Origine ed evoluzione della fauna sarda sono legate ai fenomeni geologici, che hanno interessato l'isola dall'era terziaria, all'inizio del Miocene. Tra i discendenti di anfibi caudati, nell'isola sopravvivono, del periodo premiocenico, il tritone sardo l'euprocto e i geotritoni. Nel periodo del Miocene, invece, comparvero: il discoglosso la raganella il rospo smeraldino, la lucertola tiliguerta, il gongilo, e la natrice viperina. Nel periodo del pliocene comparve il prolagus. Nel Quaternario penetrarono anfibi, rettili e mammiferi. Immigrarono i cervi giganti l'elefante nano l'ippopotamo e la bertuccia, tutti estinti.
Oggi nel nostro territorio vive una fauna caratterizzata da specie appartenenti alle diverse classi della zoologia; noi elencheremo, anche con i loro nomi dialettali, i vertebrati più comuni con le loro caratteristiche ed alcuni invertebrati.
I MAMMIFERI
Attu areste
Gatto sardo
Felis silvestris lybica sarda
E' un animale schivo che frequenta gli ambienti marginali del bosco ed i prati che offrono buone possibilità per cacciare topi, conigli, bisce e piccoli uccelli. E' molto difficile osservarlo in natura.
Il mantello presenta un colore di fondo e dei disegni.
Cijiniu
Pipistrello
Rhinolophus euryale bla
Myotis Myotis Bech
Sono mammiferi preferibilmente insettivori che hanno il patagio membrana tra l'arto superiore e quello inferiore che permette di volare. Un'altra caratteristica è la capacità di emettere ultrasuoni e di recepirne l'eco localizzando così con precisione ostacoli e prede. A Ilbono la loro comparsa in casa è considerata malaugurante.
Conillu
Coniglio selvatico
Oryctolagus cuniculus L.
Il coniglio selvatico simile alla lepre se ne differenzia per le dimensioni minori, le orecchie e gli arti più corti, il muso arrotondato. Ha mantello grigio con sfumature giallo - rossiccie, coda e parti inferiori bianche. Viveva in gruppi numerosi, nei boschi e nelle macchie e recava gravi danni alle campagne coltivate poiché divorava tutto. Ora si sta estinguendo perché viene anche cacciato per le sue carni gustose.
Errissone
Riccio
Erinaceus europeus L.
Mammifero insettivoro della famiglia Erinoceidi lungo circa 30 cm è munito sul dorso di numerosi aculei. Per difesa, il riccio si avvolge su se stesso, nascondendo muso e zampe trasformandosi un una palla aculea. E' molto utile soprattutto nei campi coltivati, perché distrugge insetti e vipere, che danneggiano gli orti.
Lepore
Lepre
Lepus capensis L.
E' un mammifero erbivoro dal mantello giallastro, lunga dai 50 ai 65 cm. con zampe e orecchie lunghi. E' cacciato dall'uomo e da altri animali predatori.
Margiani
Volpe
Vulpes vulpes L.
Ha un corpo snello e lungo, muso appuntito, orecchie grandi, diritte e aguzze, occhi obliqui, pelo lungo e morbido, biancastro sul muso e nero nella parte terminale.Vive nelle boscaglie, e adesso è in via di estinzione perché prima veniva cacciato a causa della sua abitudine di uccidere e distruggere il pollame domestico e gli agnelli.
Sirbone
Cinghiale
Sus scropha L.
Il corpo del cinghiale raggiunge la lunghezza di 2 metri, oltre alla coda sottile lunga circa 30 cm. Il cinghiale può arrivare al peso di circa 2 quintali. Il suo tronco è tozzo, robusto e con pelle spessa e resistente, è coperta da una lanugine bruna e da lunghe setole grigio - rossiccie con arti corti con 4 dita delle quali solo 2 poggiano a terra. Muso appuntito con zanne con il quale rimuove il terreno alla ricerca di tuberi, con grugno mobile e colloso; ha 44 denti, orecchie erette occhi piccoli. Vive nelle zone ricche di vegetazione, di acqua, nella quale ama tuffarsi e rotolarsi.
