Home Page     ¦      Indice Teatri     ¦      Cartina Teatri     ¦      Glossario     ¦      Ringraziamenti

 

REGGIO EMILIA

 

TEATRO

MUNICIPALE

ROMOLO VALLI

 

 

 

COMUNE
Reggio Emilia
PROVINCIA
Reggio Emilia
DENOMINAZIONE
Teatro Municipale Romolo Valli

 


STORIA


Il teatro Municipale Romolo Valli è da considerare un vero e proprio specchio della più significativa e celebre tradizione teatrale della città, infatti i cittadini reggiani hanno sempre avuto una passione non comune per le rappresentazioni teatrali.
Per quanto riguarda la storia dei teatri pubblici di Reggio, si potrebbe dire che più di quattro distinti edifici, sembra la storia di un unico ultracentenario teatro.
Questo perché, pur mutando di aspetto e di ubicazione, si incontra una perfetta sequenza cronologica tra la nascita e la soppressione di ognuno di essi.
Il primo era una grande sala che veniva detta "dei Pretori", perché era servita per le adunanze del Consiglio Pubblico.
Era situata nel vecchio palazzo Comunale.
Ribattezzata "Sala delle Commedie" o "Sala del Ballone", veniva adattata di volta in volta agli spettacoli.
Nel 1568 era diventata così bella e sfarzosa che quando la duchessa di Ferrara Barbara d'Austria arrivo a Reggio, fu inaugurata in suo onore con l' "Alidoro", tragedia di Gabriele Bombace.
Nel 1635 si iniziarono i lavori per ampliare il teatro, che venne dotato anche di 101 palchi su quattro ordini disposti a "mezzaluna".
Quando terminarono i lavori, nell'anno successivo, la platea riusciva a contenere 64 panche laterali e 29 sedie.
La fama del teatro era grande, tanto che anche le persone più altolocate come il duca di Modena andavano spesso ad assistere alle rappresentazioni.
Per questo motivo nel 1672 fu fatto erigere anche un palco ducale.
Nel 1695 una eccezionale nevicata danneggiò gravemente le travi del tetto, che rompendosi distrussero i palchi.
Si decise allora di consolidare le strutture lignee e di rinnovare le decorazioni.
Il 3 maggio di quell'anno venne inaugurato il teatro rinnovato con il dramma poetico "Almansone in Alimena", di Carlo Pollaroni.
Ora la sala riusciva a contenere 130 posti in platea.
Cinque anni dopo, la notte del 6 maggio 1740, un incendio distrusse in sole tre ore l'intero fabbricato.
Dopo questo avvenimento fu deciso di erigere il nuovo teatro nell'area dove prima vi era l'antico "Officio della Macina", presso la Cittadella.
Il progetto fu affidato all'architetto Antonio Cugini.
In soli sette mesi di lavoro fu terminato anche l'interno del nuovo teatro.
Il soffitto della platea e l'arredo scenografico furono dipinti da Giovanni Paglia, mentre Giuseppe Racchetti di Parma dipinse 20 figure nel soffitto e Carlo Vandi di Venezia decorò il proscenio e il comodino.
Anche se l'esterno sembrava piuttosto misero, l'interno era di "Vago e maestoso disegno".
Questo nuovo teatro contava in tutto 1172 posti.
Per una maggiore visibilità erano stati costruiti palchetti aggettanti l'uno rispetto all'altro e digradanti lentamente verso la scena.
Nel primo ordine, al centro, vi era un palco ducale.
Il ridotto era molto vasto per ospitare giochi pubblici e feste da ballo, e l'atrio era di forma esagonale.
Era stato costruito anche un locale detto "camerone" per il corpo di guardia.
Tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 il teatro era diventato la sede più opportuna per convegni e dimostrazioni dei patrioti ed era difficile mantenere l'ordine.
Nel 1814 furono rifatte le decorazioni nel soffitto della platea da Prospero Minghetti e dipinto un nuovo sipario per il proscenio.
In seguito, nel 1838, furono aggiunti otto palchi e fu nuovamente ridipinto il soffitto della platea da Vincenzo Carnevali.
L'anno successivo fu innalzato il fabbricato, costruito un atrio colonnato, importicato per le carrozze ed altre migliorie che furono terminate entro l'autunno del 1839.
Nella notte tra il 21 e il 22 aprile del 1851, un incendio distrusse quasi interamente il teatro.
Furono salvati soltanto l'atrio e gli ambienti sottostanti.
I musicisti dell'orchestra teatrale, rimasti improvvisamente inoperosi, decisero di allestire i locali rimasti illesi dal fuoco.
Nel 1852 vennero eletti in poco più di 20 giorni 41 palchi.
Il teatro provvisorio prese il nome di Teatro Comunale filodrammatico, e gareggiava <<per magnificenza di spettacoli per successi di artisti e di maestri, col vecchio teatro e col nuovo>>.
Ma con l'inaugurazione del Municipale, avvenuta nel 1857, il municipio reputò conveniente alienarlo insieme all'area lasciata libera dall'incendio del 1850.
Lo spettacolo inaugurale fu il "Vettor Pisani", musicato da Achille Peri, e un ballo spettacolare, "Carlo il Guastatore", del celebre coreografo Giuseppe Rota.


