di
Stefano Regolo


Il pomeriggio regnava supremo su una Travia calda ed assolata.
Il panorama non era desolante ma non ispirava neanche tanti buoni pensieri .I cipressi che ondeggiavano lievemente in quella calura infernale erano infestati di tante cicale che cantavano all'unisono tutti i loro inni della bella stagione.
D'improvviso quel silenzio cantato dalle cicale fu rotto dal ronfare violento di un grosso motore.
Era un pullmann azzurro, quelli che di solito compiono viaggi regionali o comunque di breve percorrenza.
Il mezzo si fermò all'altezza di una pensilina consunta che si alzava sulla strada deserta come un minuscolo ombrellone in una spiaggia deserta e sconfinata.
Dal pullmann venne fuori una donna, una bella donna bionda, statura al di sopra alla media…

IL TAXI
Il caldo era insopportabile e il taxi che l'avrebbe dovuta accompagnare dal cliente tardava a venire.
Controllò l'orologio. Mancavano cinque minuti alle 18. Si guardò attorno. Alberi e solo alberi. Poco lontano un paio di piccoli cani randagi erano intenti a spartirsi
i resti di una gazza ladra morta da chissà quanti giorni.
Sospirò. I ritardi non gli erano mai piaciuti, specie se a ritardare era un tassista e non un facoltoso cliente pronto a versargli nelle tasche fior di milioni.
Sia chiaro, il suo non era un mestiere come tutti gli altri, però….
Tutt' un tratto il cellulare prese a squillare dall'interno della borsetta beige. Lo afferrò immediatamente e premette il pulsante della risposta.
Era Lucas il suo datore di lavoro.
<<Sì?>>
<<Ehilà Hilda Norovidza!>>
<<Ehi Lucas, senti….>>
<<No, senti tu-la interruppe la voce- ho poco tempo e ho un bel po' di cose da spiegarti….>>
<<Il taxi non è ancora arrivato ed io sto qui come una scema, in mezzo alla campagna deserta, insomma…>>
<<Insomma, stai un po' zitta! Il taxi arriverà presto! Sono io che sto in ritardo! Ora gradirei due minuti di attenzione!>>
<<Va bene!>>
<<Bene-annuì la voce dall'altra parte-il cliente di oggi non è una persona facile tutt'altro! E' leggermente squilibrato e forse anche un po' pericoloso ma tu, cara Hilda dovrai farlo fare e poi…..muoverlo come tu sia muovere…scoprilo quando devi scoprirlo …per poi..lasciarlo come solo tu lo sai fare! Sei ancora nuova ma hai talento! Sai la congrega ti approva; chissà forse un giorno….>>
<<Sarebbe bello!>>
<<Già ma ora pensa al lavoro! A proposito hai portato il materiale richiesto dal cliente?>>
<<Sì, ma è una cosa strana….>>
<<Strana? Niente è strano nel nostro lavoro, niente di niente!>>
<<Ok>>
<<Allora conto su di te! Ci sentiamo domani sera! Ciao Baby!>>
Non ebbe il tempo di salutarlo che la comunicazione fu già interrotta.
Attese altri dieci minuti prima che arrivasse il taxi.

