ASPETTO GEOGRAFICO-GEOLOGICO



CONFINI, ALTITUDINI E RUSCELLI

L'Ogliastra è una sub-regione storica geografica che appartiene alla provincia di Nuoro, situata sul lato centro-Est della Sardegna. Rinchiusa dalle montagne del Gennargentu e affacciata sul mare, l'Ogliastra appare quasi staccata dal resto della provincia, anche perché la viabilità è precaria.
Ilbono è al centro dell'Ogliastra e si estende su un territorio vasto più di 3000 ettari, a 400 metri d'altitudine e degradante verso il mare. Più precisamente è situato sulla latitudine 39° 51' e nella longitudine 0° 25' all'oriente di Cagliari. La sua altitudine varia dai 90 metri delle zone di Baunuxi ai 550 del monte Tarè ed ai 650 metri della zona di Praìdas, per arrivare agli 870 e oltre di Su Tumbarìnu e ai 945 di Brùncu Tulàrgius. La parte a valle è collinosa, solcata da valli più o meno profonde, scavate da numerosi ruscelli, specialmente durante le piogge. Ne deriva un'orografia particolarmente tormentata con pendenze spesso accentuate, che pongono dei limiti all'esercizio dell'attività agricola e seri problemi per la gestione del territorio.
Il territorio confina con quello di Elini e Arzana a nord, con Barisardo e Tortoli ad est, con Lanusei ad ovest e a sud, con Loceri a sud. Sono presenti numerose sorgenti, seppure non ricchissime, che spesso sgorgano in località molto caratteristiche. Ricordiamo: la vecchia fonte di Funtana Manna che emerge con una portata di 0,80 litri al secondo; Funtana Tulargius, nome dato ad un gruppo di quattro emergenze le cui portate sono: 0,28 - 0,20 - 0,10 - 0,11 litri al secondo; S'e Balloi.
Le piccole scaturigini sono molto numerose nella zona al limite col territorio di Lanusei; le più abbondanti sono le cinque manifestazioni di Baucinnu, (0,16 - 0,28- 0,10 - 0,23 - 0,22 litri al secondo) le fontane Cardeu e le tre Funtana Barigau (0,11- 0,43 - 0,38 litri al sec. 0,13 - 0,22 - 0,20 - 0,11 litri al secondo). Quando nel 1965 si è iniziato a stendere in Sardegna Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, aggiornato poi nel 1971, è stata verificata anche nel nostro comune, che allora usufruiva solo di acque sorgive, l'effettiva disponibilità di acqua potabile: ne risultava una portata di l/s 3, con una disponibilità giornaliera per ciascun abitatnte di 105 litri. Le sorgenti sopra- elencate arricchiscono i fiumiciattoli che attraversano la zona e sono a regime torrenziale. Il rio Tulargius unendosi al rio Ceresias in località Baueli, confluisce sul rio Perda Rubia. Il rio Giralecce, arricchito dalle acque del rio Porcilis, unendosi al rio Perda Rubia forma il fiumiciattolo di Baunuxi nella piana verso Tortolì. Nel territorio "Ponte" a sud di Ilbono i rii Cannas e Cancedda provenienti dalle sorgenti di Lanusei formano il rio Alalè, che arricchito dal rio Tostoinus diventa rio Ardalasè. Quest'ultimo si unisce col rio Baunuxi formando il rio Corongiu, che a sua volta riceve il rio Coxina, proveniente dall'agro di Arzana. Il rio di Corongiu, arricchito da altri ruscelli dell'agro di Tortolì, sfocia nel golfo omonimo col nome di rio Foddeddu.
Nel restante agro di Ilbono a orientamento Sud-Est, sgorgano numerose sorgenti: Semida, Colore, Fogheri, Porceddu, Argentu. Inoltre scorrono numerosi ruscelli a carattere torrentizio, senza sbocco a mare, utilizzati solo per l'agricoltura e sono: rio de s'Abba Frida, Rio di Elurci, Rio di Cort'e Accas, rio Bau de Juncu, rio Baccu Arrideli.

