Learning tips                        

·  Full immersion: è la madre di tutti i consigli. Vale per tutte le lingue ma in particolare per l'inglese che non ha regole di pronuncia ed un enorme numero di vocaboli e una varietà di registri. Ma non è necessario andare all'estero. Non esistono solo i corsi di inglese, ascoltate canzoni (che vi piacciono) in inglese, guardatevi un film (sottotitolato o meno) in inglese, compratevi una parabola (oramai costa così poco) o seguite MTV. Qualsiasi occasione è buona ma fate ciò che vi piace perché solo così funzionerà.

·  L'inglese - Nuove lezioni semiserie di Beppe Severgnini, BUR: è una vera e propria miniera di suggerimenti per approcciare l'inglese in modo originale. E' giunto oramai alla 12ma edizione ed è un libro che consiglio soprattutto agli insegnanti (o che vi consiglio di regalare ai vostri insegnanti, soprattutto a quelli un po' tediosi delle superiori).

·  Soggiorni studio all'estero: in genere vi ricorrono i disperati che devono diventare fluent in due settimane. In realtà per avere un reale miglioramento servono almeno due mesi e una qualche occupazione che vi costringa a parlare. Se lavorate o non potete permettervi un soggiorno così lungo anche tre settimane vanno bene. Per lo meno amplierete il vostro vocabolario e, conoscendo molti amici tornerete con una maggiore motivazione allo studio. Provate a concedervelo come premio dopo un anno di studio in Italia.

·  Dizionario monolingua:  è uno strumento utilissimo dal livello pre-intermediate in su, da usare praticamente in sostituzione del dizionario Italiano-Inglese. Superato il primo momento di sconcerto ci si accorge che i nuovi vocaboli si ricordano più facilmente e si trova subito la definizione più calzante. Spesso i dizionari Italiano-Inglese portano a fare più errori di quanti ne correggano.

·  Little book: è un quadernetto da tenere sempre con sè e su cui annotare le nuove parole o espressioni che si imparano tutti i giorni. Se è indispensabile quando si è all'estero, è molto utile anche nella vita di tutti i giorni. La fonte può essere il libro o la rivista che si sta leggendo o uno spot pubblicitario visto in TV. Unico requisito: deve essere piccolo e comodo da tenere in tasca.

·  Programmazione neurolinguistica: non spaventatevi è molto più semplice di quello che sembra. Tutto quello che serve sapere è se siete una persona che apprende con gli occhi, le orecchie o la pancia. Tutti impariamo con questi tre 'sensi' tutti i giorni ma uno dei tre modi di apprendere è più sviluppato degli altri. Per esempio, se siete delle persone 'visive', per imparare i paradigmi dei verbi attaccate dei biglietti, possibilmente con dei disegni in ogni angolo della casa, possibilmente ad un oggetto che ne ricordi il significato. Se siete delle persone 'uditive' dovrete lavorare molto con le canzoni, mentre se siete 'di pancia' dovrete lavorare molto con frasi che contengano riferimenti al cibo o... dilettarvi in cucina, magari, perché no, dedicandovi alla cucina inglese.

·  Dizionario personale: perché crearsi un proprio dizionario? Perché purtroppo i nuovi vocaboli si imparano ma altrettanto facilmente si dimenticano. Riscriverne il significato, magari in inglese, magari aggiungendo una frase di esempio o il riferimento al contesto in cui si è trovata la parola aiuta a ricordare. Ma ancora più sorprendente sarà andare a rileggerli dopo un po' di tempo: se si avrà lavorato duro ci sorprenderemo di come il nostro inglese sia migliorato, diversamente saremo sorpresi di trovare scritte le stesse parole due o tre volte. E' un formidabile strumento per misurare i propri progressi per cui lo consiglio vivamente agli autodidatti.

·  Lavorare all'estero: è forse il modo migliore per imparare una lingua purché si abbia almeno una conoscenza di base. Ideale per gli studenti o per chi si può prendere un periodo off. Nel Regno Unito è abbastanza facile trovare un lavoro semplice purché si abbia buona volontà e spirito di adattamento. Negli USA occorre un permesso: la Green Card. Se avete poco tempo a disposizione, ad esempio solo qualche settimana è preferibile orientarsi al volontariato.