IL TASSISTA
L'uomo che conduceva il taxi si fermò proprio innanzi alla pensilina. Dopo essersi scusato per il ritardo la fece accomodare sul sedile posteriore.
L'uomo aveva un aspetto assai campagnolo. Baffi lunghi ed arruffati, berretto marlboro sul capo, jeans sformati e consunti e cattivo odore
stantio di chi vede l'acqua ed il sapone una volta l'anno
Ciononostante si dimostrò un tipo vivace ed arzillo che aveva nella capacità di conversazione il suo punto forte.
<<Allora Benvenuta a Travia!>>, le sorrise l'uomo dallo specchietto.
<<Grazie!>>
<<E' la prima volta che viene qui?>>
<<Be' sì! Non è un luogo molto abitato, eh?>>
L'uomo proruppe in una violenta risata.
<<Compreso me ed il tuo uomo siamo una settantina di anime!>>
<<Lo sospettavo e comunque non ho nessun uomo qui!>>
L'uomo si voltò un istante soffermando lo sguardo sulle belle gambe della donna.
<<Ah, no?-disse- e chi sarebbe allora?>>
<<Un mio cliente, facoltoso fra l'altro!>>
<<Ora capisco-annuì il tassista-una lucciola è questo che sei, vero?>>
<<No, sono un'accompagnatrice d'alto borgo! Lucciola è chi batte su strade di merda come questa…..>>
<<Ehi, ehi-si ribellò il tassista- questa è una strada che porta ai confini del paese! Il tuo cliente che io non conosco bene abita in una di quelle ville sperdute al di là
del breve torrente! Non è Travia!Nel paese le strade son poche ma buone, questa è una strada di campagna!>>
<<D'accordo, d'accordo!>>
La conversazione ebbe un attimo di pausa. Attimo di pausa in cui Hilda ebbe l'opportunità di guardare più attentamente l'ambiente che stava attraversando e cioè
un susseguirsi di cipressi e querce e poi ancora querce e cipressi.
Sbuffò.
<<Non è un bel posto quello- sbottò tutt'un tratto il tassista-in quella zona morirono un tre bambini, tutti nel torrente senza contare che fu trovata assassinata la
moglie di Teodoro Nacci, il custode della nostra unica chiesa; le circostanze furono misteriose: gola tagliata e mani troncate, Dio mio che brutta storia! A proposito
ha sentito di quell'omicidio dell'altro ieri sera a Firenze?>>
<<No>>, rispose disinteressata la donna.
<<Roba da film dell'orrore! Un noto dentista trovato nella sua stanza da letto con il ventre completamente aperto….>>
<<Per favore tralasci certi particolari!>>, obiettò la donna.
<<D'accordo, lo facevo solo così….per parlare!>>
L'auto intanto svoltò in una stradina sterrata che si faceva largo in un piccolo bosco.
Da lontano Hilda potè vedere il torrente descritto poco prima dal tassista.
Uno stretto corso d'acqua che correva fra lunghe file di alberi dai contorni grotteschi e spettrali.
<<Manca poco ormai>>, disse il tassista ingranando la quarta.

LA VILLA
Arrivarono a destinazione qualche minuto dopo.
La villa si trovava sul lato sinistro della strada sterrata al di sopra di un lieve pendio e nel bel mezzo di una fitta boscaglia.
La recinzione alta e spettrale sembrava osservarla ammiccante in tutta la sua terrificante bellezza.
<<Be' che fa? Non scende?>>, le chiese il tassista.
<<Certo che scendo quanto al conto….>>
<<Già fatto!-le sorrise il tassista-il suo cliente ha pensato già a tutto!>>
<<Ah, bene!>>.
Si osservò attorno sconsolata! Quel posto era talmente desolante da farle venire quasi il capriccio di tornarsene indietro.
<<A domani sera allora-la salutò il tassista-Ciao e buon divertimento!>>.
Diede due colpi al clacson e via a tutta birra su per la strada.
Hilda osservò l'auto allontanarsi sempre più alla sua vista fino a scomparire completamente sotto le fronde di tutti quegli alberi giganteschi che circondavano la zona, l'intera zona!

L'INTERNO DELLA VILLA….
Suonò al citofono un paio di volte fino a quando non le rispose una voce di donna.
<<Chi è?>>
<<Hilda-gridò-Hilda Norovidza! Sono stata inv…>>
Non riuscì a terminare la frase che il cancello si aprì automaticamente, con un click facendole mostrare uno dei giardini più belli che avesse mai visto.
Era tutto punteggiato di siepi a forma d'animale che tanto le ricordavano un film, sì ma quale?
Dalla villa intanto, una bella abitazione a due piani stile tardo ottocento si aprì una porticina da dove fuoriuscì una donna sui sessanta con un bel sorriso stampato
su un volto non ancora preda delle tanto odiate rughe.
<<Salve Hilda!>>
<<Salve!>>
<<Ha fatto buon viaggio?>>
<<Be' non ci possiamo lamentare!>>
<<Si accomodi pure nel salone intanto le chiamo il Signor Ludanti!>>
<<Va bene!>>

IL CLIENTE
<<Signore, l'accompagnatrice è venuta!>>
<<Bene la faccia accomodare in salone fra non molto l'andrò a ricevere!>>
<<Già fatto signore!>>
<<Brava Cornelia! >>
<<Vado a ultimare i preparativi dela cena?>>
<<Sì, vada! A lei ci penso io!>>
La cameriera si congedò e le due mani appartenenti a colui che le aveva parlato cominciarono a sfogliare vogliose un album di foto andandosi poi a soffermare su
una bell'immagine nuda di una donna.
Le dita presero a scivolare candidamente sul volto della donna per poi scendere giù fino alle cosce.
Hilda Norovidza era il nome della donna nella foto, ucraina, venticinque anni, laureanda in giurisprudenza, bella puttana d'alto borgo, per tutti abile accompagnatrice.
Sorrise.
Dopo essersi aggiustato la bella vestaglia di seta viola si incamminò verso il salone.