La femmina è molto combattiva e aggredisce anche l'uomo. Essa può partorire da 2 a 12 piccoli. E' il mammifero selvatico più diffuso nella nostra zona, simbolo della "caccia grossa", nel periodo invernale.
Uccamele
Donnola
Mustela nivalis- Boccamela Bechst.
Cacciatore carnivoro della famiglia Mustelidi. Ha un corpo snello e allungato, coda breve, pelo rossiccio - bruno e bianco. Si nutre di roditori e piccoli animali. Vive di preferenza nei boschi e nelle campagne pianeggianti, dove si costruisce una tana o nella cavità degli alberi.
UCCELLI
Beccaccia
Beccaccia
Scolopax rusticola
Uccello corodriforme della famiglia scolopacidi dotato di un piumaggio che lo mimetizza col terreno ed ha un lungo becco. Vive nei boschi umidi di montagna e di pianura. Nidifica anche 2-3 volta l'anno. Si nutre di vermi e di insetti.
Campalini
Passero
Passer domesticus
Nome attribuito a varie specie di Uccelli Passeriformi. Il passero domestico è lungo circa 15 cm. ha piumaggio marrone, nero-grigio. E' un gran divoratore di semi ma anche di insetti.
Cardallitta
Cardellino
Carduelis Carduelis
Uccello dell'ordine Passeriformi, della famiglia Fringuellidi. Il passero ha un piumaggio grigio, il corpo piccolo di colore rosso - scarlatto ed ha una fascia gialla sulle ali. Popola i nostri boschi soprattutto d'inverno. Sono degli agili volatori e dei cantori aggraziati. Ben noto la predilezione per i semi di cardo che mangiano in gran quantità e cui devono il loro nome; il regime alimentare però può essere variato, includendo semi di varie piante ed insetti.
Cuccheddu
Cuculo
Cuculu canorus
Nome di diversi uccelli della famiglia Cuculidi tra cui il più noto è il cuculo comune. Ha il capo piccolo, piumaggio grigio-bianco nel maschio e rosso nella femmina. E' noto per il canto caratteristico e per l'abitudine che hanno le femmine di deporre le uova nei nidi degli altri uccelli i quali provvedono ad allevarli.
Cucumeo
Gufo
Asio otus
Il gufo comune, assai simile al gufo reale ma più piccolo è anch'esso provvisto di cornetti auricolari piuttosto lunghi. Le parti superiori di questa specie, molto diffusa in zona, sono fulve a larghe strie e fini bardature scure. Frequenta i boschi, dove si sposta in volo molto silenziosamente. Di costumi strettamente notturni, si nutre di microrganismi, di roditori di discreta mole e di uccelli di taglia media e piccola. Nidifica nei nidi abbandonati dai corvi, e dai colombi, oppure sul terreno tra i cespugli delle campagne vicino al centro abitato.
Marapiga
Ghiandaia
Garrulus glandarius
Uccello Passeriforme della famiglia Corvidi. Grande come un piccione, ha piumaggio grigio rossiccio con coda nera e ali azzurre-nero; vive nei boschi. E' caratterizzata dai meravigliosi colori del piumaggio.
Meulla
Merlo
Turdus merula
Uccello passeriforme, famiglia Turdidi. Il merlo è lungo circa 24 cm, di cui 9 - 10 spettano alla coda; il maschio ha piumaggio nero, palpebre e becco giallo; la femmina ha piumaggio bruno e becco scuro. Essa costruisce il nido in cui depone 3 - 5 uova ad ogni covata. Si nutre di insetti, vermi, e frutti. Raramente si fa avvicinare dall'uomo e da qualunque altro animale.
Orrundili
Rondine
Hirundo rustica
Nome attribuito a varie specie di uccelli Passeriformi della famiglia Irundinidi. La rondine rustica, lunga circa 20 cm, con becco corto, ali lunghe e falcate, coda forcuta, piumaggio nero nelle parti superiori, bianco nelle inferiori.
Perdixi
Pernice
Alectoris barbara
Nome comune di due uccelli Galliformi assai apprezzati per le carni eccellenti. Lungo circa 34 cm, ha ali arrotondate e corte come la coda, piumaggio abbondante bruno-grigio fulvo, con gola bianca e collare nero, arti, becco e zampe rosse.
