Doppia vita 

 

Capitolo 4 - Dove sei Oscar?

 

Si risvegliò con un fortissimo mal di testa quella mattina. Aprì gli occhi lentamente, cercando di mettere a fuoco gli oggetti che lo circondavano, ma dove si trovava? Mentre cercava di alzarsi sentì il rumore di una porta che si apriva:

“Buongiorno Andrè, vedo che finalmente ti sei svegliato”

Quella voce aveva un qualcosa di familiare che lo fece voltare.

“Rosalie? Ma… dove mi trovo, come sono arrivato qui?”

La ragazza si avvicinò, costringendolo a sdraiarsi nuovamente.

“Devi riposarti ora, ieri sera quando Bernard ti ha trovato eri più morto che vivo. Sei a casa sua ora. Davvero non ricordi quello che ti è successo?”

Decisamente no. La sua mente era come un buco nero. Si ricordava di aver passato la giornata a Parigi, era stato da lei e anche da Bernard, perché stava cercando…

“OSCAR! Devo andare a cercarla!”

Appena realizzò questo cercò di alzarsi, ma prontamente Rosalie glielo impedì.

“Adesso stai fermo e raccontami tutto, che ieri quando sei venuto da me a cercarla e ti ho detto che da me non c’era te ne sei scappato come una furia senza darmi spiegazioni!”

Il viso di Andrè esprimeva una grande preoccupazione. Lentamente cominciò a raccontare. Dopo quella sera, il giorno del ricevimento a casa Jarjayes, Oscar era diventata molto strana, sfuggente, non riusciva a capirne il motivo ma sembrava volerlo evitare di proposito. E poi, come se non bastasse, in capo a un paio di giorni, se ne era uscita con quella storia della missione segreta per conto della regina, per la quale sarebbe rimasta a Parigi per un po’ di tempo. Lui si era ovviamente offerto di accompagnarla, come sempre, ma lei aveva freddamente declinato l’offerta, dicendogli che non avrebbe dovuto preoccuparsi dato che sarebbe andata a stare da Rosalie.

Ora anche il viso della ragazza esprimeva una certa preoccupazione.

“E’ strano, sei sicuro di non esserti sbagliato? Magari è da qualche altra persona di fiducia!”

“Ma Rosalie andiamo! A parte il fatto che mi ricordo benissimo che ha fatto il tuo nome, e poi in città gli unici posti dove sarebbe potuta andare sono casa tua e qui da Bernard, lei non conosce nessun altro!”

“E tu cosa ne sai scusa?”

Andrè rimase per un attimo senza parole. Era convinto di conoscerla meglio di se stessa, come mai allora non riusciva ad impedire alle parole di Rosalie di insinuare il dubbio nella sua mente.

La giovane si accorse del turbamento di Andrè, e cercò di rimediare un poco:

“Scusa Andrè, non volevo essere scortese, ma è possibile che all’ultimo minuto abbia deciso di non venire da noi per il pericolo di essere riconosciuta, non trovi? Forse è stata la regina stessa a consigliarle una persona di sua fiducia, potrebbe essere, no?”

Andrè non riusciva a tranquillizzarsi, ma in quel momento non poteva farci assolutamente niente. Doveva ancora scoprire cosa era successo la sera prima, chiese quindi a Rosalie di raccontargli tutto.

“Vedi” cominciò la ragazza “ieri sera Bernard e i suoi compagni avevano deciso di festeggiare tutti insieme, e si sono diretti verso una taverna non molto lontana da qui. Mentre stavano per entrare, la porta si è spalancata, e hanno visto tre uomini con dei mantelli neri portare fuori a braccia un ubriaco. Lì per lì non c’era niente di strano, ma quegli uomini erano strani mi ha detto Bernard, non sembravano popolani, ma quasi dei nobili. Poi hanno visto che l’ubriaco si dibatteva, dicendo loro di lasciarlo stato, che avrebbe fatto il suo lavoro giovedì sera, ma che non era ai loro ordini, e che lo dovevano lasciare in pace. E’ stato proprio allora che Bernard ti ha riconosciuto. Allora i suoi amici gli hanno dato una mano a liberarti da quegli uomini, e poi ti hanno portato qua.”

Andrè non riusciva ancora a ricordare bene, ma i suoi ricordi si erano fatti un po’ più chiari. Giovedì sera, già, ancora quell’assurda messinscena, non ne poteva veramente più, ma non aveva altra scelta.

Questa volta decise di alzarsi veramente. Aveva ancora una giornata intera per cercare Oscar, quella faccenda aveva qualcosa di poco chiaro, e lui non poteva arrendersi.

“Devo andare Rosalie, grazie di tutto, a te e a Bernard. E se hai notizie di Oscar mi raccomando fammi sapere”

La ragazza capì che questa volta non sarebbe riuscita a trattenerlo. Quando si trattava di Oscar non sentiva ragioni. Sorrise al pensiero dei suoi due amici. Testardi come pochi, ma quando si trattava di aiutarsi a vicenda avrebbero dato anche l’anima!

“D’accordo Andrè, ma riguardati, e non fare pazzie, chiaro?”

“D’accordo, a presto Rosalie”

“A presto”

 

Nel frattempo, alla periferia di Parigi, due uomini a cavallo confabulavano tra loro:

“Sei sicuro che il duca sarà dalla nostra parte? Guarda che non voglio correre rischi!”

“Non preoccuparti Pierre, rilassati. Quando finalmente sposerà mia sorella diverrà parte della famiglia non potrà più opporsi al nostro volere.”

“Ma come fai ad esserne così sicuro? Lo sai che quello è sempre stato un tipo strano, ancor prima di tornare da quel viaggio, se poi lo vedi adesso…”

“Lo so, lo so, ma dopo il ricevimento di domani sera, grazie a Therese, stai sicuro che il matrimonio si celebrerà quanto prima! Ah ah ah!”

