Antonio Carniato è cugino par parte i madre di Sebastião Coradello, nella casa del quale sono stato ospite durante questo mio viaggio in Brasile. Inserisco questa sua poesia, perchè mi ha colpito per la sua "saudade" e per come rispecchia i pensieri ed i sentimenti provati dalle persone che emigrarono, abbandonando il mondo in cui avevano sempre vissuto e che amavano profondamente per un'altro, nuovo e sconosciuto. Ringrazio Antonio per avermi permesso l'inserimento della poesia nel mio sito e tutte le persone che ho incontrato e coloro che mi hanno ospitato con affetto in questo mio primo viaggio in Brasile, alla ricerca dei miei parenti "perduti".
MIA ITALIA BRASILIANA
Mar Mediterraneo... Nelle banchine, la nave Colombo: Lamenti, accenni, addii. Occhi arrossati, lacrime. Mia cara terra, io ti vedo: La torre de Pisa, Roma, il Colosseo, Venezia, Treviso, Firenze... Nelle musiche della Tarantella, io ti ascolto: Ti sento nel mio petto, oppresso al lasciarti. La nebbia - al partir solenne della nave - lacera la mia gola. Un grido soffocato mi fa sussultare: la mia Italia io più non vedo. Promesse e confessioni silenziose. Avventura! Ancora una lacrima soffocata invade il cuore dell'immigrante. Il mare sferza le sue acque, la nave scivola lentamente. Non sono più gli immigranti, ma una volontà pazza di dire alla patria: lo ti amo. Addio! Non so se ritornerò'. |
i giorni, le settimane, le ore le angustie e la nostalgia raccontavano. nella lingua dialettale che diceva ancora una volta, nostalgia. L'arrivo... Nell'alto della collina il verde dominante, ancora verde, adorna la cittadina. Fine del viaggio: gente nuova, piantagioni di caffè, dispersi nelle immensità; Resti della schiavitù... Mia nuova terra: Santa Rita. Mia prima protezione, mia casa preferita, mia Italia brasiliana che da tanto tempo ho lasciato: nel mio petto io ti custodisco, con amore e venerazione. Mia Italia del Mediterraneo, nella nostalgia ti conservo... Mia Italia brasiliana, nel mio cuore, io ti porto.
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Santa Rita do Passa Quatro, 23 de março de 1999. Antônio Carniato Filho (Traduçào Pe. Jorge Masin) |
MINHA ITÁLIA BRASILEIRA
Mar Mediterrâneo... Vapor Colombo no cais; Lamúrias, acenos - despedidas. Olhos avermelhados - lágrimas. Vejo-te, minha querida terra, A torre de Pisa, Roma, Coliseu, Veneza, Treviso, Florennça... Ouço-te nas músicas das Tarantelas, Sinto-te dentro do peito Oprimido ao deixar-te. A névoa - saída solene Do vapor, arranha minha garganta. Um grito contido estremece-me, Não vejo mais a minha Itália. Promessas e confissões caladas. Aventura - mais uma lágrima contida Invade o coração imigrante. O mar chicoteia suas águas, O vapor desliza mansamente. Não são mais os imigrantes, Senão uma vontade louca de dizer À pátria: amos-te. Adeus. Não sei se vou voltar.. |
Os dias, as semanas, as horas Contavam angústias e saudade No linguajar dialético que Dizia outra vez - saudade. A chegada... No alto da colina O verde dominante, mais verde, Ornamenta a cidadezinha; Final de viagem - gente nova. Cafezais esparramados na imensidão, Resquícios da escravidão... Minha nova terra - Santa Rita. Meu agasalho primeiro. Minha casa preferida, Minha Itália brasileira Que deixei a tanto tempo. Guardo-te dentro do peito, Com amor e veneração. Minha Itália do Mediterrâneo, Guardo-te na saudade... Minha Itália brasileira, Trago-te no meu coração. |
Santa Rita do Passa Quatro, 23 de março de 1999. |
Recomandação do VII Festival de Tradições Italianas |