Piccallina
Picchio rosso
Dryobates maior
Nome attribuito a varie specie di uccelli Pociformi della famiglia Piccidi. Molto diffuso nelle nostre campagne è il picchio rosso: lungo circa 25 cm; con piumaggio nero - bianco e rosso. Vive sugli alberi sui cui tronchi si arrampica agevolmente puntellandosi col becco robusto e le rigide penne timoniere. Per cercare il cibo ( insetti e larve ) e come richiamo sessuale usa percuotere il legno col becco producendo un caratteristico rumore. Spesso costruisce il nido scavandoselo col becco.
Pubusa
Upupa
Upupa epops
Uccello Corociforme della famiglia Upupidi. Lunga circa 30 cm, ha corpo robusto ma elegante, becco lungo e appuntito, piumaggio rossiccio con ali e coda a strisce bianche e nere un ciuffo di piume erettili sul capo.
Quaglia
Quaglia
Coturnix coturnix
Nome attribuito a varie specie di uccelli Galliformi della famiglia Fosionidi. La quaglia comune, lunga circa 20 cm, ha il corpo tozzo, capo piccolo becco breve leggermente ricurvo, ali arrotondate, coda corta, piumaggio corto colore bruno - fulvo e biondo a strie. E' una selvaggina molto pregiata e perciò cacciata attivamente.
Stria
Barbagianni
Tyto alba
Uccello rapace notturno dell'ordine degli Strigiformi. Ha il petto, il ventre e la parte anteriore del corpo bianchi e il dorso bruno - chiaro. Non costruisce un vero e proprio nido e vive nei vecchi edifici. Si nutre di topi e altri animali.
Tidori
Colombaccio
Columba palumbus
Nome comune di uccello dell'ordine Colombiformi. Più grande dei suoi affini, ha forme eleganti, piumaggio grigio. Cacciato per le carni tenere e saporite, e diffuso soprattutto nei campi coltivati.
Trudu
Tordo
Turdus viscivorus
Nome attribuito a varie specie di uccelli Passeriformi della famiglia Turdidi. Lungo un ventina di cm. ha il corpo robusto, il capo allungato, becco diritto con ramo superiore leggermente incurvato, piumaggio biancastro con macchie di colore bruno. Costruisce i suoi nidi sugli alberi e depone 4 - 5 uova, vive preferibilmente nelle vigne.
Turtura
Tortora
Streptopelia turtur
Nome di varie specie di uccelli Culumbiformi della famiglia Culumbidi. Simile al colombo, ma con un corpo più piccolo, arti più sottili e robusti. Apprezzata come selvaggina è facilmente addomesticabile.
RETTILI
La protezione della fauna erpetologica della Sardegna è stata finora poco curata ; la mancanza di interesse venatorio verso questi animali ha fatto si che essi venissero per lo più ignorati. Solo le tartarughe fanno eccezione in quanto protette nel calendario venatorio, approvato dalla Regione Sardegna nel 1982 e che vieta l'uccisione di cinque tipi di tartarughe : tre di terra e due di mare. Infatti in Sardegna vivono alcune tartarughe, sauri e serpenti, che, in alcuni casi sono endemici dell'isola. Nonostante la credenza popolare attribuisca spesso a qualcuno di essi proprietà velenose, non esistono rettili velenosi. Alcune specie prima erano molto diffuse nella zona, rivestendo molta importanza nella catena alimentare: si sa infatti che sono predatori di insetti nocivi alle colture e all'uomo. Oggi l'inquinamento dei ruscelli, collegati purtroppo agli scarichi fognari, l'urbanizzazione esagerata delle campagne, l'avversione immotivata verso questi animali, ne hanno decretato la diminuzione. Basti pensare al ruscelletto "Tostoinus" (tartaruga), chiamato così per la numerosa presenza, un tempo, di tartarughe d'acqua dolce.
