Ferragosto 2000 - Con l'amico Roberto Sinigaglia (a sinistra) in una cena all'aperto a Lerma (AL) tra dolcetti e barbera d'annata

UN PERSONAGGIO DELLA GENOVA SOTTERRANEA
Di Roberto Sinigaglia

Paolo Gastaldo è uno dei tanti personaggi di quella Genova meno conosciuta che cela al suo interno una vita sotterranea popolata da gente che scrive, dipinge, suona; ambiente eterogeneo animato da persone accomunate da una caparbia certamente pari al rifiuto che la città matrigna oppone alle loro proposte e ai loro sogni. Gastaldo, al di là di studi universitari e di esperienze lavorative consumate come architetto d’interni che lo hanno visto da sempre poco avvezzo a quanto regola di opportunità e convenzioni sociali avrebbero potuto suggerirgli, ha maturato una cultura della denuncia contro lo svuotarsi progressivo, quanto a significati e contenuti, della professione di architetto: le feroci competizioni tra colleghi per accaparrarsi favori a commessa da qualche politico eccellente soprattutto nei recenti fasti delle orge colombiane, lo hanno dirottato verso lidi più solitari e autentici. Dall’architettura intesa come fabbrica delle tangenti ha preso decisamente le distanze per maturare un’autenticità già manifestatasi negli anni giovanili col disegno e la pittura. Ecco il recupero di abitudini già vissute negli anni ’70 , fatte di esperienze umane, di frequentazioni in quel mondo affascinante e contraddittorio che e il centro Storico genovese abitato da intellettuali, artisti, emarginati. Che se non gli offrirono opportunità di lavoro favorirono però in lui affinamento artistico e curiosità intellettuale. La sua produzione comincia agli inizi degli anni ’80, costellata da numerosi episodi lavorativi, necessari a quadrare bilanci e a pagare bollette inevase, ma vissuti come fastidiose interruzioni. Si esprime in una ricerca che, muovendo dal disagio nei confronti di una società sempre più condizionata da modelli di vita consumistici, enfatizza un modo di osservare la realtà molto personale, che si manifesta in disegni e dipinti, con appunti, annotazioni di frammenti di esistenza vissuta o subita. Ne consegue un linguaggio che, se non coltiva la presunzione del verbo innovatore, ci regala una lettura assai originale capace di toccare e miscelare tra loro elementi già noti alla storia dell’arte contemporanea, quali l’espressionismo tedesco e il Novecento italiano. Il risultato è uno stile autentico e fortemente comunicativo. Le angosce dell’espressionismo vengono stemperate nell’ironia e nel surreale e le immagini scorrono tra città angoscianti dominate dalla tecnologia, squallide mense aziendali, ragionieri della vita spazzati via da improvvise folate di vento, coppie matrimoniali riprese in allucinanti insonnie notturne in compagnia di televisori sempre accesi, pendolari intristiti in quotidiane attese di autobus che non arrivano mai che si riscattano da una vita di noiosa obbedienza liberando palloncini verso il cielo. Ma la denuncia del malessere sociale di questo fine secolo, la descrizione dei vincoli e condizionamenti che imbrigliano l’umanità in un universo privo di certezze e di significati non rappresentano una mera denuncia fine a se stessa quanto uno stimolo a una riflessione volta a scovare libertà nei comportamenti e autenticità nei rapporti umani.

Genova, 7 dicembre 1992
Professor Roberto Sinigaglia, docente di Storia dei Paesi Slavi presso:
Università degli studi di Genova Via Balbi 6 16126 Genova
Tel. 010 209-9828/9 fax 010-209-9826