Storia: Egitto

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Egitto
 

IN GENERALE

Egitto: nome che potrebbe derivare da Mitsràyim

a sottolineare la preminenza o prevalenza dei discendenti di Mizraim, figlio di Cam, nella regione. Misr è tuttora il nome arabo dell’Egitto.

 

La civiltà egiziana sorse e si sviluppo grazia al Nilo. Grazie al fiume quella parte di territorio che lo costeggia divenne molto fertile e per questo fu abitata sin dai tempi antichi.

Quando cadevano le piogge e le sue acque si ritiravano, il terreno era arricchito dal limo, un fango fertilissimo che consentiva alle piante di crescere rigogliose.

Tra i principali prodotti figuravano erano orzo, frumento, spelta (un tipo di frumento) e lino (che serviva per tessere una fine tela esportata in molti paesi).Altri prodotti erano viti, datteri, fichi e melograni, e gli orti producevano una gran varietà di ortaggi, fra cui cetrioli, cocomeri, porri, cipolle e aglio.

Così la ricchezza dell’agricoltura consentì la nascita e lo sviluppo dell’artigianato (tessuti, profumi, gioielli, ceramiche) e del commercio. La via di comunicazione principale era il Nilo.

Relativamente ai gioielli basti pensare che le miniere egiziane nelle colline lungo il Mar Rosso (e anche nella penisola del Sinai) producevano oro e rame; da questo rame si ottenevano anche manufatti in bronzo destinati all’esportazione.

 

Se vi fosse stata completa assenza delle inondazioni del Nilo ciò avrebbe provocato un disastro di enormi proporzioni e trasformato il paese in un deserto desolato.

Le origini della civiltà egiziana risalgono a circa il 3.000 A.C..

All’inizio l’Egitto era formato da tanti stati indipendenti chiamati nomi ognuno governato da un re. Successivamente furono fondati due regni: l’alto Egitto (a sud) ed il basso Egitto (a nord) successivamente unificati dal faraone Menes.

 

IL FARAONE

A capo dello Stato vi era un re chiamato faraone considerato l’incarnazione del dio Horus.

Gli egiziani credevano che la vita e la morte, la pace e la guerra, le leggi della natura e dell’universo dipendessero dal faraone. Ad esempio ritenevano che era grazie al faraone che ogni anni si avevano le inondazioni del Nilo. Lo stesso termine faraone significa “dio nutritore, signore della grande casa”.

Sia la legge che il governo erano nelle mani del sovrano, il faraone.

Non si conosce un effettivo codice di leggi egiziano; le leggi c’erano, ma probabilmente si trattava di semplici editti reali.

Il faraone poteva disporre che alla sua morte tutte le ricchezze ed il tesoro accumulato durante il suo regno venisse seppellito con lui.

C’è sostiene che nel corso della sua storia l’Egitto fu governato da 30 dinastie di faraoni (dinastia: una serie di re appartenenti alla stessa famiglia) MA questa suddivisione è tutt’altro che accurata. Si basa in parte su scritti scarsamente attendibili e frammentari. C’è da aggiungere che, invece che in successione lineare, vari re potrebbero aver regnato nel medesimo tempo in zone diverse.

LE CLASSI SOCIALI

La popolazione Egiziana era divisa in classi.

Tra le più importanti vi erano i sacerdoti i quali non sono si preoccupavano del culto degli dei ma erano veri e propri consiglieri e collaboratori del faraone.

Potentissimi erano anche i nobili che ricoprivano cariche di capi dell’esercito e governatori delle province.

Importanti erano anche gli scribi.

Vi erano poi i contadini, i mercanti, i pastori e gli artigiani i quali non avevano alcun diritto, erano soggetti a pesanti tasse e dovevano lavorare gratuitamente per la costruzione di opere volute dal faraone. Vivevano in condizioni assai misere.

Alla fine vi erano gli schiavi che lavoravano nelle case dei ricchi e dovevano svolgere i lavori più duri come lavorare nelle miniere e cave di pietra.

Durante la lunghissima vita dello stato egiziano l’ordinamento polito e sociale non conobbe grandi cambiamenti né trasformazioni forse perché gli egiziani vivevano abbastanza isolati a motivo del deserto ed al riparo da significative influenze di altri popoli.

 

LA RELIGIONE

Gli Egiziani avevano una religione politeistica.

Ogni città e villaggio aveva la propria divinità locale, a cui era riservato il titolo di “Signore della Città”.

Un elenco rinvenuto nella tomba di Tutmosi III contiene i nomi di circa 740 divinità.

Spesso il dio veniva raffigurato sposato con una dea che gli dava un figlio, “così da formare una triade divina o trinità in cui il padre, fra l’altro, non sempre era il capo, ma si accontentava a volte del ruolo di principe consorte, mentre la divinità principale del luogo rimaneva la dea”. (New Larousse Encyclopedia of Mythology, 1968, p. 10)

Le principali divinità erano tre:

Horus: il sole che sorge

Osiride: Il sole che tramonta

Iside: la luna

Vi era anche l’adorazione degli animali:  molte delle principali divinità erano raffigurate abitualmente con corpo umano e testa di animale o di uccello. Ad esempio, il dio Horus era rappresentato con la testa di falco. La credenza che animali come gatti, babbuini, coccodrilli, sciacalli e vari uccelli   fossero    sacri    del

Horus, Osiride ed Iside

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fatto che venivano associati a certi dèi, indusse gli egiziani a mummificarne letteralmente centinaia di migliaia, seppellendoli in cimiteri speciali.