Tostoino
Testuggine comune
Testudo Hermanni (razza Robert mertensi Wen)
E' l'unica testuggine terrestre sicuramente autoctona dell'isola. Si distingue dalle altre specie per avere la punta della coda protetta da un astuccio corneo e per la presenza di due scudi sopracaudali. Il maschio, inoltre ha il piastrone inferiore fortemente concavo e la coda lunga e massiccia. Frequenta campagne aride e cespugliose. Si ciba di foglie, lombrichi e lumache. Il letargo invernale inizia verso ottobre e termina a marzo-aprile. Il peggior nemico della testuggine è l'uomo.
Tostoinu
Testuggine moresca
Testudo Greca L.
Si distingue dalla precedente per un tubercolo conico nella parte posteriore della coscia e per il carapace che ha una sola lamina postcentrale sopra la coda. Ha abitudini simili alla precedente.
Tostoinu
Testuggine d'acqua
Emy orbicularis L.
Si riconosce subito per avere le dita ben visibili e unite tra loro da una membrana natatoria; il suo carapace è lungo più o meno 30 cm. Il piastrone del maschio è leggermente concavo. La coda, sia nel maschio che nella femmina è lunga circa la metà del carapace. Vive nelle acque ferme o a lento corso, infatti a Ilbono, come abbiamo già detto, è presente un torrente che ha preso il nome sardo dalle tartarughe che lo abitavano. Ora però, questo e altri fiumiciattoli, vanno a confluire con le acque fognarie provenienti da Lanusei, Elini ed Ilbono.
FAMIGLIA GEKKONIADAE
I tre Geconidi sardi "Pistijone" (Hemidactylus turcicus L., Phyllodactylus europaeus Gen, Tarentola mauritanica L.) si distinguono immediatamente da tutti gli altri sauri per la presenza di speciali lamelle adesive sulla faccia inferiore delle dita. Frequentano muri delle case, ruderi e talora alberi. Erroneamente vengono ritenuti, dalle persone, velenosi; ma in realtà sono utilissimi perché si nutrono di insetti nocivi alle colture. Volgarmente vengono chiamati gechi o tarantole.
LUCERTOLE
I lucertidi si distinguono dai Geconodi per la mancanza di organi sottodigitali e dagli Scincidi per avere le squame della coda disposte ad anelli regolari. L'ibernazione ha luogo nei più vari rifugi, per lo più sotterranei.
Lisciavenu
Luscengola fienarola
Chalcides ChalcidesL.
Specie serpentiforme, con arti ridottissimi, lunga al massimo 48 cm.; predilige le aree erbose e soleggiate di bassa e media altitudine; entità mediterranea occidentale presente un po' ovunque.
Ajilestru
Lucertola campestre
Lacerta sicula Raf.
il maschio adulto può raggiungere i 25 cm. di lunghezza, la femmina depone circa 20 uova per volta. Si distingue dalla lucertola tiliguerta per avere la gola priva di macchiatura scura . In Sardegna è presente un po' ovunque.
Ajilestru
Lucertola tiliguerta
Lacerta tiliguertaGM
Molto simile alla precedente alla lucertola campestre. Ha il ventre verde a macchie nere.
Sassalluga
Gongilo ocellato
Chalcides ocellatus Forsk
Specie lucertiforme, tozza soprattutto da adulta, lunga al massimo sui 30 cm.; vive nelle località più varie purchè ben soleggiate, siano esse erbose o rocciose.
SERPENTI
Colovru
Colubro sardo
Coluber hippocrepis L.
Specie ibero-sardo, tozza soprattutto da adulta, lunga al massimo sui 30 cm.; vive nelle località più varie purchè ben soleggiate, siano esse erbose o rocciose.
Colovru
Biacco maggiore
Coluber viridiflavus Lac.
E' simile alla specie precedente e può raggiungere la lunghezza di 2 metri.
Pibera e abba
Biscia natrice viperina
Natrix maura L.
Frequenta le acque ferme e correnti. La femmina, la cui lunghezza non arriva al metro è più grande del maschio.
Pibera e sole
Biscia dal collare
Natrix natrix L.
E' simile per i costumi alla Natrix maura, però è meno legato all'acqua, frequenta talora addirittura zone rocciose e aride. La femmina depone sino a un centinaio di uova per volta.