L'INCONTRO
Era sempre nervosa poco prima di tutti gli appuntamenti ma la sua tensione era sempre dovuta alla poca esperienza. Poi a renderla più nervosa era quel piccolo particolare che le aveva chiesto il suo cliente, un particolare inquietante, da vero pervertito!
Nonostante avesse avuto ancora pochissime esperienze aveva di già conosciuto molti matti.
Uno addirittura li aveva chiesto una volta di indossare un paio di slip maschili e di imbottirseli con un rotolo di carta igienica, roba da matti ma questo particolare era davvero più inquietante.
Si guardò attorno meravigliata. Il suo cliente aveva davvero buon gusto nell'arredamento. Lei non era una grande intenditrice di opere d'arte e roba affine ma aveva qualche idea circa il valore che tutti quei quadri potevano avere.
<<Buongiorno!>>, la salutò una voce da dietro di lei. Hilda si volse ed incrociò la sagoma lunga e filiforme del suo cliente. Un bell'uomo sui quaranta, snello con i capelli lunghi e sottili portati indietro da un filo di gel ed un pizzetto corto e ben curato che lo faceva somigliare ad uno di quei attori che si vedono sovente in
televisione nei panni di un qualche personaggio d'alto rango.
A rendere più attraente ed intrigante la sua figura fu la vestaglia che indossava. Una vestaglia di seta, da vero signore
Un bell'uomo davvero un bell'uomo! Finora li erano capitati vecchi panciuti impotenti dall'alito fetente e dal corpo ancor più fetente!
Ma quest'uomo era diverso, assai diverso e quel piccolo particolare……
<<Perché non risponde al mio saluto? Non le piaccio forse?>>, chiese l'uomo.
<<No,no, mi scusi è solo che…..>>
<<Solo, che cosa?>>.
<<Solo che lei è diverso dagli altri, ecco tutto!>>.
<<Diverso?>>, sorrise l'uomo.
<<Sì, più attraente, più altolocato!>>.
<<Strano-disse l'uomo mentre era intento a lisciarsi il pizzetto con la sua mano destra-Lucas mi aveva assicurato che lei era un'abituè di avvocati, dottori, gente di prim'ordine, professionisti di un certo livello!>>.
<<Lucas non si sbagliava-ribbattè l'altra-è solo che quegli avvocati, dottori ecc. non erano come dire molto attraenti!>>.
<<Oh, ciò mi lusinga molto-sorrise nuovamente l'uomo molto, davvero molto.
Il mio nome è Mario Ludanti!>>, li disse porgendogli la mano.
Hilda gliela strinse e potè avvertire nella mano del suo cliente il fuoco che li bolliva dentro, un fuoco intenso, molto intenso, un fuoco accompagnato però da qualcos'altro, qualcosa di oscuro ma di indefinibile.
<<Hilda-disse-piacere!>>.
<<Hilda, già Hilda, bel nome!>>.
<<Grazie!>>.
<<Hilda la cena è quasi pronta! Sarà servita in giardino, se vuole seguirmi…..>>.
<<Certo che la seguo, ho una fame!>>.

E la cena fu servita!
In un giardino nel retro della villa separato dall'esterno da mura di cinta alte più di cinque metri.

Su un tavolo lungo e rettangolare in marmo che si faceva spazio in mezzo ad una miriade d'alberi di ogni tipo e genere furono serviti il primo, il secondo, frutta e
dessert; il tutto nobilmente bagnato da torrenti in piena di vino e spumante.
La cena terminò alle ventitrè circa.

