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Professione Esordiente
Riflessioni e Antiriflessioni sul mestiere di scrivere
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Pubblico o privato:
Scrivere per sé o per gli altri?
  di Massimo CANETTA - Responsabile della redazione di DADAm@g
 

È stato detto che molta gente in Italia scrive qualcosa, dalle poesie ai racconti, ai romanzi. Tutte queste persone lo fanno per sé stessi, per gli amici, per i figli ma senz'altro, nascosto da qualche parte dietro ad una falsa modestia, si cela il sogno di veder pubblicata la propria fatica.
Non credo che sia vera e propria sete di successo, ma pur sempre una, sicuramente lievissima, forma di narcisismo.
È molto bello sentirsi dire: "Ma sai che scrivi proprio bene?" - anche se è la mamma a dirlo. E' anche incoraggiante leggere negli occhi del proprio migliore amico un'espressione divertita per un racconto che non e' per niente divertente e pensare: "Tanto quello non capisce assolutamente nulla" per poi rileggere ovviamente tutto, terrorizzato da quegli occhi divertiti. Insomma, a chiunque piace far leggere i propri lavori e un giorno ognuno di questi scrittori" sente l'impulso di scrivere una lettera di accompagnamento per il proprio capolavoro per inviarlo ad una Casa Editrice sognando poi di vederlo pubblicato. Ecco cosa prova chi scrive (per carità, mica tutti la pensano cosi') ed ecco cosa dicono alcuni scrittori "famosi" e personaggi dell'ambiente editoriale sul come riuscire a pubblicare, o meglio alcuni consigli su quello che si dovrebbe fare e non fare per sperare di vedere un proprio libro nelle librerie.

 
...Su come scrivere
Sveva Casati Modigliani (Bice Cairati e Nullo Cantaroni) "Ci vuole semplicità. Bisogna raccontare storie che piacciono a sé stessi e agli amici del bar. La bella aggettivazione non serve. Meglio una scrittura veloce e trame dense di passione.".
 
Erica Jong "... allenarsi continuamente. Va bene qualsiasi attività che abbia a che fare con la scrittura: dalle didascalie alle ricette di cucina. L'importante è non smettere. Mai. Prima di trovare uno spazio come scrittore bisogna fare dell'esercizio la propria attività. Solo in un secondo momento lo scrivere si trasformerà in professione e stile di vita.".
 
...Su come cercare di pubblicare
Giulio Nascimbeni "Non rispondere alle inserzioni di concorsi fantasma che promettono mari e monti. Resistere alla tentazione di pubblicare a qualsiasi costo, a maggior ragione se il costo viene quantificato, poco o tanto che sia.".
 
Nicola Crocetti "Diffidare di chi chiede contributi sulla pubblicazione. Diffidare delle inserzioni tipo 'giovani autori cercansi'. Nessun editore serio può avere come scopo principale della propria attività le opere di sconosciuti.".

 
A parte questi "preziosi consigli" dati dall'alto della posizione di "personaggio" resta il fatto che spesso molti aspiranti scrittori caschino nella rete di qualche editore poco serio, anche dopo esser stati scoraggiati, quindi vale la pena di ribadire questi accorgimenti più volte, chissà mai....
La quasi totalità degli scrittori affermati reputa indispensabile, al fine di venir pubblicati come esordienti, affidare la propria opera ad agenti letterari, i quali dovrebbero proporre l'autore alle varie case editrici, credendo loro stessi, per primi, al libro e al suo autore. Questi agenti non dovrebbero chiedere alcun compenso preventivo ma solo una percentuale sul contratto firmato con la casa editrice. Spesso gli agenti possono anche essere d'aiuto per alcuni scrittori proponendo nuove idee e sono degli ottimi giudici, severi ma che non si lasciano certo scappare la "rivelazione dell'anno" se ce l'hanno a portata di mano e quindi hanno il fiuto per prendere al volo lo scrittore emergente.
 
