APPUNTI SUL 21° SECOLO
 
LA RIFORMA MORATTI & CONSIDERAZIONI SUL FUTURO DEL SOCIALE IN ITALIA
(completamento ad intervento parziale reso verbalmente in assemblea presso scuola Perasso DI Genova in data 18 –02-04 ,dallo scrivente Paolo Gastaldo genitore ,come contributo di idee e riflessioni al tema in oggetto )
 

Non v’ è dubbio che la riforma Moratti non è che uno dei tanti effetti di un onda lunga che parte da lontano ed è conseguenza di una concezione della società che punta a superare o a ridurre il peso degli stati nell ‘ erogazione dei principali servizi . La partenza di questa “onda “ di cambiamento la si riscontra negli anni 80 negli Stati uniti ,la “Reganomics” è il motore che spinge ed influenza sul versante europeo la politica “Tacceriana” ,(privatizzazzioni e riduzioni della pressione fiscale sono I corollari di questa impostazione) .

Questa linea acquista vigore con la caduta del muro di Berlino 1989,e le conseguenze della dissoluzione sovietica ,che da giusto processo di liberazione e cambiamento di quelle societa’ vessate da decenni di sistemi autoritari , si trasforma ben presto in una formidabile ’ accelerazione di un modello che viene poi definito come “neoliberista”.(o pensiero unico )

Jermy Rifkin nel suo libro “la fine del lavoro”,con lucidità tratteggia questo processo di cambiamento analizzando le trasformazioni statunitensi anni 80, e ci offre adeguati strumenti per comprendere le attuali tendenze in atto in Europa.

L’ economia e gli interessi dei grandi gruppi multinazionali USA ad un certo punto hanno la meglio , sulla concezione del” welfare state Roosweltiano” , meno tasse ,dislocazione delle produzioni nei luoghi con basso costo del lavoro e aumento generalizzato dei profitti sono gli obiettivi .

Il progetto si attua e I grandi gruppi cominciano a spostare in estremo oriente , in particolare verso la Cina ( che sembra offrire maggiori granzie di affidabilità ) vasti settori delle produzioni ,ben presto questo paese arriva ad assorbire quasi il 25% del mercato modiale della produzione informatica.,non del softwhere ma della componentistica (in Italia si estingue primi anni 90la produzione Olivetti )cresce di converso a livello esponenziale il pil di quel paese con tassi dall 8-9% contro il 2-3% di quello medio Europeo .

L’ Europa nel 1992 fà proprie queste indicazioni e il trattato di Maastrict diventa l’ unico collante alla costruzione della moneta unica del 2001.L’ “unione “ si adegua e I gruppi finanziari e multinazionali inglesi, francesi, tedeschi ed italiani ritengono conveniente l’ indicazione americana.

L’ unione da insieme federativo fondato sul principio di societa’ bilanciata tra pubblico e privato tende a fare propri gli orientamenti del modello economico imposto dalla concorrenza statunitense, I convegni economici sul commercio mondiale sotto l’ egida della presidenza Clinton , avallati e condivisi anche da vasti settori delle sinistre europee ,sanciscono il principio di “ libera circolazione delle merci “ ,incentrando questo processo nella abolizione dei dazi ,sostenendo che tale orientamento è il volano della crescita delle aree piu’ povere del pianeta . Clinton infatti attacca l’ emergere del pensiero no global( Seattle 99 –Josè Bovè ) come camuffato tentativo di conservazione di protezionismi a vantaggio delle vecchie garanzie e privilegi in atto nell ‘ Europa-“ ante caduta del muro di Berlino”.

Ma questo processo con indubbi vantaggi per I gruppi finanziari e societari multinazionali che vedono la crescita esponenziale dei loro profitti con anche la possibilità di dislocare in paradisi fiscali sedi di società collegate al fine di evitare I carichi fiscali imposti dai paesi di provenienza , causa ben presto un terremoto finanziario di vaste proporzioni ,se da un lato si assiste al crollo del sistema ARGENTINO , le borse sembrano impazzire ed oscillare con scandali come la dissoluzione del colosso americano Enron .(il recente caso Parmalat in italia )

In Europa ove questo processo di liberalizzazione incontra maggiori resistenze, l’ economia sotto la potente spinta della globalizzazione asiatica a basso costo ,ristagna,… Germania e Francia sono I primi paesi a sforare I limiti del trattato di Maastrict .