IL DOPO-CENA….
Hilda e il suo ospite sedevano sazi e in semi-stato di ebrezza su un sedile di pietra antistante il tavolo in marmo.
<<La cena è stata stupenda!>>, sbottò la donna.
<<E' lei che è stupenda!>>, li rispose di rimando l'uomo.
<<Non credo che lo sia più dopo aver mangiato tutta quella roba!>>.
<<Oh no, credetemi, lo è lo stesso!>>.
Il cliente la osservava fissa e bramosa da sotto quel suo velo di ebbrezza. La desiderava!
Hilda allora si stese sul sedile poggiando i piedi sul ventre del suo cliente.
L'uomo da parte sua cominciò a massaggiarli delicatamente sbaciucchiando poi qua e là tutte le dita dei piedi.
Hilda cominciò a mugolare dal piacere.Sentiva l'ardore dell'uomo bollirgli dentro proprio come un fuoco in una caverna infinita.
Un attimo dopo si ritrovò nuda nel giardino. Con il tellieur acquistato tre giorni prima ad una boutique di Roma gettato impietosamente ai lati del tavolo e le
mutandine in pizzo che giacevano nelle mani avide di piacere di colui che gliele aveva appena sfilate.
<<Mario-sospirò Hilda-ce la facciamo ad andare nella tua stanza da letto?>>.
L'uomo che era ancora intento ad annusare le sue mutandine fece cenno di no col capo.
<<La cosa, l'hai portata quella cosa che ti avevo chiesto di portare?>>.
Hilda aveva mal di testa e non riusciva a capire cosa intendesse l'uomo per quella cosa.
<<Quale cosa?>>.
Lo sguardo avido di piacere dell'uomo mutò in uno sguardo ai limiti della follia. Gli occhi poco prima piccoli ed intensi si ingrandirono e si colorarono di strane minuscole vene rosse.
<<L'assorbente lurida puttana! L'hai portato l'assorbente?>>.
<<Ehi,non c'è bisogno di gridare e di offendere.Dovrebbe essere lì, dentro la borsetta!>>.
Indicò una borsetta che era appesa su una sedia poco distante. L'uomo si tuffò letteralmente sulla sedia ed una volta afferrata la cominciò a svuotare e passare in rassegna.
Il suo volto si era fatto paonazzo dall'eccitazione ed i suoi capelli poco prima portati elegantemente all'indietro ora giacevano raccolti in lunghi ciuffi riccioluti ai lati del capo.
La fronte grondava copiosamente sudore.
Aveva l'aspetto di un matto ed Hilda ebbe paura.
<<Ecco qua!>>, gridò d'eccitazione il suo cliente.
Fra l'indice e il pollice della mano destra vi era l'assorbente!
L'uomo una volta aperto cominciò a leccarlo alacremente da sotto e sopra bagnando il tutto con uno spesso strato di saliva spumoso.
Hilda provò ribrezzo nel vedere tanta scena.Sembrava un cane intento a svuotare una ciotola di cibo in scatola, con la bava che li pendeva dagli angoli della bocca.
Il problema era che quella non era una ciotola piena di carne e lui non era un cane o almeno non sembrava di esserlo
Ebbe un brivido su tutto il suo corpo. I capezzoli erano ancora drizzati come piccole antenne e la vagina gettava fuori ancora essenza di piacere ma i brividi che li nascevano dentro non erano di eccitazione; erano di paura.

