di
Streghetta Marina


Anche quell'anno i miei andavano in vacanza nel solito paesino di montagna come facevano da quando i miei nonni materni erano ormai morti e mia madre aveva ereditato la casa. Io ho da poco trovato un lavoro e così non posso andare ma i miei non si fidano a lasciarmi da sola e chiedono a mio fratello di restare con me e lui non se lo fa ripetere due volte, accetta subito.La prima settimana le cose vanno bene.
Un giorno, al ritorno dal lavoro, arrivata davanti al cancello del giardino vedo delle macchie... anche il cancello è sporco. Entro e noto che sul brecciolino che si trova nel vialetto ci sono delle chiazze, mi faccio coraggio e con mano tremante apro la porta che è accostata... Il mio cervello in quel momento ha già elaborato diverse ipotesi: c'è stata una rapina; non è sangue ma si è rotta una bottiglia di vino; è della vernice che ha usato il pittore per tinteggiare la porta della scuderia...
Con voce tremante chiamo mio fratello: <<MirKo, Mirko.... dove sei?>> ma non ho nessuna risposta.
All'interno della casa c'è un silenzio inquietante. La notte è ormai calata. Provo ad accendere le luci ma la mia mano non obbedisce, sono bloccata dalla paura.
<<BASTA!>> urlo a voce alta <<DEVO REAGIRE!>>
Mi avvicino all'interruttore, lo giro e finalmente la casa si illumina tutta e il mio cuore smette di battere all'impazzata. La luce mi da un senso di sicurezza. Finalmente!... La mia calma dura poco. Sul pavimento vedo altre macchie, continuano sulla scala che porta al piano di sopra, vanno anche verso il bagno e da lì in cucina... Non so' più cosa pensare!... Cosa può essere successo? Decido di iniziare dal bagno. Appena entrata noto delle macchie sul lavandino e uno straccio imbevuto di sangue gettato sul pavimento. C'è del sangue ovunque. L'impronta di una mano insanguinata è sulla tenda bianca della doccia....
Il mio cuore ricomincia a battere forte, le mie vene incominciano a pulsare più svelte, ormai sono quasi nuovamente preda della paura...
Non voglio lasciarmi andare. Mi dirigo in cucina, forse lì troverò qualcosa che possa aiutarmi a capire cosa è successo. Forse mio fratello è stato aggredito e nella speranza di salvarsi si è rifugiato in cucina per poi fuggire dalla porta sul retro. Apro la porta! Lo spettacolo che si presenta è orribile. Schizzi di sangue sul
pavimento e sul tavolo. Un altro straccio imbevuto di sangue. Ormai la paura si è impadronita della mia volontà, mi sento un automa.
Non mi rendo più conto di quello che succede, i miei occhi vedono sangue, solo sangue... Improvvisamente il trillo del telefono rompe il silenzio della casa!
Il mio cuore sembra scoppiarmi nel petto... Mi faccio coraggio e con voce tremante rispondo <<Chi è?>>
<<Casa Gatti?>> mi chiede una voce.
<<Si! Ma chi è?>> rispondo spazzientita!
<<Signora lei conosce Mirko Gatti?>>
<<Si! ma....>>
La voce mi interrompe <<Qui è l'ospedale S.Camillo, il Sig. Mirko Gatti..>>
<<NO! COSA E' SUCCESSO? E' MORTO?>> urlo io disperata.
<<Mi faccia finire per cortesia! Lei lo conosce?>> mi dice la voce seccata.
<<Si! E' Mio fratello!>> rispondo.
<<Suo fratello è arrivato con strane ferite da taglio, ha perso molto sangue. Lo abbiamo ricucito ma dovrà restare in ospedale, ha perso molto sangue. La prego venga!>>
<<Si! Grazie arrivo subito>> dico io riagganciando felice.
In quel momento sento una strana sensazione di freddo sulla mia gola.
Vedo che zampilla del sangue.
La mia camicetta bianca diventa rossa e io perdo conoscenza.....

Presa dalla telefonata non mi sono accorta che qualcuno è diete.....


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