Quindi non sorprende che, a quanto si dice, un cittadino romano fosse linciato per avere ucciso un gatto, come non sorprende che in tombe egiziane siano stati trovati i corpi mummificati di cani, gatti, coccodrilli, falchi e tori.

Perché alcuni animali venivano deificati?

-               il gatto che mangiava i topi distruttori del raccolto

-               il bue per la sua forza ed utilità

Si ricorreva alla magia religiosa per prevenire malattie; lo spiritismo predominava, con molti “incantatori” e “medium spiritici” che ‘predicevano gli avvenimenti per mestiere’.

 

VITA DOPO LA MORTE

L’anima era ritenuta immortale; comunque, si credeva che anche il corpo umano dovesse essere conservato affinché l’anima potesse tornarvi e servirsene all’occorrenza. Per questo gli egiziani imbalsamavano i loro morti

Gli egiziani ritenevano che l’uomo avesse due anime: Ba e Ka. Una di queste (Ba) si presentava davanti ad Osiride per ricevere un premio o una punizione; la seconda custodiva il corpo nella tomba a condizione che questo non si fosse deteriorato. Per questo motivo gli egiziani eseguivano la mummificazione.

 

ARTE E SCIENZA

L’arte egiziana si contraddistingue per la sua monumentalità: basti pensare ai templi ed alle piramidi.

Alcune particolarità sui templi:

 

TEMPLI:

I templi egiziani erano considerati la casa di dio. Il loro ingresso era monumentale. Superato l’ingresso si entrava in un giardino, poi in una sala sostenuta da molte colonne e con molti dipinti e poi si passava in un'altra sala ove veniva custodita la statua del dio.

La gente comune non poteva entrare nel tempio, però potevano officiare per conto della gente i sacerdoti, che potevano portare al dio messaggi ed offerte oltre alle richieste della gente.

Gli dèi erano quindi adorati dai sacerdoti che lo svegliavano ogni mattina con un inno, gli facevano il bagno, lo vestivano e lo “nutrivano”, oltre a rendergli altri servizi.

 

PIRAMIDI

Le piramidi servivano ad accogliere i corpi dei defunti più illustri, soprattutto i faraoni. L’interno è forato di gallerie e cunicoli che conducono alla camera mortuaria. Essa conteneva veri ed ingenti tesori: oggetti di lusso, come gioielli, abiti e mobili, e anche riserve alimentari, erano accumulati  per essere poi usati dai defunti, insieme a scritti contenenti formule magiche (come il “Libro dei Morti”) che dovevano offrire al defunto protezione dagli spiriti malvagi.

Per questo motivo le piramidi attrassero molto presto ladri che non esitarono ad entrare per fare razzia. Allora i costruttori idearono percorsi più complicati e sepolture nascoste, nonché addirittura false camere mortuarie. Nonostante ciò anche queste furono saccheggiate. L’unica tomba che è rimasta intatta fino ai nostri giorni è quella del faraone Tutankamen.

Sia i templi che le piramidi avevano dimensioni monumentali. Per questo il termine “faraonico” è entrato nell’uso del nostro vocabolario e fino ai nostri giorni per indicare qualcosa di grandioso ed imponente.

Ad esempio la piramide del faraone Cheope raggiunge una altezza di 145 m. la sua base quadrata misura 230 m. Per costruirla ci sono voluti ben 2.300.000 blocchi di pietra di 2,5 tonnellate. La lavorazione dei blocchi è talmente accurata che gli interstizi sono solo di qualche millimetro. E’ ampia 53.000 mq.

In Egitto la matematica evidentemente era abbastanza sviluppata da permettere le straordinarie imprese di costruzione menzionate prima, ed è evidente che erano noti certi princìpi geometrici e algebrici.

Altre opere sono gli obelischi, costituiti da un unico masso di roccia che può raggiungere una altezza superiore a 20 m.. Molto diffusa era la pittura che  raffigurava dei, natura, scene di vita dopo la morte e vita quotidiana.

GEOMETRIA ED ASTRONOMIA

Furono gli egiziani a dividere l’anno in 12 mesi di 365 giorni.

 

LA SCRITTURA

La scrittura egiziana era formata da segni detti geroglifici. Per molto tempo sono rimasti un mistero. La scrittura Egiziana fu scoperta grazie ad una scoperta del XVIII secolo (stele di Rosetta) perché il testo inciso sulla stele era sia in caratteri greci che in caratteri geroglifici. In questo modo si riuscì a scoprire l’annoso mistero dei caratteri geroglifici egiziani. Gli egiziani scrivevano sulla corteccia di papiro: una piante che cresceva lungo le sponde del fiume Nilo.

Comunque c’è da dire che la conoscenza della struttura originale dell’antico vocabolario nella sua forma primitiva, in particolare per quanto riguarda il periodo anteriore al soggiorno degli israeliti in Egitto, è solo approssimativa.

 

ASSENZA DI QUALITA’ MORALI E SPIRITUALI

La confessione dei peccati avveniva sempre in modo negativo, come osserva l’Encyclopædia Britannica (1959, vol. 8, p. 56): “Quando [l’egiziano] si confessava, non diceva ‘sono colpevole’; diceva ‘non sono colpevole’. La sua confessione era negativa, e l’onus probandi (l’onere della prova) ricadeva sui giudici, i quali, secondo i papiri funerari, davano sempre verdetto favorevole, o almeno si sperava e ci si aspettava che lo dessero”.
 

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