E' UNA VITA CHE TI ASPETTO- Fabio Volo

"A voi che dall'albero della vita cogliete le foglie e trascurate i frutti". (Silvano Agosti) 

E' questa la frase con cui Fabio Volo, secondo La Repubblica "una delle voci più amate dai giovani", apre il suo libro "E' una vita che ti aspetto". Frase che segna il filo su cui si snoda la storia di Francesco. Oltre 200.000 copie vendute e chi lo ha letto sa bene perchè. Ancora una volta l'autore ha colpito nel segno! Il libro parla di Francesco un ventottenne con un lavoro stressante, una vita frenetica, storie di sesso con ragazze diverse, il mito dell'amicizia quella "vera", la difficoltà di comunicazione con i genitori. Una vita apparentemente bella che Francesco, invaso da ansie, paure e solitudine, scopre essere una semplice "esistenza". Allora decide che così non va e con tanto coraggio e tanta autoironia affronta tutti i malesseri che lo assillano. Lo vediamo ripercorrere la sua esistenza sin da quando era bambino, adolescente... quando la vita per lui e i suoi amici era come una giostra: "Nessuno però voleva scendere finchè tutti gli altri rimanevano. Infatti restavamo stupidamente aggrappati all'ombra di noi stessi, perchè non potevamo sapere che staccandoci dall'esistenza e cadendo nella vita, non ci saremmo più sentiti soli". Francesco cerca di scoprire l'origine dei suoi malesseri, e fra le tante situazioni riflette anche sul suo rapporto con i genitori, pure questo vissuto superficialmente, infatti si rende conto che in realtà non sa nulla di quell'uomo e quella donna che chiama mamma e papà. Ed ecco che ad un certo punto, nella sua ricerca, trova la chiave di volta del sistema della sua vita. "Per anni avevo vissuto seguendo quello che non ero, così mi sono trovato sommerso da una stratificazione di falsità. Di dati errati. Ma con quella dichiarazione d'amore avevo imparato che non potevo più fare a meno di me stesso se volevo incontrare gli altri.[...] Amarsi è l'unica certezza per riuscire ad amare davvero gli altri." Francesco ci rende partecipi del suo "viaggio", della sua evoluzione, o meglio, della riscoperta di se stesso. Finalmente, rallentando, "scendendo dal nastro trasportatore" vede più chiaramente e lucidamente se stesso e ciò che lo circonda. "E chiunque, scendendo da lì, avrebbe fatto le mie stesse riflessioni. Perchè quello era un male comune. Un male di tutti. Un male dell'anima". Il protagonista si sofferma anche sul suo rapporto con la religione, con Dio, senza mai essere pesante, anzi, facendo sorridere pur parlando di cose serie; affronta il suo rapporto con le donne, con il fumo... e via via giunge a sempre nuove consapevolezze. "Ho capito che nella vita devo fare quello che mi spetta, poi il resto si muove di conseguenza, ma il primo passo lo devo fare io. Non sono le cose che vengono verso di me, sono io che devo andare verso di esse." "E' una vita che ti aspetto", insomma, oltre ad essere un libro dalle battute folgoranti ( come lo definisce OGGI), è davvero un libro da leggere e... chissà... magari ci si imbatterà anche in un lieto fine.

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