IL RAGIONIERE VOLANTE...

Da un' idea del dic. 94 ,elaborazione maggio 2000, riscrittura e correzione giovedì 3 maggio 2001 autore PAOLO GASTALDO racconto n°01, storia semiseria e surreale SUL FUTURO PROSSIMO VENTURO ove ogni riferimento alla realtà è di pura fantasia.

L'AZIENDA GIAPPONESE

Osvaldo Bertocchi era nel 2015 ragioniere amministrativo della NAKAMURA TRADING, multinazionale di importazione giapponese,con sede a Milano.Il suo compito consisteva nel controllare il corretto funzionamento dei vari arnesi tecnologici che costituivano il suo fatiscente ufficio , una modesta stanza al 4° piano , dotata oltre che del fax, che trasmetteva ininterrottamente, accumulando messaggi che si ammonticchiavano su una griglia metallica, anche di un personal modernissimo che raccoglieva gli ordini per poi spedirli ai magazzini ,ove entro e non oltre le 18.30 il personale avrebbe organizzato le consegne del giorno dopo. Tutto doveva avvenire alla perfezione e concludersi nei tempi stabiliti dall' azienda, non si poteva fumare, la pausa caffè era stata abolita nel 2006 , Per chi trasgrediva , un sensore posto in ogni stanza segnalava sul monitor ...del COMPIUTER GENERALE AZIENDALE la accertata insubordinazione che costava il 10% dello stipendio.I bisogni fisiologici erano anche essi regolamentati, si consentivano 6 minuti di " seduta in". bagno...un timer posto nella serratura ,faceva accendere un video posto a soffitto ove appariva il viso virtuale di una giovane giapponese,la quale sorridendo diceva con una voce metallica e un pò stridula,:.."il tempo é stato superato..ogni minuto eccedente vi costerà la detrazione del 1% dal vostro stipendio..."dopo una breve musichetta e il logo della Nakamura lo schermo si spegneva. Naturalmente chi con problemi d'incontinenza e necessità di più 'evaquazioni quotidiane , dopo una prima schedatura ,gli avvertimenti, almeno 2 richiami in video ed anche le successive detrazioni dallo stipendio , continuava a sforare i famigerati 6 minuti ,con una lettera in giapponese e in italiano , ..veniva rapidamente ..licenziato. Il lavoro iniziava alle 7.3° del mattino e si concludeva alle 19.3°,dodici ore , ma per la "globalizzazione"ne venivano pagate 8.

IL MONDO

Nel 2011 si adottarono anche, per abbassare i costi e aumentare i profitti, accordi di lavoro gratuito, remunerato solo con "bonus" quali alloggio: ... cibo, vestiti,tariffe, e assicurazioni. La gente accettava ...qualsiasi offerta era preferibile a finire in strada o sotto l' inesistente tutela di ,servizi sociali insufficenti che costringevano talvolta a mendicare un pasto caldo alla Caritas.Per ottenere lo status di cittadino ,con diritto ai servizi occorreva la scheda magnetica verde identificativa di un azienda,che facesse da garante, altrimenti si poteva ottenere la:"famigerata rossa che raccoglieva la parte più disagiata della popolazione.Tutti vivevano nel terrore di finire in basso tra..quelli della.." tessera..rossa..! Erano come carte di credito, la prima concessa dalle aziende ,aveva quasi un valore simbolico nello stabilire di fatto che la proprietà privata dei mezzi di produzione includeva anche gli umani, l' altra concessa da quel che rimaneva degli organismi pubblici dell' Unione Europea,voleva testimoniare dell' esistenza di uno stato,ma offriva molto poco , una assistenza sanitaria in strutture volontaristiche e a carattere filantropico ,sporche e inefficienti ,poiché gli ospedali di pregio pubblici erano stati da tempo assorbiti da privati , e un irrisorio sussidio di disoccupazione . Il mondo governato da grandi corporations ,organizzate con una struttura di tipo piramidale, era sottoposto ad una strana tecnocrazia feudale. Le multinazionali disponevano di tali risorse finanziarie da contare molto di più di singoli stati nazionali,potevano comprarsi intere catene editoriali, finanziare qualsiasi partito politico in grado di assecondare i propri interessi, e ispirare se conveniva , sanguinosi conflitti nel sud del mondo. Così i governi locali anche dell' area occidentale ricca ed evoluta del pianeta ,seguivano fedelmente le direttive.

