La sensazionale scoperta della tomba di Tutankhamon e del tesoro in essa contenuto fece il giro del mondo, strombazzata da giornali e riviste, da servizi fotografici e cinematografici, dalla nascente radiofonia. Già nel marzo 1923 giunsero a Carter e a Lord Carnavon più di 500 lettere di felicitazioni, ma anche di biasimo e di indignazione per la profanazione, mentre i visitatori e i reporter si facevano sempre più numerosi e insistenti. Gli oggetti che a mano a mano venivano estratti dalla tomba erano  presi di mira dai fotografi e le loro immagini apparivano sulla stampa mondiale accompagnate da  commenti "a effetto". Tutankhamon era un divo e lo scoop andava alimentato. A tener vivo l'interesse del pubblico fu, suo malgrado, Lord Carnavon che morì il 6 aprile 1923 in seguito alla puntura di una zanzara dopo tre settimane di sofferenze. L'immatura e repentina scomparsa di uno degli uomini che per primo, dopo 33 secoli, avevano messo piede nella tomba di Tutankhamon eccitò la fantasia del pubblico e presto la "Vendetta del faraone" divenne soggetto di conversazione e titolo di una rubrica giornalistica che negli anni successivi tenne informati i lettori sulle vicende di coloro che avevano osato forzare la dimora eterna del divino sovrano. "La morte scenderà rapidamente su colui che ha turbato il sonno del faraone" riferiva una delle numerose versioni della "maledizione" che Tutankhamon avrebbe fatto scrivere sulla sua tomba, e, in effetti, nel 1930, unico superstite tra quelli che avevano preso direttamente parte all'impresa era Howard Carter, lo scopritore. Dopo Lord Carnavon e altri personaggi, in verità piuttosto marginali, della spedizione, nel novembre del 1929 morì Lord Westbury che aveva partecipato come segretario di Carter agli scavi della tomba. Fu trovato cadavere nella sua abitazione e la causa precisa di quella morte è rimasta un mistero, inflitto dal suicidio del padre che l'anno successivo si gettò dalla finestra di un settimo piano. E non basta: il carro funebre che trasportava al cimitero la salma di Lord Westbury travolse a morte a Battersea due ragazzi e tutto venne attribuito alla potenza micidiale della maledizione di Tutankhamon. "Un brivido corre attraverso l'Inghilterra..." titolarono i giornali. Intanto avevano già fatto scalpore le morti di Arthur Cruttenden Mace, che aveva aperto insieme a Carter la camera sepolcrale, e quella del fratellastro di Lord Carnavon, Aubey Herbert, suicidatosi in un momento di "ottenebramento spirituale"; naturalmente anche Lady Elisabeth Carnavon apparve come vittima dell'odio di Tutankhamon quando, come il marito passò a miglior vita. Nell'elenco dei decessi attribuiti alla vendetta del faraone apparvero anche i nomi di Arcibald Douglas Reid, che morì proprio mentre si apprestava a radiografare una mummia e quello dell'egittologo Arthur Weigall, la ventunesima vittima, colpito da una "febbre sconosciuta". Carter, quello che più di ogni altro aveva da temere la maledizione, definì ridicola tutta la storia affermando che lo scienziato "si pone al suo lavoro armato di rispetto e di sacra onestà, ma privo di quel timore che ha così facile presa sulla folla avida di emozioni". Doveva avere ragione perchè morì nel 1939 a 66 anni. Non era ancora vecchio, ma perchè il terribile faraone avrebbe aspettato quasi vent'anni per mettere a segno la sua vendetta?
 
 
 
 
 

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