Nasce un generale coro guidato dalle varie “confindustrie europee”a flessibilizzare ulteriormente il mercato del lavoro , in Germania Sroeder incontra forti difficoltà nel suo partito quando introduce l’ ipotesi di colpire lo stato sociale e le pensioni .

In Italia paese ove le privatizzazzioni avvengono in misura maggiore (che nei due paesi di riferimento Francia e Germania ),la situazione non migliora , si allarga il precariato diminuisce il salario reale ,cala il pil del paese a quota di crescita zero ,e peggiorano le condizioni di vita dei ceti sociali medio bassi .

COME SI FA’ QUINDI A CONTENERE E A LIMITARE LO SMANTELLAMENTO DELLO STATO SOCIALE IN ITALIA E IN EUROPA ?

Le recenti mobilitazioni nel settore : trasporti , sanità (medici ospedalieri ),università e scuola di base contro la riforma Moratti ,indicano senza ombra di dubbio la preoccupazione di vasti strati sociali verso l’ incerto futuro che queste riforme implicano non solo nella funzionalità dei servizi sociali propriamente detti ma anche nella forma dello stato che con la devolutions tenderà,.. se attuata senza correttivi, ad accentuare drammaticamente differenze gia’ visibili tra le aree forti e deboli della nazione .

Prodi recentemente patrocinando la formazione del nuovo “ulivo “ ha parlato di mercato controllato ,ma in quest’ ambito c’ è molta confusione, la stessa che porta ai voti separati sulla questione Irakena ad esempio ,che sottindende diversità di pensiero tra chi pensa a un modello di sinistra subalterno alle scelte liberistiche di cui ne condivide I contenuti (il neo riformismo ) e chi pur condividendo il mercato ritiene invece intangibili I contrappesi sociali .(welfare , servizi , diritti )

In questa divisione stà tutto l’ empasse del progetto sociale ,che il centro sinistra fatica ad esprimere quindi il risultato è solo la pratica di una strategia difensiva che punta a ridurre il danno nell ‘ immediato , ma……… non lo esclude per il futuro .

Tutto si impantana sugli errori che parte della coalizione democratica(Rutelli/ D’ Alema ) pone quando ad esempio definisce I ceti moderati come loro targhet preferenziale ,( per rubare consensi alla destra proponendo scelte moderate )usando una pessima e datata definizione sociolologica (I moderati nella 1a repubblica erano costituiti dall ‘ elettorato democristiano )oggi le distinzioni vanno fatte se mai tra ceti salariati e ceti imprenditoriali .Questo spiega perchè molti elettori del polo si riconoscono nelle preoccupazioni indotte dal caro vita e da progetti come la riforma Moratti , il che stà ad indicare (che uscito di scena il pantano tra comunismo e democrazia della 1a repubblica ) il confronto e’ oggi non sulla natura del sistema e sua messa in discussione ma semplicemente sul fatto di conservare o meno alcuni ingredienti che sono fondamentali alla definizione di societa’ evoluta .

COSA INTENDIAMO PER SOCIETA’ EVOLUTA ALL ‘ INIZIO DEL 21° SECOLO ?

Senz’ altro una societa’ che non arretri verso l’ impoverimento di vasti strati sociali ma vada nella direzione di un progresso tecnologico e sociale atto a migliorare le condizioni di vita e non a peggiorarle .Società evoluta e’ quindi quella che nella pur necessaria espansione dell’ economia di mercato,.. sà ascoltare I bisogni della gente potenziando I servizi , non riducendoli ,a mera concessione . Servizi, sicurezza ,diritti , circolazione di danaro sono I migliori ingredienti per la crescita dell ‘economia, e dei consumi nella pace sociale ,( si puo’ poi dissertare su modelli di sviluppo più o meno penalizzanti per l’ ambiente –protocollo di Kjoto ) la messa in discussione di questi principi elementari ,che oscurano il concetto stesso di modernità oltre ad essere dannosi per l’ economia , accentuando dislivelli tra aree forti e deboli, finiscono per impoverire e precarizzare la società verso un orizzonte plumbeo di disgregata conflittualità sociale, anche con possibili impennate razzzistiche per le varie guerre tra poveri che proprio nelle nostre società potrbbero prodursi , nel confronto con le nuove immigrazioni .