OSVALDO BERTOCCHI NON SI LAMENTAVA

Osvaldo Bertocchi poteva considerarsi fortunato ,aveva uno stipendio di 75 euro al mese la tessera verde . Il danaro era lo stesso elargito per mansioni analoghe nella filiale del Pakistan ,ma cambiavano i bonus per chi ovviamente viveva nei settori occidentali del pianeta. Occupava un monolocale nel 12° quadrante posto a nord ovest della città ,per l' affitto , le spese domestiche, sanitarie e gli spostamenti in città utilizzava la tessera verde della Nakamura, c' era un tetto di spesa mensile da non sforare ma abbastanza ampio. Ogni giorno dopo 25 minuti di metropolitana raggiungeva il palazzone adiacente a piazza del Duomo che alle stesse ore puntualmente attraversava. Milano sembrava in stato di guerra , per conservare un' ordine pubblico accettabile almeno nei quadranti centrali della città, nella metropolitana, e nelle principali stazioni ,necessitava un consistente impiego di uomini.Ma nonostante si fossero acuite le misure repressive ,e che in centro e in tutte le vie principali ,giganteschi schermi digitali interrompessero spot pubblicitari, con immagini di arresti ed esecuzioni sommarie ," per dare l' esempio" , la criminalità aumentava, e molti quartieri periferici in cui era più accentuato il disagio sociale , erano stati da tempo abbandonati a se stessi. Bertocchi un tipo metodico, soddisfatto dei vantaggi che la sua vita modesta consentiva , non si sentiva in disaccordo con la situazione sociale, e il suo lavoro lo soddisfaceva. Condivideva in pieno la linea del partito di centro destra che aveva votato : Nuova Televisione, ma del resto non vi era molta differenza tra il cartello delle destre,"Unione per la Ricchezza" e quello di opposizione" Sinistra Benestante ".Entrambe avevano come fine ultimo il " liberismo più sfrenato, con poche differenze, e la competizione tra i due schieramenti era tra chi sapeva dimostrare meglio la disponibilità a servire gli interessi delle multinazionali , vincere significava potere e vantaggi personali per i politici. . Ben presto accanto a torri di cristallo si allargavano vere e proprie bidonvilles, con un'economia da Suk ,chiunque poteva commerciare esentasse qualsiasi cosa, molti per soldi si privavano anche di un occhio e un rene.

IL DISASTRO AMBIENTALE E CLIMATICO

Ad un ingovernabile disordine urbanistico corrispose anche il collasso ambientale. Lo smantellamento definitivo dell' intervento pubblico nella depurazione delle acque,affidato a ditte senza scrupoli,che trovarono nella privatizzazione l' occasione giusta per smaltire qualsiasi rifiuto tossico, con lauti guadagni,il chiudere un occhio compiacente e corrotto di organismi governativi ormai a"stipendio" di aziende fuori legge e cosche mafiose, trasformarono il mare attorno alla penisola in una sorta di "melassa scura" in cui bagnarsi lo si faceva a rischio della vita.Nessuno utilizzava più l' acqua dei rubinetti , e nelle zone più ricche, autobotti di acque minerali alimentavano i serbatoi degli edifici più di pregio. Era il 20 settembre del 2015 , la fine di un' estate torrida e afosa uguale a tante altre, si determinava ormai da tempo che il cambio di stagione si annunciava già dalla fine di agosto,…trombe d' aria e alluvioni erano il segnale,poi si ripetevano ad intervalli regolari fino a dicembre inoltrato, con temperature da molto tempo fuori norma . Gli effetti devastanti del clima colpivano soprattutto i più poveri , nei quartieri fatiscenti,e nelle grandi "bidonvilles "del pianeta.

