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racconto di una giornata di caccia
scritto da OberstLt Uwe "Huhn" Hoffen
"Dopo essere decollato insieme al mio wingman in una splendida ma gelida giornata d'inverno, mi mi sono diretto sopra a un piccolo centro industriale, verso il quale avrebbe dovuto essere diretto un attacco aereo.
Dopo circa 15 minuti ci siamo ritrovo a sorvolare la cittadina, insieme a 4 nuovi compagni di viaggio, appartenenti al JG53.
L'altezza era impressionante, ci trovavamo a 4000m d'altezza, il cielo era ricamato dal bianco delle scie dei nostri aerei, mentre tutti noi sforziamo gli occhi in cerca dei bombardieri, che tardavano ad arrivare.
Ma 5 minuti dopo, ecco che una marea di puntini neri si stagliava all'orrizone, fortemente deformato visto l'altezza.Subito ci siamo buttati in una vertiginosa picchiata di 2000m, superando i 560 Km/h, fino a sfrecciare in mezzo alla formazione nemica, di cui finlamente capivo la composizione: sei MiG-3 e sei Pe-2.

Grazie all'approccio favorevole mi sono trovato dietro un MiG, e mentre cercavo di stargli in coda, mi sono accorto che ci stavamo allontanando dal resto della battaglia, ma non importava, l'importante per me in quel momento era abbattere il mio avversario diretto.
Dopo qualche manovra, finalmente lo ho inquadrato e ad una distanza di circa 300m gli ho sparato una raffica. Il MiG, colpito in pieno, cominciava a lasciarsi dietro una densa scia nera di fumo, che mi oscurava la visuale, rendendomi ancora più difficile mirare. Comunque doveva avere un'ala fortemente danneggiata, visto che non era più in grado di curvare velocemente come prima, questo era un grandissimo vantaggio per me, tant'è che mi si è ripresentata subito l'occasione di sparargli ancora.
Mentre gli sparavo una lunga raffica, solo con le mitragliatrici da 7,92mm, per non sprecare i preziosissimi 15mm, vedevo dei brandelli del suo aereo volare da tutte le parti. Colpito di nuovo, il MiG ha perso improvvisamente un'ala, e ormai privo di controllo si è schiantato nella pianura coperta di neve.
Ma spesso nei duelli aerei il predatore diventa preda.

Infatti, non ho avuto neanche il tempo di esultare via radio, che mi sono accorto (solo ora), vedendo una lunga raffica con traccianti verdi e gialle, passarmi sopra di pochi cm, che un altro MiG mi si era portato in coda. Subito ho virato strettissimo, cercando di togliermelo da ore 6 mettendo in pratica tutte le tecniche che conosco.
Dopo qualche altra sua raffica andata a vuoto, mi sono buttato in una virata in picchiata, al termine della quale ci siamo trovati in una posizione di parità, l'uno di fronte l'altro, e dopo un minuto di incessanti acrobazie sono balzato dietro di lui.
Approfittando di un suo cambiamento di direzione, gli ho sparato una raffica, nel preciso momento in cui il suo aereo era fermo, colpendo in pieno il motore, che si è incendiato immediatamente.
A questo punto il pilota russo, ormai senza nessuna speranza, si è lanciato col paracadute per salvarsi la vita, mentre il suo aereo avvolto dalle fiamme si era tuffato nel fiume ghiacciato che attraversa la città.
Finalmente ho avuto un po' di tempo per guardarmi attorno, notando che non c'era più nessuno, e, visto che avevo ancora metà delle munizioni ho deciso di puntare verso la direzione da cui erano arrivati i bombardieri.

Dopo circa 5 minuti ho riagganciato la formazione nemica, mentre non avevo visto neanche l'ombra dei miei camerati.I caccia russi, forse pensando di averci eliminati tutti si trovavano davanti ai bombardieri, e non si erano ancora accorti della mia presenza.
A questo punto dovevo decidere in fretta, cosa dovevo fare?
Attaccavo i 3 caccia rimasti, bersagli molto più facili, ma rischiando un pericoloso 1 Vs 2 con poche munizioni dopo aver abbattuto con un attacco a sorpresa uno dei MiG, o mi concentravo sui bombardieri, sperando che i caccia non si accorgessero di niente?
Ho optato per la seconda opzione, e mi sono diretto sul Pe-2 più indietro, che cominciava già a far fuoco su di me. I mitraglieri erano più bravi del previsto, costringendomi a sparare da lontano.
Puntavo a un motore, avevo quasi finito i 15mm e non avevo ancora ottenuto risultati apprezzabili, ma proprio quando stavo per virare e tornare a casa, visto anche che avevo un'ala pesantemente bucherellata, il Pe-2 ha perso l'ala, e stava precipitando.
Rimasto con solo qualche colpo di mitragliatrice, ho deciso di non rischiare ulteriormente, visto che i caccia non si erano ancora accorti di niente, ho puntato verso casa.

Dopo due minuti, vedo a ore 4 due aerei puntare in picchiata su di me, dopo la sensazione di gelo iniziale, ho riconosciuto le familiari code dei 109, e ho acceso i fumogeni delle ali, per assicurarmi che gli altri si sforzassero un po' di più per identificarmi e non sparassero subito all'impazzata, e solo quando mi sono sfrecciati sopra, senza sparare, ho postuto tirare un sospiro di sollievo.
5 minuti dopo soo riuscito ad atterrare senza problemi al mio aereoporto, dove l'artista del gruppo, subito dopo il mio rapporto al commandante, ha dipinto la 10°, l'11° e la 12° barretta nera sulla coda del mio aereo.
                
OberstLt Uwe "Huhn" Hoffen"