PESCI
Oggi resistono ancora le anguille e le trote in qualche ruscello non ancora inquinato dagli scarichi fognari: infatti questi pesci vivono in acque molto ossigenate e perciò la loro vita è ormai in pericolo.
Trota
Trota
Salmo trutta fario
E' lunga circa 25-50 cm.; pesa in genere alcuni etti; il suo corpo è assai allungato, coperto di squame e il suo capo è robusto, con una bocca ampia e munita di denti; i suoi occhi sono di media grandezza. La sua colorazione è molto variabile. Si nutre di larve, insetti, crostacei, molluschi, vermi e avannotti.
Ambidda
Anguilla
Anguilla/Anguilla
Il suo corpo cilindrico è molto allungato ed è coperto di squame rudimentali posti sotto pelle viscida. E' dotato di piccole aperture branchiali che le permettono di sopravvivere per un certo tempo anche all'asciutto. L'anguilla abita di preferenza nei fondali fangosi.
INVERTEBRATI
Numerosissime sono le specie presenti nel nostro territorio, sia utili che dannose: è quindi impossibile farne un elenco, anche perché sono tutte importanti nelle catene alimentari. Un insieme di organismi di specie diverse legati da rapporti nutrizionali, formano una catena alimentare.
I MOLLUSCHI
Preferiscono un ambiente umido o acquatico e sono molto diffusi nel territorio, distruggendo, con la loro bocca munita di radula, i giovani germogli negli orti. Vi appartengono:
le limacce senza guscio, "Arranalis"; una varietà con guscio chiamata "sissigorros", molto ricercata dai buongustai e raccolta subito dopo acquazzoni estivi o autunnali.
GLI ARTROPODI
Costituiscono il gruppo di animali più largamente diffuso e riscontrabile in vari ambienti. Nella conservazione e diffusione degli artropodi hanno un ruolo molto importante anche le svariate e, a volte particolari, "armi" di difesa e offesa da essi presentate. Come ad esempio le ghiandole velenose (non per l'uomo) degli scorpioni, le chele dei crostacei e i pungiglioni degli imenotteri. Perciò la varietà di comportamento li rende o utili o dannosi per le varie attività umane. Ad esempio dall'utile impollinazione delle piante fanerogame da parte degli insetti, si passa ad altri che devastano colture e prodotti alimentari. Altri artropodi sono vettori di agenti patogeni responsabili di gravi malattie che colpiscono l'uomo e gli animali domestici, come ad esempio la zanzara e le zecche.
VERMI
Con questo nome generico vengono indicati diverse specie di anellidi Platelminti. Nematodi e altri. Ma gli animali che vengono a tutti in mente quando si pronuncia la parola verme, sono i vermi di terra: i lombrichi, "mammaterra". Questi animali esplicano in natura una funzione utilissima: scavano il terreno mangiandolo e assimilano ciò che di buono esso contiene.mentre il resto viene espulso contribuendo al rimescolio ed alla aereazione del terreno. Senza la loro presenza il terreno superficiale sarebbe compatto. Un altro gruppo conosciuto è quello degli Irudinei con la sanguisuga, "ambissua o sangunera". Lunghi da 2 a 4 cm., sono una sorta di lombrichi acquatici che si sono trasformati per adattarsi alla vita parassitaria. Succhiano il sangue secernendo anche una sostanza anticoagulante, detta irudina, per rendere più fluido il sangue. Per non infastidire la vittima, emettono anche un liquido anestetico che rende la ferita indolore. La grande sanguisuga medicinale (Hirudo medicinalis) succhia circa 10 cm3 di sangue circa due volte all'anno. Un tempo veniva usata per i salassi, "cura" praticata anche dai nostri antenati in paese, per cercare di risolvere situazioni di malattie più o meno gravi. Ma i vermi parassiti più tristemente conosciuti nel nostro territorio sono i "vermi piatti", come l'Echinococcus granulosus, che vive nell'intestino dei cani.
Nonostante le campagne di informazione e prevenzione attuate dalla Regione e dalle ASL, l'echinoccocosi rappresenta un serio problema per la Sardegna intera in quanto ogni anno continuano a verificarsi diversi casi anche in persone in giovane età.