LA MENSA AZIENDALE

Quell' anno non fece eccezioni , e già dal primo mattino quando Bertocchi uscì con impermeabile , ombrello e valigetta ,il cielo plumbeo e grigiastro non lasciava prevedere nulla di buono.La giornata non fu positiva , all' 1,15 durante il quarto d' ora di pausa pranzo,nella mensa dell' azienda ebbe anche uno spiacevole episodio.La mensa un ampio stanzone del palazzo , era costituita da un lungo tavolo, con 14 sgabelli anatomici rotanti, ancorati alla base di esso, e un cilindro di acciaio traslucido posto sopra , della stessa lunghezza. Ogni posto era contrassegnato sulla parete del cilindro da un piccolo monitor , su cui appariva la donnina giapponese ,delle toilettes, che augurava buon appetito, dando informazioni sul tipo di cibo prescelto , fuoriuscito dai 9 fori di uscita con led luminoso , che si accendeva a seconda della scelta.Il menù si aspirava direttamente da cannule inserite nei fori di uscita, così si evitavano piatti stoviglie e vassoi, esse venivano prese all' ingresso del salone da un contenitore, poi dopo l' uso lasciate in un altro all' uscita .'C' era la pappa verdina, vegetale, una rossastra con della pasta piccolissima , per i carboidrati, una marroncina alla carne di manzo, una alla frutta , un' altra con uno stomachevole dessert,e le altre 4 riservate ad acqua , vino, birra e caffè.Una manopola regolava l' afflusso del cibo, il tempo rigorosamente pianificato,non doveva superare i 15 minuti più i 6 per l' eventuale evaquazione. Bertocchi si sedette ordinatamente nel posto lui assegnato ,e il suo vicino che faceva l' usciere , un tipo sanguigno di origine romagnola simpatizzante per un gruppuscolo extra parlamentare denominato :" Utopia Comunista", tra un' aspirata e un' altra , conoscendo le idee politiche del ragioniere, cominciò ironicamente a provocarlo . Bertocchi con pacatezza come era solito fare, ma anche con un che di risentimento e sottile e malcelata aggressività ,inusuali per il personaggio, forse dovuto ad un transitorio nervosismo di quel giorno,gli si rivolse dicendo:-"Soltanto chi non ha altre possibilità che essere un usciere , può avere il coraggio di rompere i coglioni, con un ideologia morta e sepolta come il. comunismo...."Non fece tempo a finire la frase , che sulla guancia destra atterrò potentissima la mano grande e pelosa dell' usciere. Gli occhiali schizzarono in alto oltre il cilindro ,Bertocchi disarcionato dal seggiolino anatomico finì sul pavimento , incastrato tra il suo e quello di un altro collega , che si chinò esterrefatto facendolo rialzare. Mentre gli altri trattenevano a forza l' usciere che voleva continuare , il monitor con la donnina giapponese , cominciò a funzionare,la voce metallica e compiuterizzata oltre che sanzioni pecuniarie ,minacciava licenziamenti...Gli animi si calmarono e tutto tornò normale Seccato ed umiliato della reazione dell' usciere che non avrebbe mai pensato potesse verificarsi,salì nel suo ufficio....Il tempo era pessimo ,pioveva , le gocce di pioggia spinte dal vento si dividevano in innumerevoli rivoli.

IL VOLO

Alle 19.25 indossato il suo impermeabile sempre lo stesso di colore grigio,uscì in strada.La pioggia era cessata, ma nel cielo le nubi si inseguivano ancora veloci,in una calma irreale , le auto si incolonnavano ai semafori,rari passanti dal passo affrettato ,sembravano inquieti.In attesa del verde , sentì da due domestiche filippine , cariche di borse della spesa , che quel pomeriggio si erano determinate trombe d' aria, un paio anche alla periferia di Milano,e che i fiumi del Veneto erano in piena.Raggiunse velocemente Piazza del Duomo , stranamente deserta, negozi già chiusi, e un vento fastidioso che si levava a tratti, i video sui palazzi ,interrompevano spot pubblicitari con scene apocalittiche di paesi distrutti e ponti crollati.Quando non era ancora al centro della piazza con il duomo alle sue spalle ,sentì un boato incredibile .Si voltò ..con terrore una colonna scura oscillante alta fino al cielo, lo stava raggiungendo,...Fu nella polvere,tutto volava ,tegole , persiane , automobili ,comignoli,era in aria , colpito da innumerevoli oggetti.... vide Milano dall' alto, le case rimpicciolirsi , accanto a lui vorticavano anche due cassonetti della spazzatura , e un furgone, ma .. non fu colpito..Gli appennini ..la pianura .. il mare..perse i sensi....... Si risvegliò in un deposito di barche ,diroccato da cui si vedeva il mare disteso su una stuoia , la gamba destra legata con stecche di legno,la testa e il braccio sinistro fasciati,scorse attorno a lui figure seminude con capelli lunghissimi annodati dietro la nuca , stavano all' imbocco della costruzione seduti in cerchio attorno al fuoco, che proiettava bagliori rossastri sui muri decrepiti,allungando e accorciando le ombre dei suoi bizzarri ospiti. Uno di loro percuoteva ritmicamente un rozzo tamburo di palma ,un altro con un flauto di legno tentava di seguire il ritmo con note dissonanti.Ad un tratto una ragazza , dalla pelle cotta dal sole , capelli neri intrecciati in minutissime trecce,si voltò udendo la voce stentata del paziente...che chiedeva acqua.-" Ue..ti sei svegliato ,...figa. come hai dormito..lo sai te che ti abbiamo raccolto in mare dopo la tromba d' aria , più morto che vivo ,hai sognato per una settimana intera ,"- lei e gli altri gli si fecero intorno e gli raccontarono tutta la storia di quello strano gruppo di transfughi che si era scelto come nome "comunità dell' acqua"......

