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Professione Esordiente
Riflessioni e Antiriflessioni sul mestiere di scrivere
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Istinto o educazione:
Servono davvero i corsi di scrittura?
  di Maria Grazia GRECO - Scrittrice ed Agente Letteraria
 

Sembra la classica domanda da 100 milioni. La risposta che viene naturale dare, è che i corsi di scrittura creativa non hanno certo senso se li si intende come fabbriche in miniatura di futuri scrittori di best-seller. Possono invece avere senso, e senza dubbio ne hanno, se li si considera secondo un'ottica non superficialmente ottimistica, ma rigorosamente tecnica. E posso affermare ciò come scrittrice, ma anche come ex allieva, e attualmente docente, di corsi di questo genere.
 
"Saper scrivere non dipende dall'intelligenza o dall'impegno, è l'effetto di un dono naturale che è dato e non si può acquisire. Tutto quello che l'insegnante può fare è lavorare su quello che è dato. Ma sono convinto che molti posseggono doti non adeguatamente sviluppate o addirittura nascoste che, come semi, potrebbero crescere se venissero adeguatamente annaffiate."
 
Questa è una riflessione di Wallace Stegner (Come si diventa scrittori, Milano 1994), uno tra i primi docenti americani che, intorno agli anni '50, si sono resi promotori di corsi di scrittura creativa. E non mi sembra un caso che proprio questo illustre "pioniere" sia il primo a chiarire che nessuno può insegnare ad aver talento. Ma, mi permetto di aggiungere, neanche il difficile mestiere dello scrittore è qualcosa che si può "insegnare", né di riflesso "imparare".
 
Più realisticamente un corso di scrittura ha un senso come occasione per offrire stimoli, opportunità di riflessione e di autoconsapevolezza a chi sente il bisogno di esprimere con la scrittura qualcosa che va in prima istanza identificato e definito, e di cui è preventivamente necessario focalizzare i punti qualificanti, e individuare i moduli espressivi più opportuni ed efficaci. I corsi di scrittura hanno quindi senso per chi, accostandosi ad essi, intenda mettersi alla prova. Bisogna partire da questo presupposto, per verificare innanzitutto se esiste un autentico interesse per lo scrivere, prendendo coscienza di cosa veramente significhi il mestiere di scrivere, di quanto impegno, rigore e autodisciplina richieda.
 
Sarebbe quindi falso e pretestuoso cavalcare la tigre dell'utilità a tutti i costi dei corsi di scrittura creativa, prospettando come sbocco necessario di essi la nascita quasi prodigiosa di scrittori destinati a vertiginose ascese nelle classifiche dei libri più venduti. Sarebbe assurdo, addirittura risibile pensare che si possa diventare sic et simpliciter "scrittori" con qualche decina di ore di lezione. Gli incontri in cui si articolano i corsi di scrittura devono servire invece a proporre agli utenti nozioni e problematiche, ad insegnare ad utilizzare gli strumenti essenziali che devono costituire la base per chi vuole coltivare ed affinare le proprie potenzialità. Un corso di scrittura quindi deve aiutare ad acquisire maggiore consapevolezza delle proprie capacità (ma anche e soprattutto dei propri limiti) ed offrire così lo spunto attorno al quale continuare a lavorare individualmente.
 
Si tratta di un impegno lungo e difficile. Una costruzione che va tirata su pietra dopo pietra. Un lavoro di edificazione che però è inutile iniziare se non si sono poste prima solide fondamenta. Intendo dire: se non si è già in possesso, oltre che del talento naturale, di adeguati presupposti atti ad arricchire la sensibilità e ad affinare il gusto. E fondamentale, in questo senso, risulta il ruolo della lettura. Scoprire e approfondire i propri autori è una condicio sine qua non per chiunque nutra ambizioni letterarie. Solo dopo aver assimilato e interiorizzato, capito e "copiato" i propri modelli si potrà iniziare a scrivere. Conoscitori prima che creatori di testi letterari dunque. I non-lettori, invece, si tuffano con narcisismo spericolato e superficiale nell'avventura dello scrivere, pensando che sia sufficiente un po' di fantasia e una media scolarizzazione per riempire fogli e fogli di idee mirabolanti, atte a produrre magari l'evento editoriale dell'anno. In realtà, la strada è, come si diceva, lunga e difficile. È necessaria una formazione non improvvisata, ma fatta di lenta e progressiva maturazione attraverso appunto la lettura di testi importanti, oserei dire canonici. È necessario l'esercizio, l'abitudine al leggere e allo scrivere. Solo a partire da questi presupposti si può arrivare alla conoscenza dell'arte dello scrivere, che si può imparare da autodidatta o appunto frequentando un corso di scrittura creativa.
 
Soltanto in questo senso ritengo di poter rispondere con un deciso "sì" al nostro quesito.
Con onestà, con cautela, e con costante senso dei limiti.
 


 



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