La mattina dopo Hilda si ritrovò nuda sul letto al baldacchino del suo cliente.
La stanza era sfarzosa. Sulle pareti ricoperte di moquette ammiccavano quadri ed arazzi che davano all'ambiente un tocco in più di elegante antica bellezza.
In particolare dalla parete alla sua sinistra faceva capolino un busto in bronzo di una donna, di una bella donna!
Da quello che doveva essere il bagno intanto sgusciò fuori il suo folle cliente. Aveva smesso da poco di fare la doccia ed indossava un accappatoio blu che
emanava un forte aroma di bagnoschiuma alla mente.
L'uomo non appena la vide li indirizzò un sorriso ammiccante che mise in risalto due fila di denti bianchi ed appuntiti.
<<Buongiorno signorina Hilda-la salutò l'uomo intento ad aggiustarsi l'accappatoio>>.
<<Buongiorno a lei caro sangue blu!>>.
<<Sangue blu?>>.
<<Be'-rispose Hilda guardandosi attorno compiaciuta-se questa non è la dimora di un principe io non mi chiamo Hilda Norotviza e vengo dalla Nigeria e non dall'Ucraina!>>
<<No, no, no-scosse il capo il cliente-non sono né un principe né un "sangue-blu".
Vivo di rendita questo è vero! Vivo nel lusso e anche questo è vero ma non appartengo a nessuna stirpe nobile.
<<Mio padre era un grosso imprenditore e mia madre una discreta attrice di soap-opera ungherese!>>.
<<Ah, cosicchè anche le tue radici affondano nell'Est Europa?>>.
<<Perché non si vede?>>, li disse accostandosi al letto e cominciando a levarsi l'accappatoio.
Ora l'odore di menta era più forte, penetrante, ammaliante.
Hilda ne fu del tutto schiava.
<<Quanto al sangue ragazza mia non so te ma lo preferisco rosso, rosso e vaginale!>>, li bisbigliò nell'orecchio.
Hilda cominciò ad ansimare dal piacere. Le mani di lui scesero fin sotto l'inguine quasi a sfiorargli il clitoride, poi tornarono su a stringere i suoi seni infuocati.
<<Scopami>>, gridò lei . E fu allora che il suo cliente si ritrasse.
<<Che c'è? Non ti piaccio?>>, lo osservò fisso negli occhi.
Lo sguardo dell'uomo tornò vacuo come la sera prima e la sua fronte cominciò nuovamente a grondare sudore.
<<Il sangue tuo ieri buono non era cara Hilda.Era vecchio! Troppo vecchio!>>,
li ringhiò contro sbattendo violentemente i piedi per terra.
<<Avevo chiesto esplicitamente una bionda vacca in calore con il sangue sulla figa e tu mi hai portato un assorbente intriso di sangue rappreso! Non me ne faccio niente di te, capisci?>>.
<<Sei un pervertito, anzi un malato lo sai! Mica è colpa mia se il ciclo mi è passato due giorni fa!
<<Tu mi hai contattata il fine settimana scorso!>>.
<<No-scosse il capo - io non ho contattato te ma quel verme del tuo padrone, quel Lucas. Quel messicano di merd…..>>.
<<Non è il mio padrone-lo interruppe lei-è solo quello che mi procura i clienti…>>.
<<E li cataloga-continuò lui- come articoli sul postalmarket>>. Nel dire questo afferrò lo stesso album di foto che aveva sfogliato la sera prima e lo buttò addosso
ad Hilda.
<<Guarda puttana! Guarda il tuo Lucas come ti procura i clienti! Fa vedere a tutti la tua bella figa bionda. Magari si sparano anche seghe su quelle foto e ci vengono pure sopra dopo essersi lubrificati per bene il loro pene schifoso!>>.
Prese a sganasciarsi dalle risate.
Hilda fu estremamente colpita dal repentino cambiamento d'umore dell'uomo. Poi ricordò le parole di Lucas.
"FALLO FARE BABY. MUOVILO COME TU LO SAI MUOVERE.SCOPRILO QUANDO DEVI SCOPRIRLO E POI…….."
Hilda sorrise e il suo cliente frenò bruscamente il suo impeto di risate.
<<E ora perché sorridi, troia?>>.
<<Perché forse ho trovato un giochetto che ti piacerà!A te piace il sangue, vero?>>.
Il cliente delinò il capo da un lato e prese ad osservarla attentamente.
<<Sì ma i sette milioni pattuiti vanno a farsi fottere! E poi a me piace il sangue vaginale!>>.
<<Lo so, lo so. Per farmi perdonare me ne andranno bene la metà!Ci stai?>>.
<<Ci sto! Cos'è che dobbiamo fare?>>.
<<Bene- sorrise Hilda- ti farò un gioco che ricorderai per tutto il resto della vita, non ti posso anticipare nulla!>>.

L'ATTESA……..
Il cliente attendeva impaziente in giardino percorrendo su e giù il lungo sentiero in pietre lastricate che portavano all'ingresso secondario della villa.
I piccoli occhi sbarrati e rossi come due lamponi rasentavano follia allo stato puro.
Dalla bocca semichiusa in un ghigno malefico fuoriuscivano filamenti lanosi di spessa saliva.
Di tanto in tanto ringhiava qualcosa di incomprensibile e cominciava a sbattere i piedi per terra; dopodichè riprendeva il suo solito su e giù per il sentiero con le mani intrecciate dietro la schiena ed il capo chino quasi a nascondere il suo volto stravolto dall'eccitazione.
<<Insomma-gridò tutt'un tratto-è pronta questa sorpresa?>>.
Non ci fu risposta, solo silenzio! Un silenzio che lo portava al'esasperazione più totale.
<<Ehi lurida putanaaaa!!!! Questa fottuta sorpresa è pronta sì o no?>>
La porta alle sue spalle si aprì ed apparve lo strano sorriso di Hilda.
<<Vieni dentro-disse-vieni!>>.
Il cliente si guardò attorno dopodichè entrò.