ASPETTI CLIMATICI....
Il termine clima significa "inclinazione" dei raggi solari sulla superficie terrestre. Il clima di una regione si riflette sul suolo, sulla vita vegetale e animale, sui modi di vita e sul grado di civiltà degli uomini. Il clima è caratterizzato dalla combinazione di due elementi meteorologici principali e cioè la temperatura e l'umidità. Ad Ilbono non esiste una stazione termometrica e pluviometrica, perciò ci si serve di quella di Lanusei, situata a 595 m. sul livello del mare, e distante circa 4 Km.. Il mese più caldo è Agosto, quello più freddo è Gennaio. Per la misurazione dei venti, ci serviamo della stazione di Arbatax Bellavista, anche se i dati non sono precisi, per la distanza e per la differenza d'altitudine rispetto ad Ilbono. La caratteristica del paese è la mitezza del clima, dovuta alla particolare localizzazione al centro di un costone di fronte al mare dal quale dista 15 Km., e con alle spalle gli avamposti della catena del Gennargentu già sui 1.000 m. circa. Ne deriva che il paese si trova nel punto di incontro dell'alta e della bassa pressione con conseguenti periodiche condizioni climatiche: vento forte e nebbie estese persistenti. Da alcuni anni dopo la costruzione del lago artificiale di Villanova Strisaili, sul Flumendosa, altro fattore climatico condizionante è l'umidità dell'aria, soprattutto nelle serate primaverili e autunnali.

....E GEOLOGICI
La Geologia studia la struttura attuale della terra e la successione cronologica degli avvenimenti che si sono verificati sulla crosta terrestre. Gli intervalli di tempo, nei quali è suddivisa l'età del nostro pianeta, si definiscono ere.
Le ere geologiche sono cinque:
Era Archeozoica: è l'era più antica, compaiono i primi composti organici e le prime forme più semplici di vita. Era Paleozoica: iniziata 600 milioni d'anni fa, compaiono i primi animali (insetti, pesci, anfibi, rettili) e le prime piante (felci, conifere). La Sardegna è la regione italiana nella quale sono stati ritrovati i sedimenti più antichi ed è anche l'unica nella quale sia stato possibile datare Cambrico attraverso i fossili.
Era Mesozoica: iniziata 300 milioni d'anni fa, la terra si separa; compaiono pini e querce.
Era Cenozoica: inizia 135 milioni d'anni fa; si estinguono i dinosauri, compaiono i mammiferi e piante simili a quelle attuali. In Sardegna si verificano gli sprofondamenti che formano le fosse del Campidano e del Cixerri.
Era Neozoica: iniziata 7.000.000 d'anni fa; compare l'uomo. All'inizio dell'Era il mare occupava larghi tratti delle coste sarde, tra cui quelle dell'Ogliastra. In seguito dopo l'alternanza di ritiri e invasioni dovuti alle glaciazioni, il mare si è ritirato fino all'attuale disegno di costa. Nella nostra Isola i ritrovamenti fossiliferi si riferiscono per la gran parte al Pleistocene e sono in misura molto inferiore all'Olocene. Si tratta di reperti fossili sia marini sia continentali, lacustri e di grotta.
La storia geologica dell'Ogliastra e del territorio di Ilbono comincia nel periodo Carbonifero, quando in conseguenza dell'orogenesi ercinica si determinano intense deformazioni, metamorfosi, attività vulcaniche, effusive ed intrusive. Si formano quindi i graniti e porfidi. Tutto il territorio di Ilbono è granitico con un fondo bianco-grigio, composto di minerali feldspatici e di quarzo. Sono presenti anche differenziazioni lenticolari oscure (argentee o verdognole). La zona è caratterizzata da numerose alture di mole ed elevazione gradatamente decrescenti verso il mare. Alcune aspre e dirute, come il monte Tarè spiccano per la loro angolosità e per il colore rossiccio del porfido che le costituisce. Le altre invece, per la natura stessa della roccia che la compone - granito profondamente alterato ridotto spesso a sabbione - hanno contorni più dolci e pendii molto lenti. Inoltre tutta la zona è tormentata da numerosi crostoni, vere muraglie di alcuni metri di altezza e di spessore, con orientamento costante circa NNE-SSW, leggermente tortuose e seguenti fedelmente l'andamento vicendevole del terreno. Sono filoni di porfido, spesso lunghi alcuni Km, come quell'apofisi che dal monte Tarè arriva fino ad Arzana. Oppure più brevi, perché apparentemente interrotti, compaiono a lunghi intervalli, ma sempre approssimativamente sullo stesso allineamento, come quello tipico di monte Perdamirai. Si trova questo, sulla strada per chi inizia il breve rettifilo che porta a Tortolì, ed incorona il pendio della collina verso il mare, a mo' di scettro; scompare e si presenta di nuovo, parecchio più a Nord, a Bruncu su Ladu, per scomparire nuovamente al monte Monduggia. Assieme ai porfidi, debbono essere ricordati i numerosi filoncelli aplitici, bianchi, più spesso rosei, rossicci e compatti, che si trovano senza alcuna regola ed orientazione fissa, nel granito a grana più grossa e talvolta nelle facies porfiriche. Raramente hanno una potenza maggiore di 8.10 cm. Meno frequenti riescono le forme filoniane francamente pegmatitiche. I lamprofiri infine, sono sempre sotto forma di filoni, sia pure di spessore ed entità i più vari.