diventa direttore della Zecca di Londra, Shakespeare lavora al Globe Theater, a Parigi escono Le avventure di Telemaco di Fénélon e l'inglese Dampier raggiunge l'Australia. Nel 1799 nascono e muoiono la Repubblica partenopea e la Repubblica romana, escono gli Inni alla notte di Novalis, Iperione di Holderlin, Wallenstein di Schiller, il Sistema di Schelling; David dipinge a Parigi Le Sabíne, Le Bon brevetta gli impianti di illuminazione a gas. Nel 1899 Dreyfus viene riabilitato, escono Resurrezione di Tolstoj e la Teoria della classe agiata di Veblen; muore Giovanni Segantini, Sibelius compone il poema Finlandia, Hilbert pubblica I fondamenti della geometria, il tedesco Dreiser ottiene l'aspirina; in Italia nasce la FIAT. Sul crinale dei fine-secolo l'Europa mostra le sue tragedie e le sue grandezze.

 

Fine millennio

Non provo alcun interesse per la questione se il nuovo millennio comincerà nel duemila o nel duemilauno. È assai più interessante azzardate il bilancio del millennio che si chiude. Naturalmente non lo tenterò in questa sede. Vorrei però notare che ravvicinarsi del duemila vede intensificarsi iniziative e discussioni sul giubileo religioso assai più che su quello che ben potremmo chiamare il giubileo laico. Dopo tutto il secondo millennio ha visto una formidabile ripresa del mondo occidentale nel quale viviamo e ha visto in particolare la grandiosa fioritura delle culture europee. Al centro di questa fioritura occorre porre alcuni elementi che sono andati sviluppandosi e che hanno rinnovato le caratteristiche dell'Occidente arricchendo il suo patrimonio specifico e differenziale.

Non faccio che tracciare un sommario e del tutto incompleto elenco: nascita delle lingue "volgari" e di tante letterature nazionali, sviluppo del soggetto nelle grandi stagioni dell'umanesimo, del rinascimento e dell' illuminismo, svolta dalla pittura iconica alla pittura di prospettiva, nascita della musica polifonica, nascita della scienza sperimentale (Bacone, Galilei, Newton, Darwin, Freud, Einstein), costruzione dei grandi sistemi filosofici moderni (Cartesio, Kant, Hegel) e del criticismo laico (Feuerbach, Marx, Nietzsche), nascita della scienza sociale e specie della scienza economica e politica(Hobbes, Locke, Hume, Smith). Come si vede molte sono vere e proprie nascite intellettuali, in questo millennio, e ne avremmo pertanto da celebrare. Ma altrettanto importanti sono le nascite istituzionali. Nascono nel nostro millennio gli Stati nazionali, le grandi esplorazioni geografiche di continenti "nuovi", le Carte dei diritti, lo Stato di diritto, il suffragio universale, l'organizzazione internazionale, le Università. Molte di queste istituzioni sono nate o si sono particolarmente sviluppate proprio nel ventesimo secolo. Basti pensare, per esempio, alla grandiosa espansione delle organizzazioni internazionali di derivazione governativa e degli enti che emanano dagli Stati e diventano articolazioni della intera comunità delle nazioni. Erano cinquanta all'inizio del secolo e sono ormai più di quattrocento. Gli enti metanazionali, poi, che non sono emanazione degli Stati erano centotrentaquattro e sono adesso circa cinquemila. In questo millennio si struttura in forme sistematiche il grande albero delle scienze fisiche, naturali, mediche, matematiche, storiche, sociali, astronomiche, psicologiche. L'oceano delle invenzioni e delle scoperte è davvero sterminato va dalla bussola al barometro, dai vaccini alla angioplastica, dalla aspirina al computer, dall'automobile al jet, dalla radio alla Tv satellitare, dal telefono al fax, dal microscopio al telescopio, dal cinema al compact disk, dalla stampa a Internet. Gran parte di tutto questo è stata una conquista della civiltà europea e occidentale. Sicché a fine secolo si ripropone su scala assai più ampia il problema che angustiò agli inizi del secolo Max Weber, Adolf Weber, Husserl, Spengler. Questi e altri studiosi si chiedevano quale sia stata la molla propulsiva del grande cammino percorso dall'Europa e dall'Occidente e si interrogavano sul possibile "tramonto dell'Occidente". Sono problemi che molti rivisitano oggi e spesso in chiave ancor più pessimista perché temono che l'impetuoso sviluppo delle tecniche soffochi il tessuto umanistico della nostra civiltà. Ma non è proprio da questo tessuto che ha preso slancio lo spirito della ricerca tenace, della scoperta, della invenzione, della esplorazione? È questo spirito, appunto, che ci ha via via condotto dal mondo chiuso dei miti, dei pregiudizi e dei magismi a quello aperto sul futuro. Proprio la coscienza del finito ha sospinto la cultura europea alla cerca inquieta e persistente dell'infinito. Come il rimorchiatore nel grande, patetico finale del Viaggio al termine della notte di Céline il millennio fila via lanciando il suo fischio-richiamo nel quale si mischiano la ripulsa delle tragedie passate e l'arrivo di speranze future in una sempiterna rimobilitazione della vita. "Chiamava a sé tutte le chiatte del fiume tutte, e la città intera, e il cielo e la campagna, e noi, e tutto si portava via, anche la Senna, tutto, che non se ne parli più". Perché il futuro è già cominciato.

Senza per nulla sminuire il peso delle tragedie che in questo millennio - e specialmente in questo nostro secolo - si sono avute, è difficile sottrarsi al fascino della sua storia. Problemi e pericoli non mancano, ma - diceva Saint-Exupéry- "ho mille anni di civiltà dietro di me per aiutarmi". Sarebbe giusto, dunque, celebrare questo millennio con un laico giubileo della cultura e della scienza.

 

Congedo

Per un adeguato congedo dal secolo che si chiude preparerei un palinsesto di questo genere:

1. Pagine scelte della Recherche di Proust, del Processo di Kafka, dell' Ulisse di Joyce e del Viaggio di Céline

2. Poesie di Apollinaire (La piccola auto), Ungaretti (Fratelli, M'illumino d'immenso), Machado (La terra è nuda, ulula), Rilke (Presentimento), Eliot (Morte per acqua, Difesa delle isole), Eluard (L'età della vita), Achmatova (Brindisi), Penna (Amavo ogni cosa nel mondo)

3. Brani di film di Lubitsch, Renoir, Chaplin, Duvivier, Carné, Capra, Ford, Rossellini, Visconti, Fellini

4. Quadri di Balla (Volo di rondini), Picasso (Le Signorine di Avignone, Donna che piange), Morandi (una natura morta), Modigliani (Nudo sdraiato), Mirò (Donna e uccello al chiaro di luna), Klee (Partenza delle navi, Senecio), Kandinsky (Combattimento),Chagall (Pannello per il teatro ebraico, Sopra la città)

5. Lettura della Dichiarazione universale dei diritti umani del1948

6. Colonna sonora: Brani di Ravel (Bolero), Strauss (Morte e trasfigurazione), Mahler (Sinfonia n.5), Stravinskij (Petruska, La Sagra della primavera), Prokofiev (Sinfonia n.5), Bartok (Musica per archi, celesta e percussione), Shostakovic (Sinfonia n.5), Duke Ellington (Concert for Cootie, Sepia panorama, Black Brown and Beige), Keith Jarriett (Koeln Concert)

 

Terribile, grande, indimenticabile Novecento addio!

 


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