LA SORPRESA
La seguì per il lungo corridoio, superò il salone, la cucina e la stanza degli ospiti.
L'eccitazione nel cliente intanto cresceva di intensità! Le sorprese li erano sempre piaciute specie se erano accompagnate da un'attesa febbrile quasi stressante! Era come prolungare un di già lungo orgasmo!
<<Ecco-disse Hilda fermandosi davanti alla porta che dava alla cantina-sei pronto?>>.
<<C-cr-credo di sì!>>, riuscì a rispondere.
<<Bene-fece lei rivolgendogli un sorriso malizioso-eccoci qua!>>.
Nel dire ciò girò la maniglia e la porta si aprì con un lungo sinistro cigolio degno dei più bei film dell'orrore.
I due discesero le scale lentamente quasi a voler prolungare ancor di più la tanto agognata attesa.
Al cliente le cantine non erano mai piaciute. Fin da piccino le aveva odiate. Suo padre li raccontava che c'erano i nani cattivi nei seminterrati, sì, i nani cattivi e i
fantasmi delle donne assassinate!
Finita la scala si aprì ai loro occhi uno piccolo spazio angusto e puzzolente. Nella semioscurità notò tutte le cianfrusaglie vecchie riposte alla sua sinistra che
pendevano da degli scaffali vecchi e consunti grondanti di vermi e di ogni schifezza che si poteva trovare in una cantina.
"Non era un bel posto la cantina, no,non lo era affatto!".
<<Be' questa sorpresa?>>.
<<Davanti a te, pazzerello!>>, sbottò Hilda.
Di fronte a lui nella penombra vide il corpo di qualcuno steso su un catafalco.
<<C-che cos'è?>>, quasi gridò per l'eccitazione il cliente.
<<Ora vedrai meglio>>,lo rassicurò Hilda mentre era intenta ad accendere la lampadina che pendeva a mezz'aria dal soffitto.
<<Ecco fatto>>,esultò la donna quando la lampadina illuminò finalmente l'intero spazio.
E allora sì, il cliente la vide e fu la più bella visione della sua vita.
Una donna nuda su un catafalco di legno marcio; una donna leggermente grassoccia con in capo una busta nera di immondizia.
La femmina giaceva inerme sullo strano ripiano agitando di tanto in tanto il capo ed emettendo strani labili sospiri.
Il cliente diede un'occhiata interrogativa ad Hilda che giaceva dietro di lui a braccia conserte.
<<Non ti preoccupare-lo rassicurò la donna-gli ho praticato dei fori nella busta, respira, respira eccome se non respira!>>.
<<Non ho chiesto se respira o meno!Voglio solo sapere chi è costei?>>.
<<Sicuro che vuoi sapere chi è? O vuoi sapere meglio cos'è caro pervertito?>>.
Il cliente li rivolse un'altra occhiata interrogativa.
<<E' il sogno della tua vita-continuò Hilda-è una vacca con le mestruazioni, guarda!>>.
E il cliente guardò e si compiacque molto!
Dalla vagina della donna correvano giù sottili fili di sangue che andavano a raccogliersi sulla base del catafalco .
Tale visione mise in moto un tale perverso meccanismo che avrebbe fatto ribrezzo anche al più psicopatico degli psicopatici.
L'uomo cominciò ad avvicinarsi lentamente alla femmina stesa sul catafalco, cominciò ad annusarla così come annusano i cani, dopodichè prese a scendere con la
lingua l'intero corpo della donna e più si avvicinava al sangue, più i suoi sensi impazzivano e facevano andare in fibrillazione tutto il suo corpo.
La donna sotto di lui cominciò ad avere dei sussulti ma lui anziché fermare la propria sinistra follia con quegli ultimi barlumi di raziocinio che ancora li restavano in
corpo la lasciò libera, in un mare aperto di perversione totale.
Gli occhi cominciarono a roteare macabramente e i suoi baci presto divennero succhiotti e i succhiotti ancor più presto si tramutarono in veri e propri morsi vogliosi
di carne .
La femmina sotto di lui cercò di divincolarsi e di urlare ma i suoi furono vani tentativi che niente potevano davanti a quella violenza tenuta a freno per tanti anni.
Il cliente mordeva e leccava, mordeva e leccava, si fermava un istante e poi riprendeva di nuovo.
Il tutto sotto gli occhi di Hilda che si godeva lo spettacolo dalla scala mentre era intenta a fumarsi una pall-mall blue.
La femmina stesa ebbe un ultimo sussulto di vita. Riuscì ad inarcarsi per un breve istante sul catafalco per poi andare nuovamente giù; questa volta per sempre!