LA COMUNITA' DELL' ACQUA

Si era formata pian piano con gente che dalle periferie lombarde sceglieva la vita primitiva all' inferno della miseria .Occupate le scogliere attorno al levante di Genova si insediarono negli angoli più remoti fino alle porte di la Spezia . Dopo una iniziale e violenta opposizione , da parte degli abitanti locali ,con morti da entrambe le parti su interessamento della mafia locale, fu ritenuto conveniente tollerare questo insediamento ,perchè poteva offrire mano d' opera per traffici illeciti di ogni sorta ,in concorrenza e a bilanciamento dell' ormai inarrestabile Mafia Albanese.Accordarsi ,e spartirsi le zone era meglio che la guerra.Del resto con il progressivo peggioramento,della condizione ambientale, un abusivismo edilizio senza leggi sponsorizzato dalle nuove destre ,come elemento utile a sostenere lo sviluppo,e un mare - "che faceva schifo solo a vedersi"-...la costa ligure perse progressivamente il suo valore immobiliare e i più ricchi che possedevano ville da sogno dopo innumerevoli saccheggi le abbandonarono progressivamente , avendo già da molti anni scelto lontane ,tropicali ed esclusive mete ,per i loro soggiorni al mare. La "comunità dell' acqua " crebbe , con la sempre più indifferente e interessata indifferenza delle autorità locali , si svilupparono regole rozze ma efficaci,i primi venuti che avevano occupato i siti migliori, ville diroccate, moli,e depositi,dettavano regole e condizioni ai nuovi arrivati, chi trasgrediva ,era invitato ad allontanarsi ,chi non lo faceva frequentemente veniva trovato morto al mattino ,sulle scogliere,e tutto finiva nell' omertà.Gli organi buoni del defunto venivano espiantati, e venduti,il resto finiva sciolto nell' acido.