LA DIFESA DEI SERVIZI SOCIALI HA EFFETTO SE CORRISPONDE ALL ‘ AFFERMAZIONE DEL PRINCIPIO ETICO FILOSOFICO DELLA SOCIETA’ CHE NOI VOGLIAMO .

Se la risposta a questi reiterati e continui tentativi di smantellamento del pubblico si basano solo sulla presentazionie di segmenti corporativi e slegati da UNA RIVENDICAZIONE GENERALE DI MODELLO SOCIALE ,saranno facilmente riducibili le vertenze dei tranvieri o dei medici o degli insegnanti che passeranno non come affermazione di un principio ordinatore di una societa’da definirsi evoluta ma come semplice e circostanziato malcontento ininfluente al quadro generale , che oggi pare solo rivolto ad attuare una tendenza solo a servizio dei grandi potentati finanziari ,..(crisi delle esportazioni ,calo dei consumi , calo del gettito fiscale ,=tagli dei servizi a tutto campo )

La soluzione del problema Stà quindi nella capacità o meno dei sindacati e dei partiti d’ opposizione ,a far si’ che questa domanda di civiltà e di democrazia che sale dai ceti piu’ colpiti da questa crisi si coaguli nella definizione di un progetto sociale netto ed inequivocabile .Se cio’ avverrà I problemi… degli anziani senza assistenza ,… dei disoccupati , …delle giovani generazioni e della loro formazione , della salute.. diventeranno fattori irrinunciabili proprio ai sensi di un indiscutibile concetto di modernità a cui non possiamo rinunciare .Cio’ porra’ le basi per stimolare proposte circa il reperimento delle risorse necessarie a tal fine , concependo un modello economico piu’ attento a queste esigenze ,in cui ovviamente gli stati nezionali e confederali (unione europea ) possano di nuovo agire come arbitri e controllori sull ‘ economia globale e non soltanto come mediatori all ‘ attuazione di riforme impopolari spacciate come innovative .( Rifkin sostiene da tempo che le multinazionali oggi contano piu’ che singoli stati nazionali ) >(la demonizzazione degli stati ,del loro costo , dello statalismo ,come fenomeno deteriore , sono solo gli ingredienti vantaggiosi della propaganda che subiamo scritta e dettata da chi ha soldi nei paradisi fiscali ,e puo’ permettersi le migliori cliniche statunitensi e college prestigiosi per I propri figli a 150.000$ all ‘ anno )

E’ IN GIOCO IL FUTURO DI QUESTO 21° SECOLO

La nascita o meno di un grande movimento di massa e di pensiero su queste tematiche ,che sia non difensivo ma propositivo puo’ condizionare il corso della storia di questo 21° secolo, Il mancato ritorno a valori e progetti di ingegneria sociale certi e modernamente disposti al futuro puo’ causare in poco tempo il deterioramento del quadro complessivo , verso inimmaginabili scenari di miseria e disgregazione sul lungo periodo sconvenienti anche alla logica brevimirante ed ingorda dei potentati economici ,

>(stranamente la storia del 20° secolo non ha insegnato abbastanza , per ritornare a discutere di principi e valori che solo pochi anni orsono erano dato certo,… nella nostra… ad esempio illusione di un europa dei diritti, ed il sogno mitizzato per molti italiani dell’ unione come conseguimento dell ‘ agognato traguardo delle socialdemocrazie scandinave,oggi ritornano invece I fantasmi ottocenteschi dell ‘ applicazione rozza del pensiero di Adam Smith ,delle guerre e dell ‘ economia di rapina ,e non bastano certo gli appaelli di liberal come Stiglitz , premio nobel e già presidente del fondo monetario internazionale … )

PAOLO GASTALDO giovedì 19 febbraio 2004 12.06.52 Genitore


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