Pierre non era ancora convinto del tutto, ma sapeva che contrariare il cugino sarebbe stata una mossa decisamente azzardata. E poi forse sarebbe veramente andato tutto bene, chissà… ma sì, il duca De Rolange non era mai stato un uomo di polso. Un sognatore forse, uno studioso, ma tutt’altro che un uomo d’istinto. Non si accorgerebbe mai del tranello, fin quando no fosse troppo tardi ovviamente…

“D’accordo Filippo, fai quello che devi. Io andrò ad avvertire mio padre che il momento si sta avvicinando”

I due uomini si allontanarono, uno diretto fuori Parigi, l’altro a Versailles.

 

Un altro uomo a cavallo si stava dirigendo mestamente verso Versailles, dopo un’altra giornata infruttuosa.

Di Oscar ancora nessuna traccia, ma non poteva parlarne a nessuno. Se il Generale avesse saputo della scomparsa della figlia sarebbe andato su tutte le furie, considerandola peggio di un disertore. Per non parlare poi della nonna o di Madame, era inutile farle preoccupare inutilmente.

Continuava a pensare alle parole di Rosalie. Come poteva pensare di condividere in tutto la sua vita? Forse c’era qualcun altro nella vita di Oscar, un uomo forse. Andrè sentì il cuore andargli in frantumi al solo pensiero. Eppure perché no? Magari aveva mentito proprio per quello, per andare da lui, per fuggire alla realtà, alla sua vita da militare, per poter finalmente essere una donna fino in fondo…

“Ah Oscar… come avrei voluto esseci io al suo posto… io, che non mi sono accorto di nulla… io, che dovrò avere una donna che non amo, perché sono solo un servo, e non posso oppormi al volere di una nobiltà sull’orlo di una disgrazia che neppure tu immagini!”

Pensava a quella donna, alla duchessa Therese. Sapeva già cosa sarebbe successo al ricevimento, le spie a Versailles non mancano mai, sapeva come avrebbe dovuto comportarsi, ma il solo pensiero lo ripugnava. Come poteva gettare al vento la sua dignità per la corona di Francia??! Sapeva però che non affrontava tutto quello solo per un ideale nel quale personalmente neppure credeva. Non sarebbero mai riusciti a convincerlo se non usando il suo unico punto debole…Oscar.

 

Al castello dei Windon intanto una serie di cameriere e dame di compagnia si affannavano attorno ad Oscar per le prove generali del vestito che avrebbe indossato l’indomani sera al ballo. La povera ragazza era esausta, avrebbe dato qualsiasi cosa per essere a casa sua, nella sua stanza, a leggere un buon libro o a conversare con il suo Andrè… Il suo Andrè? Da quando era diventato suo? Quell’idea la paralizzò. Non ci aveva mai riflettuto a fondo, ma effettivamente aveva sempre dato per scontato che Andrè non si sarebbe mai allontanato da lei, come aveva potuto essere così egoista? Forse lui desiderava una vita completamente diversa, una famiglia, dei figli… e lei per tutto questo tempo, tenendolo legato a se, glieli aveva negati. E lei? Come sarebbe stata la sua vita se lui avesse deciso di andarsene un giorno? Non voleva neppure pensarci.

“Mademoiselle state ferma per favore!”

La sarta la stava rimproverando per l’ennesima volta, ma lei non riusciva assolutamente a restare ferma, aveva sempre odiato tutto quel trambusto, e in quel momento meno che mai aveva bisogno di pace, aveva bisogno di riflettere.

“Signore vi prego, riprenderemo domani la prova, ora ho da fare!”

“Ma mademoiselle…”

“Niente ma, andate via, ne riparleremo domani”

Le donne la guardarono con aria di rimprovero, ma non sapevano con chi avevano a che fare. Con fare deciso Oscar le mise alla porta, si levò quell’odioso vestito e si gettò distesa sul letto.

Prima di finire in quella situazione non si era mai posta tutte quelle domande, mai aveva avuto dubbi a riguardo, ma ora tutte le sue certezze stavano crollando.

‘Oscar ma che ti succede? Vedi di scoprire in fretta quello che sta succedendo e poi tornatene a casa, alla tua vita di sempre!’

Già, la sua vita, il prode comandante, il soldato perfetto. Chissà perché, ma vista dal di fuori non sembrava poi un granchè. E la vita di Andrè allora? Il fedele attendente, sempre pronto a seguirla, ad obbedire ad ogni suo ordine… No, non poteva continuare ad essere così egoista. Alla fine di tutta quella storia gli avrebbe parlato, gli avrebbe lasciato la sua libertà.

Improvvisamente un forte senso di colpa la pervase. Ma allora cosa ci faceva lì? Non poteva ingannare se stessa, ciò che l’aveva spinta era il fatto che Andrè fosse sfuggito al suo controllo. Come poteva parlare di lasciarlo libero quando stava cercando per l’ennesima volta di avere il pieno controllo della sua vita?

No, la verità era che c’erano troppi lati oscuri in quella faccenda, ed aveva paura. Per la prima volta aveva paura, ma non per lei, per Andrè.

Aveva preso la sua decisione ormai: l’indomani sarebbe andata a quel ballo ed avrebbe parlato ad Andrè. Se avesse scoperto che non c’era nulla da temere per il suo amico avrebbe lasciato i panni di Constance e se ne sarebbe tornata a casa, ma in caso contrario non poteva certo abbandonarlo, lui non lo avrebbe mai fatto.

Non del tutto rasserenata ma un po’ più convinta, Oscar scivolò lentamente nel sonno.

 

Continua…

 

 

Torna alle fanfiction