Per quanto riguarda invece lo stile di scrittura o la capacità di rendere piacevoli alcuni racconti scritti in maniera, per così dire, disordinata o poco interessante, esistono in Italia (in America esistono da decenni ed hanno un successo formidabile) alcuni corsi di scrittura creativa. Molti vi credono, mentre molti altri vanno un po’ più cauti e li appoggiano, aprendo però un problema a riguardo e cioè che dovrebbero essere tenuti da docenti non troppo critici altrimenti lo studente "...si sente stroncato, frustrato. È un po’ come convivere con un padre eccessivamente severo che inibisce tutte le potenzialità. E poi non bisogna dimenticare che “il corso di scrittura va bene, ma solo se inserito in una formazione culturale più completa." (Erica Jong).
 
Un'altra opportunità riservata a chi desidera pubblicare i propri lavori è data dai concorsi seri, a cui è possibile partecipare senza incappare nella rete dei "truffatori". Infatti alcuni concorsi sono molto pericolosi in quanto nascondono l'amo gettato dagli editori che pubblicano i lavori dietro compenso. Questi comunicano al malcapitato che l'opera non ha vinto il concorso ma che è in fase di riesame da parte di un gruppo - non meglio precisato - di lettura per, eventualmente, proporla per la pubblicazione nel catalogo dell'editore. Allora è meglio stare sempre in guardia.
 
L'unica speranza, per quanto riguarda i giovani scrittori, viene dal fatto che "... nessun editore ha alcun interesse a scartare un buon libro" (Nascimbeni) quindi bisogna insistere, continuare a scrivere, a tradurre, a proporsi nell'ambiente letterario affinché possa venire il giorno in cui il proprio talento venga scoperto. Comunque, in attesa che questo giorno appaia all'orizzonte credo sia buona norma, anche per chi ama scrivere, continuare a leggere i lavori degli altri, leggere molto, magari anche libri di scrittori emergenti. È da ricordare un'altra opportunità per chi ama scrivere e farsi leggere, ovvero il Cyberspazio. Su Internet, infatti, esistono molte opportunità, workshop, editori on-line, e newsgroup dedicati al piacere dello scrivere. Ora, finalmente anche in Italia, sono nati alcuni "siti" che dedicano un po’ spazio a chi scrive e a chi ama leggere. Vale la pena di farne buon uso: è molto importante non perdere mai la voglia di raccontare ciò che si ha dentro e quindi è fondamentale che esistano dei punti d'incontro.
 
È molto importante che non si lascino i propri racconti nel cassetto. Immaginatevi cosa si sarebbe persa l’umanità se Montale o Pavese o Tolstoj o addirittura Dante avessero preferito lasciar perdere...
 
È anche vero, soprattutto con la poesia, che la scrittura è spesso un rito liberatorio e quindi nasce da dentro e vuole solo terminare laddove è iniziata, ma ogni sfogo, ogni esternazione nascono anche perché vengano rivelate e là fuori o, meglio, QUI fuori c’è sempre qualcuno che ha bisogno di leggere, di conoscere, di assaporare quei sentimenti, quelle parole, affinché entrino nella propria vita. E allora lasciate che le vostre parole volino, viaggino fino alle porte della rivelazione. Fatevi scoprire, non lasciatevi schiacciare dai primi insuccessi... fatene il vostro bagaglio per proseguire, costantemente, sempre, per tutta la vita.
 
Vorrei, per concludere, consigliare alcune letture che possono illuminare chi ama scrivere (altrimenti possono servire per rispolverare quanto già si sa; ne vale la pena comunque):
 

COME UN ROMANZO - Daniel Pennac, Ed. Feltrinelli .
 
IL MANUALE DEL GIOVANE SCRITTORE CREATIVO - Bianca Piztorno, Ed. Mondadori.
 
IL MANUALE DEL POETA - Mario Santagostino, Ed. Oscar Mondadori.
 
IL MESTIERE DELLO SCRIVERE - Ian Linton e Romano Gasperoni, Ed. F. Angeli.
 
SCRIVERE - Roberta Mazzoni, Ed. Il Saggiatore.
 
COME SI SCRIVE UN ROMANZO - Maria Teresa Serafini, Ed. Rizzoli.
 

N.B. Le interviste e alcuni dati qui riportati sono tratte da: Donna Moderna, giugno 1995, 123-130 Club3, giugno 1995, 28-31

 



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