Erano trascorse due ore quando finalmente il cliente si ebbe a considerarsi sazio!
Si andò a sedere ai piedi del suo sinistro "tavolo da pranzo" con gli occhi che indugiavano repentinamente sul corpo straziato della sua vittima!
<<Buono il banchetto,eh?>>, li chiese Hilda dai piedi delle scale.
Il cliente si limitò ad assentire col capo.
<<Avrai uno stipendio in meno da pagare!>>.
<<C-cosa?-biascicò- cosa hai detto?>>.
Hilda prese a sganasciarsi dalle risate.
<<Controlla-li disse tra i singhiozzi-controlla chi si nasconde dietro la busta!>>.
L'uomo senza proferir parola si accostò al cadavere e li levò la busta dal capo.
Da dietro la plastica nera comparvero sbarrati e vitrei gli occhi della povera donna che per tanti anni li aveva prestato servizio. La sua cameriera, la sua unica donna
di servizio!
<<Cornelia!>>, urlò disperato.
<<Pensa-continuò ancora fra le risate Hilda- doveva essere di già in menopausa invece eccoti i tampax che ho trovato nel bagno degli ospiti, tutti lordi di sangue!>>.
Li mostrò due assorbenti consunti.
<<Li vuoi, p-e-r-v-e-r-t-i-t-o?>>.
Gli occhi del cliente si illuminarono di una strana luce di follia omicida.
Digrignò i denti in una smorfia di solitaria indignazione.
<<Li avrò dopo aver avuto te, lurida puttana!>>, li ringhiò puntandogli contro il suo indice accusatore.
<<Morrai troia così è come è morta la mia tata!>>.
<<Oh, ne sono convinta, proprio convinta! Perché non mi prendi pervertito?>>.
<<Certo che ti prenderò!>>.
Nel dire questo cominciò a seguirla con tutta la forza che aveva nelle gambe e per poco non la prese se non ci fosse stato uno scalino ad impedire la sua folle corsa, facendolo inciampare malamente sui ripidi gradini.
Si elevò la risata ironica di Hilda che intanto aveva raggiunto la sommità delle scale e il cliente provò rabbia, molto rabbia!
<<Che c'è pervertito, hai mangiato troppo, per caso?>>.
L'uomo alzò il capo e li rivolse un sorriso beffardo, tagliente, quasi disumano.
<<SE TI BECCO-disse- E LE MIE DITA INTORNO AL TUO COLLO ANDRANNO PER TUTTA L'ETERNITA LORO RIDERANNO!>>.
<<Chi riderà?-li chiese la donna da sopra le scale-tu forse?>>.
<<No,non io-sorrise-ma loro, i nani cattivi quelli che abitano in cantina!>>.
Detto questo si alzò pesantemente da terra e riprese il suo inseguimento.
Superò di slancio la porta della cantina e seguì la donna per tutto il corridoio fino a quando giunto innanzi al salone si accorse di non stare inseguendo nessuno.
L'aveva persa!
Poi tutt'un tratto udì i passi inconfondibili di lei che stava andando di sopra, sulle scale, magari nella sua stanza da letto.
<<Sto venendo troia!-gridò- sto venendo dall'eccitazione!>>

LO SCONTRO……
La prima cosa che fece fu quella di precipitarsi nella stanza da letto.
Sul letto al baldacchino non c'era niente che lasciasse presupporre la presenza di Hilda.
Comunque sia passò in rassegna il letto, ci guardò anche sotto ma non notò niente di anormale dopodichè si precipitò di corsa in bagno.
Non trovò niente neanche nella cabina-doccia.
"Che sia già scappata?", pensò.
Il suo pensiero fu accompagnato dalla sinistra immagine che gli apparve sullo specchio.
Il suo volto fatta eccezione dei denti era tutto ricoperto di sangue ed i i suoi capelli ricci e scarmigliati erano macchiati di rosso rappreso in più parti.
Si osservò ancora per qualche interminabile istante fino a quando la sua attenzione non ricadde sul lavandino.
Nel lavabo vi era un oggetto.
Il cliente lo afferrò e si compiacque.
Era un assorbente, un tampax.
Fu ammaliato da tale visione. Stava quasi per passarlo in rassegna con la sua lingua quando un suo lampo di raziocinio non andò a collegarsi con l'immagine riflessa sullo specchio poco dietro di lui.
"Hilda", pensò.
E Hilda c'era! La vide per l'ultima volta dietro di lui, con un coltello levato a mezz'aria e con un ghigno malefico su un viso bello ed immacolato, tipico delle donne dell'Est.
Il coltello colpì e ricolpì più volte fino a quando il corpo del cliente non fu estirpato di tutti i suoi organi interni.
Hilda sorrise e si compiacque mentre il corpo aperto dell'uomo continuava a gettare sangue.

