Oceano Mare- Alessandro  Baricco

La locanda Almayer è un non-luogo, che si affaccia su un non-mare, in un non-tempo, e insieme è il LUOGO per eccellenza, punto di arrivo di una miriade di destini che vogliono sfuggire al loro tempo storico ponendosi per un verso e per l'altro oltre il limite. La descrivono chiaramente le parole di Ann Deverià, uno dei tanti personaggi da cui è popolata, una bellissima donna mandata nella locanda dal marito perché guarisca dalla malattia dell'adulterio: "Questo è un posto strano. La realtà sfuma e tutto diventa memoria. Perfino tu, a poco a poco, hai cessato di essere un desiderio e sei diventato un ricordo.[...] Questo è un posto dove prendi commiato da te stesso. Quello che sei ti scivola addosso, a poco a poco. E te lo lasci dietro, passo dopo passo, su questa riva che non conosce tempo e vive un solo giorno, sempre quello. Il presente sparisce e tu diventi memoria. Sgusci via da tutto, paure,sentimenti, desideri: li custodisci come abiti smessi, nell'armadio di una sconosciuta saggezza, e di un'insperata pace". Proprio per scappare e guarire dalla paura di tutto e di tutti, si trova nella locanda anche la giovane Elisewin, col suo inutile mentore padre Pluche. Ella è protagonista insieme ad Adams di uno dei brani più intensi del romanzo che, un momento prima li vede vicini dopo essere stati a lungo " ai più lontani estremi della vita" e poi... "nemmeno si erano dovuti cercare.[...] Il primo sguardo e già lo sapevano.[...] Non si è mai lontani abbastanza per trovarsi, mai". E subito dopo i due sono già pronti per il loro "addio", perché comunque " Il mondo di fuori è sempre là. Puoi fare qualsiasi cosa ma stai certo che te lo ritrovi al suo posto, sempre. C'è da non crederci, ma è così". Soggiornano nella locanda anche il professor Bartleboom, che dedica la sua vita allo stralunato progetto di stabilire dove finisce il mare, e il pittore Plasson, che per dipingere adopera solo l'acqua marina, raffigurando delle vedute oceaniche su delle tele che rimangono ostinatamente bianche, nella ricerca del "vero" colore del mare, per scoprire, pochi minuti prima di morire, che "non è una questione di colori, è una questione di musica". E davvero sembra di sentirlo, assistendo alle vicende che ci scorrono innanzi, il mare. " Si sentiva il mare, come una slavina continua, tuono incessante di un temporale figlio di chissà che cielo. Non smetteva un attimo. Non conosceva stanchezza. E clemenza. Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio...Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte". E sfogliando le pagine avidamente per la piacevole lettura ci si rende conto che:" Il mare. Sembrava uno spettatore, perfino silenzioso, perfino complice. Sembrava cornice, scenario, fondale. Ora lo guardo e capisco: il mare era tutto". E giunti alla fine del romanzo, non rimane che chiudere il libro e andare ad osservarlo: "Lui, il Santo, l'Unico e il Solo, L' Oceano Mare".

HOME                                                 LIBRI