CAMERA A SUD (1994)

Non e' l'amore che va via

Vai vai
tanto non è l'amore che va via
Vai vai
l'amore resta sveglio
anche se è tardi e piove
ma vai tu vai
rimangono candele e vino e lampi
sulla strada per Destino

Vai vai
conosco queste sere senza te
lo so, lo sai
il silenzio fa il rumore
de tuoi passi andati
ma vai, tu vai
conosco le mie lettere d'amore
e il gusto amaro del mattino

Ma
non è l'amore che va via
il tempo sì
ci ruba e poi ci asciuga il cuor
sorridimi ancor
non ho più niente da aspettar
soltanto il petto da uccello di te...
soltanto un sonno di quiete domani...

Ma vai, tu vai
conosco le mie lettere d'amore
e il gusto amaro del mattino

lo so lo sai
immaginare come un cieco
e poi inciampare
in due parole
a che serve poi parlare
per spiegare e intanto, intanto noi
corriamo sopra un filo, una stagione,
un'inquietudine sottile.

Ma,
non è l'amore che va via
il tempo sì,
ci ruba e poi ci asciuga il cuor
sorridimi ancor
non ho più niente da aspettar
soltanto il petto da uccello di te...
soltanto un sonno di quiete domani...

Zampano'

Esco da me
in tutto non m'amavo granché
il nanomi guarda felice
non sa quel che dice
e se la canta per sè

tutta per me
la giostra di Zampanò tace
e gira con gli occhi di brace
il cavallo di Troia
che alla zingara piace

Rido perchè
non ho più mal
non ho più da pensar
fuggo da me
non basta amar
mi vengano a cercar

sposami al mattino
abbandonami in cammino
il branco non aspetta che passar
voce che m'incanta
melassa che m'abbranca
si svendono i miei sogni di virtù

tutto per voi mi piego ai salassi e ai pastoi
e seguo la polvere amara
lo scherno, la giara
e il belato del re
torno da me
mi sveglio e so già quel che c'è
e l'ultimo sonno si squaglia
lo Zampanò sguaia
e si vuota il pitale

ma rido perchè
non ho più mal
non ho più da pensar
danzo da me
solo trovar
non ho più da cercar
il cane è una cariola
io corro e lui si sgola
la polvere ci veste da villani
la sposa è tutta viola
tra i guitti fa la spola
non ha più soldi o baci da mandar...

tutta per me
la giostra di Zampanò tace
e gira con gli occhi di brace
il cavallo di Troia
che alla zingara piace

Amburgo

Lo specchio
non m'ha detto
e non suppone dove sei
persa sulla lama di un'idea
blu velluto spento
ozioso nell'inverno cupo
esilio e nuvole
su Amburgo

brilla,
il lume brilla
nel vapore
appeso al vetro
fuori è ovatta
e passi svelti di portuali
i caffè d'attesa han sonno
e io sussulto ad ogni annuncio
felice solo a non capire
che si dice

cercando, parlando
pensando di te
verrà, verrà
il tempo per amare
per dirtele queste
parole seppellite
dentro el cuore freddo
dell'inverno

l'oblò
di una finestra
apre un ritaglio
di normale
una libreria e una donna
china sul giornale

E' l'ora in cui il diurno chiude
e la città rimane a mezza strada
indecisa sul da fare

cercando, parlando
pensando di te
verrà
il tempo per amare
per dirtele queste
parole seppellite
dentro el cuore freddo
dell'inverno

s'alzano le foglie
e si sollevano
i rimpianti
nei gemiti di amanti
delle stanze confinanti
non resta che fumare
l'ultima gitanes arrotolata
mi manchi sì
ma non mi manca
il tempo andato
ed i suoi incanti...