EPILOGO
Diede un ultimo colpo di rossetto sulle labbra dopodichè raccolse la borsetta ed uscì dall'abitazione.
Eh, sì!Il giardino del suo cliente era davvero un gran bel giardino! Tutte quelle siepi a forma di animale li ricordavano un film, sì, ma quale?
Una volta che uscì dal cancello rimirò per l'ultima volta la villa!
<<Proprio bella! Di certo sangue-blue non eri ma un bel pervertito lo eri di certo caro Mario, Mario….mah…non mi ricordo il cognome>>
Intravide il taxi poco prima da lei chiamato imboccare la lunga salita.
<<Taxi, taxi, taxi!>>, sorrise.
Il cellulare prese a squillare dalla borsa.
Hilda lo afferrò e premette il pulsante per rispondere.
<<Sì….ah, sei tu Lucas!>>.
<<Già sono io, com'è andata?>>
<<A meraviglia!>>
<<Ne ero convinto, meriti un posto riservato nella nostra congrega!>>
<<Molto lusingata!>>
<<Sì ma prima devi recarti a Milano, c'è un altro cliente urgente da soddisfare>>
<<Va bene ma dopo mi prometti che mi fai partecipare ad una tua cerimonia?>>
<<Certo Silona, certo!>>
<<Non Silona, oggi chiamami HILDA NOROVIDZA!>>
<<D'accordo Hilda vediti di portarti una parrucca scura a Milano! Il cliente ama le more!>>
Il clacson del taxi intanto prese a suonare insistentemente dall'altra parte del viale.
<<Ok, ok, ora fammi andare se no faccio fuori anche il tassista!>>
<<Oh no, bellezza mia, il tassista no!I nostri piani sono altri!>>
<<Lo so, lo so! Ciao Lucas!>>
<<Ciao e ricordati, domani alle 8.30 all'Hotel Bernardi di Milano!>>.
<<Va bene!>>.
Mise il cellulare a posto ed aprì la portiera dell'auto.
Il tassista le stava sorridendo dallo specchietto.
<<Be', sì è divertito il suo cliente?>>
<<Oh,moltissimo, forse troppo!>>.
Il tassista le rivolse un sorriso accattivante, forse troppo per i gusti di Hilda.
<<Quasi, quasi un pensierino ce lo farei anch'io!Quanto costi?>>
Hilda lo osservò per un lungo interminabile istante dopodichè sospirò annoiata.
<<Costo troppo per te e poi….>>
<<E poi cosa?>>, le chiese l'uomo.
<<E poi ho il pullmann che parte fra trenta minuti ed un treno che parte fra due ore, quindi, accendi il motore, ingrana la prima e pensa a tua moglie che è meglio,ok?>>.
<<Va bene!>>.Rispose sconsolato il tassista. Ed avviò il motore.

A MILANO IN UNALTRO TAXI, ORE 7.50…..

<<Salve signorina dove la devo accompagnare?>>.
La donna con i capelli a caschetto neri si accomodò sul sedile posteriore e il tassista non potè non prestare attenzione alle belle gambe che si allungavano in tutto il
loro infinito splendore al di sotto della minigonna nera.
Il tassista restò stralunato per qualche istante fino a quando non fu la donna a rompere il silenzio.
<<Mi accompagni in zona San Siro di fronte all'Hotel Bernardi!>>
<<D'accordo!>>.
Avviò il motore e si immise nel traffico.
<<Ah, benedetto traffico-sospirò-è un continuo stress!>>
<<Certo-continuò- sempre meglio il traffico che finire nelle grinfie di quei serial killer……….Sa stanotte hanno trovato uccise altre due persone in provincia di
Roma!
Dilaniate orribilmente da degli assassini senza scrupoli,una è stata addirittura divorata, che brutta storia!>>.
La donna con i capelli a caschetto neri sorrise da dietro.


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