Ma quanti graffi, Gastaldo

di Germano Beringheli

È una sorta di passo-doppio fra Espressionismo e Surrealismo a caratterizzare le immagini graffianti di Paolo Gastaldo esposto al Bagdad Caffè, in salita Inferiore di San Rocchino 4r proprio accanto al Teatro Corte dei Miracoli. Il loro fine è nel superamento dei limiti della concezione meramente estetica per porre in luce il malessere sociale di questo fine secolo, come scrive Roberto Senigaglia presentando la mostra e l’atteggiamento polemico dell’artista, che è anche architetto, al quale, volentieri, ricordiamo le riflessioni di Loos sulla decorazione come vitalità nelle arti. Il linguaggio scelto ricorre alle ritmazioni di un contesto di sintesi delle arti, fra Espressionismo e Surrealismo, osservando la non estraneità della lezione pieassiana, che è di denuncia anche se qui in nessun dipinto albeggia ancora lo spirito innovativo che ci attendiamo dall’espressività più giovane, dalle trasgressioni della modernità. La mostra, nelle ore di apertura del Cafè-Club, è visibile al mercoledì fra le 21 e le 24 dal giovedì, al venerdì e al sabato dalle 19 alle 24.

Germano Beringheli
critico d'arte, recensione per il quotidiano "IL LAVORO" 16/04/1994