Doppia vita

 

Capitolo 10 - La cosa più importante

Terminato di vestirsi, Andrè restò ad indugiare sullo splendido panorama che si godeva dalla finestra. Non aveva la minima idea di dove si trovava, la casa non sembrava molto grande e pareva immersa in un boschetto tranquillo.

Ormai l’effetto della droga era completamente scomparso, ricordava tutto perfettamente fino a quando non aveva perso i sensi, ed era davvero ansioso di scoprire cos’era successo dopo. Si sorprese a fissare la porta oltre la quale era scomparsa la donna misteriosa, ma al contempo un altro pensiero lo rendeva inquieto. Il paragone col risveglio a casa di Bernard gli aveva fatto tornare in mente l’assurda sparizione di Oscar, non riusciva a darsi pace: e se i suoi sospetti fossero stati realmente fondati? O se invece in quel momento si fosse trovata in pericolo? Realizzò all’improvviso che dall’età di 6 anni non erano mai stati separati per così tanto tempo.

Non poteva assolutamente restare.

Doveva andare a cercarla, non gli importava di scoprire anche un’orribile verità, se le fosse successo qualcosa in sua assenza non se lo sarebbe mai perdonato.

Doveva sapere cos’era successo, ma poi nulla lo avrebbe trattenuto un minuto di più.

 

TOC TOC

 

“Avanti”

“Mi dispiace di averci messo così tanto, mi perdonerete duca?”

 

Andrè non rispose.

 

Nulla lo avrebbe trattenuto un minuto di più.

 

Tranne lei.

 

“Duca De Rolange?”

Andrè si riscosse dal suo torpore:

“Si, cioè no… insomma, volevo dire che non ha importanza, possiamo andare se volete”

La donna sorrise e si avviò lungo il corridoio. Andrè si ritrovò a seguirla come una specie di automa, guardava il suo incedere con passo deciso ma non del tutto audace, i lunghi capelli sciolti sulle spalle e il volteggiare leggero della seta a pochi centimetri dal pavimento. Più ci pensava e meno capiva il perché Constance gli ricordasse così tanto Oscar. Erano così diverse, come il giorno e la notte, ma quella sensazione non riusciva ad abbandonarlo.

Mentre percorreva i corridoi del palazzo, si accorse che si trattava di una costruzione recente, non molto grande ma accogliente, appartenente a una famiglia nobile ma senza troppe pretese. Giunti in giardino si sorprese nel constatare che la casa, realmente, era completamente immersa nella boscaglia. Si chiese dove potesse trovarsi, nella campagna intorno a Parigi, un luogo simile.

 

Improvvisamente Constance si fermò e si voltò verso di lui, cercando di non pensare allo strano turbamento che le provocava la sua vicinanza:

“Allora duca, cosa preferite fare? Come vedete possiamo inoltrarci tra gli alberi o restare qui in questo piccolo giardino, non c’è molto da offrire ad una persona come voi da queste parti…”

Andrè fece uno sforzo per non scoppiare a ridere, gli sfuggì soltanto un debole sorriso, ringraziando mentalmente le abitudini estremamente bizzarre del duca De Rolange:

“Non credete di esagerare Mademoiselle? Pensavo che, sapendo molto più voi di me che non il contrario, sapeste che non amo molto la vita di corte. Questo posto è bellissimo, ma penso che faremmo meglio a restare qui, perlomeno non rischierete di rovinarvi il vostro bel vestito”

L’espressione della donna mutò impercettibilmente, e una frase sibillina non mancò di incuriosire Andrè:

“Se voi mi conosceste bene come io conosco voi sapreste che non mi importa molto di rovinare un bel vestito”

La frase di risposta che uscì dalle labbra di Andrè decisamente non passò attraverso il suo cervello:

“Allora dato che siamo qui cosa ne direste di porre rimedio alla mia mancanza? Raccontatemi quello che dovrei sapere di voi”

 

‘Andrè ma sei impazzito??’ pensò tra sé e sé nel momento esatto in cui pronunciava quelle parole ‘Ma ti pare il momento per fare conversazione?? Non c’è tempo, Oscar potrebbe essere in pericolo!!’

