Poesia

 
LEI

Mi capitava spesso di passarle davanti
e non avere il coraggio nemmeno di rivolgerle uno sguardo.
La sua bellezza metteva soggezione, la sua sicurezza incuteva timore
ed a questo andavano ad aggiungersi anche i suoi lineamenti così delicati  che la rendevano per me davvero  irraggiungibile.
Chiudete anche voi per un attimo gli  occhi e cominciate a volare. Iniziate a sognarla così per come la ricordo io: lei era elegante, con un bel nome straniero. Sembrava sopraffare la sue amiche di lavoro col semplice portamento superbo del capo, o con un solo dei suoi sorrisi affascinanti. Avea l'aria di gentile arroganza, come se sentisse di render beato il suolo  che calpestava; il sorriso di lei era affascinante, lo sguardo profondo ed un po' altero, l'accento carezzevole, gli abiti che scendevano giù, non potevano che sfiorarle  le morbide forme, pregandoli anche di  non rovinarne l’armonia.
I suoi movimenti erano alteri e civettuoli, graziosi e provocanti, modellati di aristocrazia e fine beltà.
Nemmeno a dirlo, la sua voce era più bella del suono dell’arpa, di mille violini in una melodia di infiniti colori; una sinfonia di strumenti inventati soltanto per creare un’unica perfezione: lei.
 

Tratto dal libro "IL GIOCO"


 

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