·  Le vacanze in un paese anglofono: se avete lavorato sodo durante l'anno una vacanza in un paese in cui si parli inglese ve la meritate proprio. E' molto importante sperimentare sul campo la lingua che avete imparato perché sarà sorprendente vedere che nonostante tutto funziona. Se poi, invece della gettonatissima Malta (dove vi capiranno anche se parlerete in siciliano stretto), sceglierete il Regno Unito o gli States avrete anche la possibilità di confrontarvi con la loro cultura e il loro way of life. Se sceglierete l'Inghilterra ne rimarrete affascinati così come è successo a me, Gianluca Vialli e Beppe Severgnini solo per citarne alcuni. A propo, vi raccomando in questo senso il suo libro, Inglesi, edito dalla BUR e ormai giunto alla 17ma edizione. Un vero spasso e l'occasione di conoscere qualcosa in più della loro recente storia, Iron Lady compresa. In ogni caso poiché l'inglese è lingua ufficale in quaranta paesi non avete che l'imbarazzo della scelta (e nessuna scusa). Qualche idea originale ve la posso dare io a questa pagina.

·        Collezionare: si colleziona di tutto, perché allora non collezionare anche phrasal verbs, modi di dire, errori, false friends, curiosità, neologismi, giochi di parole (puns), proverbi, barzellette il tutto rigorosamente di provenienza inglese o americana?

·        Order matters: ovvero, l’ordine con cui si compilano gli elenchi conta, non esiste solo quello alfabetico. Non è detto che un vostro dizionario debba essere per forza compilato in ordine alfabetico, potreste farlo per funzione grammaticale (es. nomi, verbi, aggettivi) o meglio per ambito o attività (es. casa, lavoro, amici etc.) o meglio ancora con dei glossari specifici (es. corpo umano, cucina, musica etc.). Per esempio, i noiosissimi paradigmi dei verbi irregolari si memorizzano più facilmente se sono divisi in gruppi: quelli che non subiscono cambiamenti, quelli con un solo cambiamento e quelli con due.

·        La pronuncia: vi sarete chiesti perché sottoporvi a tutto questo? Beh, per esempio perché ci sono ben poche regole di pronuncia. Se per caso qualcuno fosse convinto di conoscere regole ed eccezioni, provi a cimentarsi con questa poesiola, The Chaos. Se ne uscite indenni ne esiste anche una versione estesa... Non vi biasimo se poi vorrete invece iscrivervi alla Simplified Spelling Society che propugna appunto un inglese scritto come si legge. Non crederete ai vostri occhi.

·        Get involved: è importante utilizzare l'inglese non solo strettamente per il lavoro o lo studio, ma lasciarsi coinvolgere in qualche progetto. Ad esempio perché non proporsi come traduttore volontario per Amnesty International o per l'Associazione Albero della Vita o comunque per un'associazione che opera a livello internazionale. Se non siete così altruisti potreste invece considerare di iscrivervi ad un'università inglese. Non è necessario trasferirsi in Inghilterra e neanche superare lo IELTS. Con la Open University l'università inglese viene a casa vostra sia con corsi di laurea scientifici che umanistici. L'unico svantaggio è che per i non residenti (nel Regno Unito) non c'è il contributo statale e costa un patrimonio. Se invece preferite un'università più tradizionale a Roma c'è la sede della John Cabot University.

·        Dal vivo: non è vero che occorre andare all'estero o iscrivervi ad un corso (ammesso che l'insegnante sia madrelingua, cosa non sempre vera) per ascoltare l'inglese dal vivo. Ci sono diverse occasioni per partecipare ad esempio a convegni (Amnesty International Lombardia ne organizza alcuni di tanto in tanto a Milano) o ai seminari del British Council (per ricevere il programma milanese basta scrivere un'e-mail) oppure, se vi interessa l'inglese legale, potrebbe fare per voi la ELSA Italia ( The European Law Students' Association ) che organizza in alcune città italiane, tra cui Milano e Roma, diversi seminari relativi al diritto anglosassone tenuti spesso da madrelingua.

·        Ripetere giova:

·        L'inglese si impara con la baby sitter: riporto una lettera apparsa su Io Donna, l'inserto del sabato del Corriere della Sera, a firma Janine Raedts: [...] al giorno d'oggi, i giovani non soltanto ascoltano e apprendono lingue diverse parlando con la colf o con la baby sitter ma anche che i matrimoni intra-culturali [sic] sono in aumento. Noi, per esempio, siamo una famiglia che parla inglese, olandese e italiano, E non siamo nemmeno i soli nell'area della campagna veneta dove viviamo. [...] ci permettiamo di segnalarvi un sito web che si occupa proprio di questi argomenti. E' quello di Multilingual Matters, in'organizzazione con sede in Gran Bretagna messa in piedi da una coppia finlandese e inglese: www.multilingual-matters.com .

(30/04/07)

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