GENOVA SUD DEL NORD

Mentre Torino con la totale cessione della Fiat era sprofondata nel baratro , poiché l' azienda acquirente aveva trasferito in Germania tutto ciò che era utile,e Milano e il nord -est resistevano ancora , con attività commerciali e produzioni industriali ,Genova Sud del Nord conveniva di più come "porto franco" per ogni genere di traffico ,tutto era affidato a due famiglie mafiose ,i Lo Pinto di origine siciliana, gestivano il ponente ,i "Barraca calabresi il levante della città. La posta in gioco era il controllo della "mafia albanese " e di quella nordafricana,il"pizzo" che veniva raccolto da queste su attività commerciali , prostituzione , gioco d' azzardo, droga, appalti,era a seconda delle zone di influenza ,versato alle due prima citate famiglie,le quali ne corrispondevano buona parte a partiti politici, istituzioni deviate,magistrati e forze di polizia a "stipendio" A tutti conveniva , ogni tanto però qualche frazione della "mafia albanese non stava ai patti , e se non bastavano "i picciotti" della "comunità dell' acqua " nelle necessarie operazioni quali agguati ed esecuzioni , intervenivano direttamente le forze dell' ordine ufficiali , in quanto toccate nei propri interessi.Generalmente dopo brevi ,ma sanguinose sparatorie tutto ritornava normale,i malavitosi albanesi dopo essere tradotti incaprettati di fronte "alla cupola " ,riunioni a cui pare fossero affiliati anche il sindaco e il prefetto,dopo un breve e sommario processo , previo lo sgozzamento venivano sciolti nell' acido, in antiche cisterne nei sotterranei del centro storico..La città ,si divideva a seconda delle etnie che la abitavano , gli abitanti erano cresciuti e vere e proprie "favelas" riempivano totalmente gli spazi verdi delle colline,i più ricchi occupavano ancora il levante della città,ma i quartieri erano blindati e difesi da veri e propri eserciti privati,si poteva entrare in questi residence solo se in possesso di sofisticate tessere magnetiche , impossibili da falsificare.La conoscenza di armi e arti marziali era una specializzazione molto richiesta,per la protezione e la scorta continua delle famiglie più abbienti. La comunità dell' acqua comunque ,oltre agli aspetti malavitosi,presentava anche caratteristiche interessanti,e molti dei membri di questa collettività adattandosi ,a vivere in modi disagiati ,riadattando vecchi e diroccati ricoveri di barche,o in improvvisate e pensili strutture di legno sospese sulle scogliere, collegate da precarie passerelle rette da funi ,godevano di una relativa libertà , potevano pescare e ricavare qualcosa per sopravvivere.La parte peggiore ove risiedeva anche il"consiglio", occupava la parte alta della costa e gli edifici più di pregio, vecchie ville ma ancora abitabili.Lì si svolgevano i traffici veri e propri, c' erano armi ,automobili, moto,e tutto ciò che serviva a svolgere i compiti indicati dall' organizzazione,i "pescatori" ,dai lunghi capelli "rasta" erano utilizzati oltre che per la pesca anche per lavori episodici di fatica,accettati di buon grado .Le attività comunitarie , erano incessanti, chi iniziava a pescare al mattino, con canoe e lancette a remi chi tra i ruderi assemblava oggetti di artigianato da vendere in città,Alcuni con barche più grandi partivano di sera ,e le lampare illuminavano la notte.Nonostante l' inquinamento , il mare manteneva sempre una certa vitalità ,ovviamente erano scomparsi i pesci di pregio ,ma i cefali erano in abbondanza, bastava accontentarsi. Le sere si consumavano dolcemente nel rumore ovattato del mare quando mollemente si frange sulla scogliera, che si illuminava di falò e di effluvi di canapa, abbondantemente fumata ,tra le voci ,e confusi suoni di chitarre e tamburi,per poi verso l' alba tutto affievolirsi per lasciar posto ai gabbiani , che ripulivano i resti dei molti pesci arrostiti.

OSVALDO BERTOCCHI DIVENTA IL RAGIONIERE VOLANTE

I giorni successivi al risveglio , le difficoltà a muoversi, i dolori per le ferite ,e l' incontro forzato con gente dai modi di vivere così differenti a Bertocchi crearono grandi ansie e il desiderio di fuggire al più presto.Tuttavia il migliorare della sua condizione fisica , la tranquillità dei suoi ospiti , che lo avevano salvato ,e il sole che ogni giorno vedeva affondare all' orizzonte ,tra riflessi violazzurri ,metteva in moto nel suo cervello sensazioni che fino ad allora gli erano sconosciute, di libertà e di lontananza da un mondo che sentiva oppressivo ,certo erano inquietanti,i legami della comunità con la malavita , ma non era forse malavitosa in fondo l' azienda giapponese multinazionale che sfruttava e condizionava poveracci, in tutto il pianeta? Col passare del tempo , e la ripresa piena delle sue capacità fisiche ,il desiderio di rientrare a Milano si affievolì del tutto, e le date di partenza slittavano sempre. Finì con l' accoppiarsi con "Luna " la ragazza scura di pelle che lo aveva maggiormente assistito , due anni dopo ebbe una figlia che fu chiamata "Marea". Da un ritaglio di giornale ingiallito di alcuni mesi prima, venne a sapere che l' azienda giapponese aveva chiuso i battenti ,e tutti i suoi colleghi erano stati licenziati.Divenne membro effettivo della comunità e fu integrato con mansioni di contabile e "consigliori" direttamente dai vertici, che spesso per la sua conoscenza di fatti economici lo consultavano, fu chiamato da tutti -"il ragioniere volante"-,