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BOLOGNA


Teatrino

Villa ALDROVANDI

 

COMUNE
Bologna
PROVINCIA
Bologna
DENOMINAZIONE
Teatrino "Villa Aldrovandi"
UBICAZIONE
Via Toscana, 19
TIPOLOGIA
Sala rettangolare a balconate
USO ATTUALE
Visite guidate, rare rappresentazioni e convegni.

 

STORIA


Fuori delle porte della città di Bologna, sulla strada per Firenze, nella zona pedecollinare del colle di Camaldoli sorgeva il Palazzo di Camaldoli, residenza della nobile famiglia Marescotti poi di Filippo Maria, in seguito di Raniero Aldrovandi Marescotti.
Con la morte del padre Raniero, il trentaduenne senatore Gianfrancesco fece ritorno alla dimora bolognese dopo un lungo soggiorno a Modena. La rinnovata passione di Gianfrancesco per le rappresentazioni teatrali diventa un modello di lettura per comprendere il programma culturale in cui il teatro diventa il perno della complessa opera di ristrutturazione del Palazzo avviata nel 1761 circa.
Nel 1762 e nel 1763, si annotano spese per il teatrino tra cui il compenso per la realizzazione di due scene dipinte da Antonio Galli Bibiena e da Prospero Pesci.
L'inaugurazione avvenne il 24 settembre dello stesso 1763, con la rappresentazione "Alzira" di Voltaire.
Nel 1764 venne costruito un nuovo ordine di balconate e nel mese di maggio, sotto la direzione del capo mastro Giuseppe Berti viene realizzato un portico che si affaccia sul giardino che opportunamente chiuso da velari di legno sarebbe servito in occasione di recite.
Si è dedotto che il teatro fosse terminato nel 1764.
La progettazione dell'interno del teatrino si deve sicuramente al senatore Gianfrancesco con la direzione del macchinista Bentivoglio come viene ricordato chiaramente in un inventario ritrovato da De Anna Lenzi.
La facciata invece probabilmente fu realizzata su progetto di Francesco Tadolini attivo a Camaldoli dal 1769 quando il teatrino era già terminato.


 

ARCHITETTURA E INTERNI


Le 24 statue di stucco con cariatidi e sirene forse sono da attribuire allo stuccatore Camporesi, o ad un certo Balugoni che realizzò anche delle statue per la terrazza, la scala e la facciata del palazzo.
Le statue a stucco che caratterizzano così piacevolmente il teatro sono tutte di diversa forma, e sebbene ritratte nell'atto di sorreggere sulla schiena le balconate, non hanno alcun carattere portante, tanto meno le braccia che invece erano usate per sorreggere ghirlande di fiori freschi. L'idea di mescolare cariatidi, tritoni, atlanti e sirene non era poi così nuova, infatti, era un motivo assai diffuso negli allestimenti effimeri e nella decorazione delle sale di tutta Europa.

A Gianfrancesco succedette Carlo Filippo che opererà una regolare manutenzione per il buon mantenimento del teatro rinnovando scene e costumi, il sipario e il palcoscenico.
In quell'occasione forse si realizzarono due fondali di tela rappresentati il "Carcere e l'Atrio dorico e dei celetti".
Questi pochi arredi di scena di cui si conserva solo memoria fotografica andarono dispersi eccetto il fondale con l'Atrio, forse opera giovanile di Pelagio Palagi, protetto di Carlo Filippo.
Fino al 1845 il teatro fu attivo e ben conservato dalla famiglia Mazzacorati che appose rispettosamente solo il proprio stemma sull'arcoscenico.
Ma quando nel 1937 divenne proprietà dell'Istituto Previdenza Sociale e il palazzo adibito a convalescenziario, il teatrino che doveva essere abbattuto, fu fortunosamente risparmiato per l'intervento della Soprintendenza di Modena.
La profondità del palcoscenico fu ridotta, fu sostituito il piano ligneo, fu elettrificata la sala, il pavimento a mattoni bolognesi fu sostituito con uno alla veneziana.
Nel 1946 fu rifatto il coperto danneggiato durante un bombardamento del 1945, nel soffitto furono dipinte delle nuvole e coperte le figure originali.
Nel 1962 fu rinforzata la prima balconata per poter sopportare un carico maggiore.
Nel 1883 circa, il professor Carlo Bellei ha restaurato il telone sull'Atrio.
La semplice facciata con un portale con gradini in pietra immette senza ambienti intermedi al teatrino lateralmente.

 

L'entrata principale invece sembra essere quella dal giardino.
Dal colonnato esterno infatti si accede al teatro attraverso un graziosissimo atrio triangolare ricavato da un raccordo cretosi con la costruzione delle barchesse semicircolari.
Altre porte d'entrata poste al pianoterra e al primo piano, facilitavano l'ingresso dei privilegiati direttamente dagli ambienti interni della villa. La platea del teatro è a pianta rettangolare con due ordini di balconate con parapetti in tela decorata.
Il teatro è fornito di palco e sottopalco.
L'interno del teatro oggi è agibile per 95 spettatori.
In origine la sala offriva posto a 200 persone ma bisogna considerare che un tempo gli spazi teatrali erano affollatissimi.
Il teatro necessitava di restauri anche per la presenza di infiltrazioni nelle pareti e nel soffitto.