Shoujo manga che passione


by Vchan comparso sul n° 1 di Pianeta Donna

Lo shoujo manga, ovvero fumetto giapponese (manga) serializzato su riviste indirizzate ad un pubblico prettamente femminile (shoujo), affronta tematiche amorose ed è caratterizzato da un tratto particolarmente aggraziato e particolareggiato dei disegni, come occhi grandi, teste sproporzionate, corpi esili e dita affusolate. Storielle amorose superficiali e utopiche? Forse, ma solo per chi non le sa apprezzare. In Italia non c’è mai stata una cultura del fumetto d’Amore o destinato ad un pubblico in gonnella, ma a partire dagli anni ’70, l’Occidente ha iniziato ad importare dal Giappone un particolare genere di intrattenimento, ossia l’anime, da noi meglio conosciuto con il termine di cartone animato giapponese. Sui nostri schermi sono apparsi robots (qualcuno si ricorda delle avventure di Goldrake, Mazinga o Jeeg?) ma anche fanciulle alle prese con le difficoltà della vita e amori irraggiungibili. Contemporaneamente facevano capolino nelle edicole i primi manga, shoujo e non, editi dalla Fabbri, come Candy Candy, che ha riscosso un enorme successo ed è stato il capostipite di una lunga serie di opere pubblicate in seguito come Lady Oscar e tutte quelle firmate Y. Igarashi, R. Ikeda e C. Hara. Per lo piu si trattava di opere che avevano un unico filo conduttore, la relazione amorosa tra i protagonisti, contornata da situazioni più o meno sfavorevoli e romantiche, e ambientate in contesti, epoche e paesi diversi, come Francia, Austria e America nella maggior parte dei casi. Si spazia dai cow boys e la corsa alla conquista delle ricche terre dell’ovest (Susy del far west) alle Chicago e Londra di inizio ‘900 (Candy Candy), dalla Vienna ottocentesca del Granducato (La storia di Luna) all’America moderna vista attraverso l’ottica della vita circense (Kitty la stella del circo). In molti casi sono stati presi a spunto avvenimenti e periodi storici, come in Lady Oscar il regno di Luigi XVI e la rivoluzione francese, tra l’altro egregiamente riprodotto nell’ambientazione, anche se alcuni personaggi di spicco sono stati romanzati per essere adattati alla storia. Un posto di rilievo tra questo genere di shoujo va riservato a Mademoiselle Ann, pubblicato in Italia solo di recente sebbene sia stato scritto nel 1976, non tanto perché ambientato in Giappone e in un epoca di profondi cambiamenti come quella Taishou ( inizio ‘900), quanto perché per la prima volta ci viene presentata un’opera comica oltre che romantica, con ampio utilizzo di battute, situazioni esilaranti e personaggi “deformed”. Basta attendere qualche anno ed ecco che in Tv come su periodici per ragazzi (Corriere dei piccoli) compare un secondo genere di shoujo, ovvero tutta la serie delle “maghette”, storie che vedono come protagoniste ragazzine che entrano in possesso di bacchetta e poteri magici che permettono loro di cambiare aspetto e compiere magie. Il tema dell’amore emerge sempre, ma è più infantile ed innocente, mentre viene messo in risalto l’aspetto avventuroso della vita delle protagoniste adolescenti. Contemporaneamente si perde interesse per tutto ciò che è l’ambiente ed il contesto di sfondo e le storie si svolgono tutte in Giappone, di solito in grandi metropoli, ai giorni nostri (Creamy Mami, Magica Emi, Evelin e la magia di un sogno d’amore…). Verso la metà degli anni ’80, sebbene la cultura dei cartoni animati si stia affermando e radicando, i manga, ma più precisamente gli shoujo, subiscono una battuta d’arresto. Che il pubblico italiano non fosse pronto era chiaro. Se ne erano accorti da tempo gli editori che avevano interrotto le pubblicazioni per mancanza di vendite. Pian piano la situazione è andata migliorando e a partire dai primissimi anni ’90 abbiamo assistito ad una rinascita del settore, dovuta non solo ad un ritorno di fiamma per il mondo giapponese, ma soprattutto alla grande diffusione dei cartoni animati. Sorgono le fumetterie e quelle già esistenti espongono sempre più testate dedicate ai manga, recenti e non. Riguardo agli shoujo, fino a qualche anno fa l’uscita di titoli arrivava con il contagocce, ma grazie alla diffusione di Internet e alla buona volontà e coraggio di alcune case editrici (Star comics e Planet manga), si può affermare che il genere sta attraversando un periodo felice e tutto lascia supporre che ne segua uno altrettanto prospero. A grande richiesta di un pubblico più adulto vengono pubblicati manga datati anni ’70 e ’80, precedentemente trasmessi in tv (Lady Oscar, Georgie, Hello Spank), o inediti in Italia e più recenti, che spaziano dal genere fantastico che si rifà a quello delle “maghette” ( Sailor Moon, Card captor Sakura, Fancy Lala, Saint Tail…) al genere shoujo della vecchia guardia, in cui si respira sentimento in ogni pagina. Di titoli se ne potrebbero fare tanti (Mars, Gokinjo monogatari, Marmelade boy…), ma ciò che conviene sottolineare è la divisione delle storie in base al target delle lettrici. Opere come “Temi d’amore tra i banchi di scuola”, hanno come protagonista una bambina alle prese con problemi infantili ed adolescenziali, mentre storie come Mars evidenziano tematiche adulte, come il suicidio e la violenza carnale. Il tutto è comunque condito dall’amore, innocente e platonico il primo, vissuto e reale il secondo. Altro punto in comune è senz’altro il disagio che i protagonisti mostrano di fronte alle difficoltà della vita e della realtà che li circonda, con tutti i problemi che ne conseguono, da quelli amorosi a quelli familiari, da quelli esistenziali a quelli economici. Si parte sempre da situazioni normali, di vita comune, che degenerano in seguito ad avvenimenti imprevisti, passando per vicende difficili, ma l’ultima pagina nasconde sempre un lieto fine. Ultimamente è stata pubblicata un’opera nuova, tra l’altro interessantissima, che potrebbe aprire le porte ad una nuova corrente nell’ambito del fumetto tutto al femminile. A dire il vero di shoujo c’è ben poco. Occhioni grandi e dita affusolate non mancano di certo, cosi come l’amore passionale tra i due fratelli pervade tutta la storia, ma l’aria dark e la grande quantità di china usata, oltre all’insolito tema della battaglia fra bene e male e tra angeli e diavoli ( che appartiene a tutt’altro genere), lascia pensare ad un’intrusione. Vedremo se è solo un caso o se ad Angel Sanctuary faranno seguito altre uscite che porteranno una ventata d’aria fresca nell’ambito del fumetto per ragazze. Nel frattempo non ci resta che attendere, magari immersi nella lettura di un vecchio numero di Candy Candy, sempre che riusciate ancora a reperirlo.