 

‘Andrè ma sei impazzito??’ pensò qualcun altro nel sentire quelle parole ‘E’ mai possibile che non ti importi di sapere perché ti trovavi nel letto di una sconosciuta solo poche ore fa? Non ti riconosco più!’

 

Cercando di mantenendo un contegno e dirottando la conversazione altrove Oscar si ritrovò sfacciatamente a chiedergli:

“Voi però vorreste sapere ben altro, dico bene? Perché non mi chiedete direttamente quello che volete sapere? Perché non mi chiedete subito di ieri sera? Ad un acuto osservatore non sfuggirebbe la vostra ansia di andarvene al più presto”

Andrè era allibito. Non aveva mai conosciuto, escludendo Oscar, una donna con un tale spirito di osservazione.

“Non voglio mettervi fretta Mademoiselle, ma è pur vero che vorrei potervi ringraziare per quello che avete fatto per me ieri sera, ma non conoscendo i fatti non saprei come fare”

Oscar si ritrovò in preda all’ansia e allo sgomento:

“Ringraziarmi? Ma se avete detto di non ricordare…”

“Infatti. Non so ancora in quale modo ci siate riuscita, ma so di dovervi ringraziare per non essere nel posto in cui il mio dovere mi avrebbe imposto di essere questa mattina”

“Il vostro dovere? Io davvero non capisco…”

Andrè non sapeva fino a che punto poteva spingersi a raccontare a quella donna, decise dunque per una mezza verità:

“Diciamo che, per motivi che non posso spiegarvi, la situazione dalla quale mi avete salvato era un dovere che avrei dovuto compiere fino in fondo, e anche se in questo momento vi ringrazio so che dovrò pagare caro il mio tradimento”

 

Oscar ci capiva sempre meno, ma il realizzare che Andrè era perfettamente conscio di quello che sarebbe accaduto con la duchessa e, ancor di più, che senza il suo intervento lo avrebbe portato fino in fondo, la faceva infuriare. Doveva stare calma, non poteva scoprirsi, doveva andare avanti con il piano prestabilito anche se in quel momento lo avrebbe volentieri preso a schiaffi.

“Allora è per questo che siete così ansioso di andarvene, per dedizione ai vostri doveri…”

“No, questo non c’entra.”

“Prego?”

“Dicevo che questo non c’entra affatto con i miei doveri, prima c’è un’altra cosa che devo fare, una cosa che è molto più importante di qualunque cosa per me”

Oscar era più confusa che mai, cosa poteva esserci di più importante per Andrè di una cosa che aveva tenuto nascosta perfino a lei?

“Posso chiedervi di cosa si tratta?”

Andrè sorrise. Questo poteva anche dirglielo, pensava, non sopportava di dover mentire.

“Devo andare a cercare una persona. E’ scomparsa da alcuni giorni e potrebbe essere in pericolo”

 

Un colpo affondò nel petto di Oscar.

 

“Scomparsa avete detto? Ne siete sicuro?”

“Si, l’ho cercata per tutta Parigi, in tutti i luoghi in cui poteva essersi rifugiata, ma è stato inutile”

 

Un altro colpo.

 

“Non avete pensato che forse non vuole essere trovata?”

L’ultimo appiglio, a metà tra tra il fastidio provato per il non essere ritenuta in grado di badare a se stessa e il dubbio di aver interpretato male le sue parole.

“Si, ma preferisco che me lo dica di persona piuttosto che rischiare di non esserci se dovesse aver bisogno di me”

 

Ancora uno.

 

“E’ così importante per voi?”

“Più di ogni altra cosa”

 

Stoccata.

 

Continua…

 

 

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