ARCHITETTURA E INTERNI

 

Il teatro appare oggi praticamente invariato rispetto al giorno dell'inaugurazione, avendo subito solo leggere modifiche nella destinazione d'uso dei locali ed essendo stato costantemente oggetto di attente opere di manutenzione e di restauro conservativo.
Dodici colonne doriche su tre gradoni di granito e due arcate laterali per le carrozze, sorreggono il maestoso porticato sul quale si regge il piano nobile.
In esso, 13 grandi finestre con timpano e bassorilievo sono divise da lesene ioniche terminanti con 28 statue rappresentanti l'Istruzione e il Diletto, che si stagliano alte sopra il possente cornicione a decorare la facciata.
Cinque porte di uguale grandezza si aprono sotto il portico.
Anche nelle decorazioni del teatro fu seguito un rigido programma; nel peristilio le glorie del teatro greco, nel vestibolo quelle del teatro latino e nel resto quelle del teatro italiano.
Dal vestibolo si accede all'atrio vero e proprio, di pianta ottagonale, decorato da Girolamo Magnani e Giuseppe Ugolini, e le cui aperture ad arco sono intervallate da semi-colonne corinzie.
Di qui si entra alle sale del ridotto e alla sala per lo spettacolo, con pianta a ferro di cavallo, circondata da 4 ordini di palchi più loggione.
Il maestoso palco ducale occupa il posto di 4 palchetti centrali del secondo e del terzo ordine.

Ogni palchetto è dotato di retropalco di servizio.
Al centro pende ancora il lampadario originale (astrolampo), decorato con legno intagliato e decorato.
Assai interessante è il sipario, dipinto da Alfonso Chierici, e raffigurante il tema: <<Il Genio delle belle arti italiane le invita ad ispirarsi nelle glorie della storia patria>>.
Di miglior fattura e di gusto più sobrio e raffinato appare il secondo sipario (comodino), anch'esso ancora in loco, dipinto da Giovanni Fontanesi e raffigurante un romantico paesaggio di rovine con pastori che danzano attorno ad una statua di Apollo.
Il Municipale è uno dei teatri italiani più ricchi di macchine e servizi di allestimento delle scene: argani, tamburi, due ordini di paglioli (balconi sporgenti delimitati da robuste ringhiere alle quali possono essere fissate le corde delle scene), scala a chiocciola, strade pensili per i contrappesi, tubi metallici per la comunicazione verbale, macchine per gli effetti speciali (tuono, pioggia, saetta, vento e volo) e bilance per l'illuminazione ad olio e a gas.
Sul palcoscenico è inoltre installato l'organo, costruito nel 1815 da Luigi Montesanti e di recente restauro.
Le scene venivano dipinte nella sala di scenografia posta sopra la platea e issate o scese per essere ritoccate e riposte attraverso delle fessure praticate nel pavimento ligneo.
Il teatro è passato a completa gestione pubblica nel 1957.
In questa data fu apprestato un restauro che ridiede splendore all'edificio: si ripristinarono gli spazi che avevano subito una diversa destinazione d'uso, si ripulirono le parti pittoriche, gli stucchi, gli ori, gli arredi e la tappezzeria.
Intorno agli anni '70, in un palco di primo ordine è stata collocata una cabina di regia, il teatro è stato fornito di un impianto televisivo a circuito chiuso, di un impianto luci in sintonia con le più attuali esigenze sceniche, impianti tecnici per i cambiamenti meccanici delle scene.
Nel ridotto si svolgono convegni e mostre.
La sala degli scenografi è stata trasformata in sala delle prove dei balletti.
L'archivio è stato trasformato in un moderno ufficio di documentazione.
Attualmente il teatro municipale organizza oltre che stagioni d'opera lirica, stagioni di danza, prosa e concerti di musica; nell'arco di un anno raggiunge la media di 260 spettacoli.