Che cosse' l'amor

Che cos'è l'amor
chiedilo al vento
che sferza il suo lamento sulla ghiaia
del viale del tramonto
all' amaca gelata
che ha perso il suo gazebo
guaire alla stagione andata all'ombra
del lampione san soucì

che cos'è l'amor
chiedilo alla porta
alla guardarobiera nera
e al suo romanzo rosa
che sfoglia senza posa
al saluto riverente
del peruviano dondolante
che china il capo al lustro
della settima Polàr

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi
dell'arco di San Rocco
ma s'appoggi pure volentieri
fino all'alba livida di bruma
che ci asciuga e ci consuma

che cos'è l'amor
è un sasso nella scarpa
che punge il passo lento di bolero
con l'amazzone straniera
stringere per finta
un'estranea cavaliera
è il rito di ogni sera
perso al caldo del pois di san soucì

Che cos'è l'amor
è la Ramona che entra in campo
e come una vaiassa a colpo grosso
te la muove e te la squassa
ha i tacchi alti e il culo basso
la panza nuda e si dimena
scuote la testa da invasata
col consesso
dell'amica sua fidata

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
son monarca e son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey

Che cos'è l'amor
è un indirizzo sul comò
di unposto d'oltremare
che è lontano
solo prima d'arrivare
partita sei partita
e mi trovo ricacciato
mio malgrado
nel girone antico
qui dannato
tra gli inferi dei bar

Che cos'è l'amor
è quello che rimane
da spartirsi e litigarsi nel setaccio
della penultima ora
qualche Estèr da Ravarino
mi permetto di salvare
al suo destino
dalla roulotte ghiacciata
degli immigrati accesi
della banda san soucì

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
vampiro nella vigna
sottrattor nella cucina
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey

Ahi, permette signorina
sono il re della cantina
volteggio tutto crocco
sotto i lumi dell'arco di San Rocco
Son monarca son boemio
se questa è la miseria
mi ci tuffo
con dignità da rey!


Il mio amico ingrato

Il mio amico ingrato
ha trovato amore e s'è sposato
mi guardava e sorrideva
aveva riso in bocca e in cielo
e tutto intorno al suo bel velo
lei abbracciava il mondo intero
noi, vecchi amici dignitosi
rassettati per gli sposi

poco importa se i cognati
sono tutti separati
poco importano i dolori
non son spine senza fiori
vino ed ostriche guarnite
ma ho male a un fianco e la colite
è dura amarsi a pranzo e cena
senza un massaggio per la schiena

Vedo e penso avanti a Dio
avrei voluto andarci anch'io
un sogno amato, accarezzato
un inganno al celibato
e invece affoga nel palato
l'ultima notte che ho passato
fumo e baci da bar
stracci nel letto
vetri nel petto
Geffer, pillole e goldoni
son souvenir delle stagioni
che hanno il vuoto dentro il frigo,
che hanno il Malox per amico

un amico che è sposato
mangerò il suo minestrone
aspetterò la primavera
e i suoi confetti di virtù...


Fatalita'

Ho baciato in bocca la morte tesoro
e adesso non posso più guardarti
e nemmeno toccarti
il furbo l'ho fatto una volta di più
delle carte che ho in mano
e lo scherzo non scherza
col gioco e col fuoco

fuori, sì viviamo fuori
ma fuori davvero
ci fa paura di andare
fuori dagli uomini
fuori dal cielo
fuori non riesco neanche
a immaginarlo vero

E' più di una crepa
più di una bugia
più di una notte insonne
più di una malattia
in uno sbaglio solo
gli errori tutti della vita
e il prezzo è in banconota
di nostalgia infinita

fuori, sì viviamo fuori
ma fuori davvero
ci fa paura di andare
fuori dagli uomini
fuori dal cielo
fuori non riesco neanche
a immaginarlo vero

libri di poesia
alberi di Natale
figli che mancate
amici di limpide serate
di essere puro, di essere sincero
solo ritornare
ad essere normale

