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LONGIANO

TEATRO

PETRELLA

 

 

 

COMUNE
Longiano
PROVINCIA
Forlì
DENOMINAZIONE
Teatro Enrico Petrella
UBICAZIONE
Via IV Novembre

 

TIPOLOGIA
Pianta a ferro di cavallo con palchetti
USO ATTUALE
Prosa, cabaret, teatro comico, musica d'autore, stages, laboratorio teatrale
DATI TECNICI
Palcoscenico largo m 16.50, profondo
M 6.70, alto m 7.40; capienza totale della sala 250 posti

 


STORIA


A metà dell'Ottocento esisteva ancora in questo centro collinare dell'entroterra cesenate un vecchio teatro.
Pare si trattasse di un salone sito in uno stabile di proprietà comunale che dava sull'attuale piazza Malatestiana nel centro fisico e sociale del borgo antico.
L'esigenza di pote

r disporre di un locale adeguato per i pubblici spettacoli indusse la "Commissione Municipale" di Longiano, ad affidare, nel 1850 all'ingegnere Biagio Abbati di Savignano sul Rubicone l'incarico di progettare un nuovo teatro rispondente alle esigenze della borghesia locale.
Il nuovo edificio che avrebbe dovuto erigersi nello stesso luogo dov'era situato il vecchio teatro, era piuttosto ampio con una capienza di circa 500 posti, tanto che per avere un'area sufficiente sarebbero dovute essere abbattute alcune case confinanti.

Il progetto incontrò la diffidenza degli amministratori e fu accusato di eccesiva dispendiosità, quindi fu accantonato per una decina d'anni.
Solo nel 1860 fu ripresa l'ipotesi di edificare il nuovo teatro nell'area già suggerita dall'Abbati.
Tre anni dopo venne presentato a tal fine il progetto di Giulio Turchi ingegnere comunale che nel frattempo era diventato sindaco.
Questo teatro più piccolo rispetto al precedente progetto, prevede una capienza di 300 posti, due ordini di palchi e un loggione.
I lavori vengono avviati alla fine del 1864 e il teatro venne inaugurato nel 1870.
Per l'occasione, il compositore Enrico Petrella, cui il teatro viene dedicato con una solenne cerimonia, vi dirige la sua opera I Promessi Sposi.

 

 

 

ARCHITETTURA e INTERNI


Il teatro è un edificio autonomo ed isolato al centro del paese, nei pressi della Rocca, dotato di una facciata timpanata: privo di intonacature, esso presenta solo alcune sobrie decorazioni in marmo bianco al di sopra delle finestre e del timpano.
L'esterno si caratterizza per il motivo a fasce orizzontali esteso per tutta l'altezza e sulle fiancate dell'edificio.
Superato l'atrio assai spoglio di decorazioni, si entra nella sala, con pianta a ferro di cavallo, e circondata da due ordini di palchi più loggione, senza sottolineatura di palco centrale.
Il loggione é sorretto sul fondo da una serie di semplici ma robuste colonne doriche.
Le decorazioni della sala, a stucchi dorati su fondo azzurro furono eseguite da Girolamo Bellani e Giovanni Canepa.
Il primo eseguì le decorazioni pittoriche e le riquadrature della sala, il secondo dipinse il velario, il sipario storico a pizzo, entro una zona di ritratti a finto rilievo di porcellana di eccellente esecuzione; il sipario rappresentava "la disfatta dei soldati di Papa Eugenio IV, lor duce il Piccinino che aveva assediato la terra, operata dai longianesi, capitano Andrea Corsi, con pochi malatestiani di Rimini, epoca 1442" (G. Morandi, Grande apertura del nuovo teatro Petrella in Longiano, in "L'Euterpe", 29 luglio 1870).
Il sipario, che attualmente é scomparso e di cui resta solo documentazione fotografica, risultò tuttavia in un primo momento troppo corto, e fu necessario aggiungervi in basso un pezzo di tela con un paesaggio.

 

Le dorature furono eseguite da Girolamo Raggi e le tappezzerie da Achille Zoli.
I palchi furono venduti all'asta e il ricavato fu destinato a coprire in parte le spese di decorazione.
La ditta Rastelli e Melandri aveva presentato un progetto per la costruzione del "Meccanismo del teatro": "i carrelli per le quinte...da farsi in legno d'abete con due animelle o stangoni ciascuno, e la relativa strada in legno", che però non fu eseguito dato che si preferì affidarsi a meccanismi per il movimento delle scene dall'alto.
La macchineria del palcoscenico comprendeva pertanto: "soffitta o graticcia all'altezza di m 10,25... tre ruotoni per il movimento del sipario e di due teloni, composti ciascuno da due tamburi... praticabili o paglioli in legno... quinte laterali per le scene... rocchettoni per farvi scorrere le corde maestre dei teloni... orditura per le quinte in sostituzione dei carrelli... rocchetti per le scene... stangoni per le quattro quinte fisse... macchine per la batteria della bocca d'opera per accendere i lumi sottoscena...stanghe per i lumi, per scene e panni... ruota per la pioggia... macchina per la saetta... tuono lungo che segue il fulmine... scale che mettono al praticabile... cassoni o canali che servono di guida ai pesi del sipario... telai per i pesi... patteche o carrucole..."; mancavano però gli argani (Progetto per il meccanismo del palcoscenico).
La spesa complessiva per questi lavori fu di 2.773 lire, mentre per la costruzione in muratura ne occorsero 50.623 e per la decorazione e l'arredamento 13.208.
Dell'apparato del palcoscenico restano oggi solo la graticciata, il paglioli, alcune carrucole e tamburi, il tutto in stato di abbandono.

Non risulta traccia, dai documenti, di un meccanismo per il sollevamento della platea (che era montata su pilastri in muratura), che dovette venir costruito in epoca successiva poiché alcuni anziani del paese ne rammentano l'esistenza (veniva messo in opera per veglioni o feste).
Oggi é anch'esso scomparso.
Per dipingere le scene fu chiamato Antonio Mosconi di Savignano.
Alcune tele scenografiche di difficile identificazione erano appese al di sotto della graticcia, a mo' di soffitto del palcoscenico, e in stato di conservazione estremamente precario.
Il teatro abbandonato ed inutilizzato per diversi anni é stato tra il 1980 e il 1986 restaurato e ultimata l'opera di recupero il teatro ha ripreso a svolgere l'attività che gli é propria in modo particolarmente vivace grazie ad una direzione intelligente: comprende prosa, comico, cabaret, musica d'autore ecc...
Inoltre la sala é concessa per stages, laboratori teatrali e prove.