Camminante

Ahi, t' ho visto sporta alla ventana
seguir lontano il volo del gabbiano
hai masticato muta un benvenuto
e t' ho incontrata strana

non cerco più la festa del tuo sguardo
né tantomeno il volto che mi è amico
ti guardo, ti saluto e mi ridico
che è fatica averti

i capelli neri e unti come il corvo
le labbra strette al nodo dell'orgoglio
odiami per non cadere pronto
nell'amore che non voglio
così m'incontro solo, solo e perduto
come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido
come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido

però resto contento
per quello che è passato
mi porto appesa al cuore una promessa
e qualche bacio rubato
e voglio restar quieto
e sognar disperso
sognar che stiamo noi due soli
e nel mare aperto
sognar che stiamo noi due soli
e nel mare aperto

toglietemi passioni, amici,
il riso del saluto,
ma non si può perdere quello che
mai in fondo si è tenuto
non si può perder niente se
niente si è mai avuto

le seppie han le ossa bianche e l'ippogrifo
ha il becco scuro e forte è il suo nitrito

distante come il cielo in Patagonia
m'avvio abbracciando i sogni che ho patito
distante come il cielo in Patagonia
m'allungo ai sogni che ho patito

come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido
lasciando il loro nido
come quando gli uccelli se ne migrano
lasciando il loro nido


Furore

La luna maledico
il tempo e quando son partito
proprio stato benservito
e adesso urlo il mio furore

incrocio i Tir ma non li vedo
ho i fari alti e me ne frego
questa volta il mio tormento
fotte tutto il reggimento

mi fermo al bar dei gran minchioni
riparto e ho in corpo tre Negroni
infiamma bene il buco dentro
prendo almeno un po' di tempo

E urlo contro chi so io
mi sbatte sempre addosso tutto
quel che vorrei mio
e sbotto e scalcio ma non dico
è stato zitto il pappafico
coi lamenti nei calzoni
ascolta e rosica i rognoni

il pensiero torna sulla piaga
come mosca sul concime
rode e tarla la ragione

poi la rabbia m'ha sfinito
e il protettore m'ha scordato
sbatto come un pipistrello
sul peccato, sempre quello

tremo di colpa e porcherie
dubbi di sangue e malattie
fossi almeno più leggero
quando ho tolto il mocco al cero

E urlo contro chi so io
mi sbatte sempre addosso tutto
quel che vorrei mio
e sbotto e scalcio ma non dico
zitto come un pappafico
al momento di ragnare
ascolta e rosica i rognoni

piove piove e le macchine s'affollano
tutte bardate attorno al circo
da locale jugoslavo

pagliacci unti con codino
Mercedes bianco e l'orecchino
manco l'estasi vi leva
il portamento contadino

avessi almeno il vecchio amico
da farei a pugni a torso nudo
al ghiaccio delle tre di notte
aiuta pure fare a botte

Come quando spento nella mano
aveva la brace come fosse
il bacio di un gitano
e mi guardava indifferente
diceva vedi amico ormai
non mi può far più niente
ho una gru sopra la testa
e un lombardo che protesta
come fosse suo il cortile
sveglia presto la sua bile
la pioggia è acida nell'afa
sto alla larga dalla strada
la puliscono di notte
di siringhe e di mignotte

vendon salsicce di tre giorni
mi suicido con un morso
di morir non ho paura
dopo un'ora mi ci abituo

la passione se n'é andata
e mi compiaccio volentieri
disfo oggi con piacere
quel che ho fatto l'altro ieri

Ma ridi sopra tanto già lo sai
innamorati si offre sempre il peggio
e il meglio mai
e sbotta e scalcia ma non dire
zitto come un pappafico
di furore puoi morire

Ma l'America...

Ma che confusione
fischia il merlo al re
il vento non mi da
altri segni per tornar

seguo il molo e il volo
è tondo intorno al mar
sgrano il mio rosario
chiedo fede da mostrar

gli altri poi pensino per sé
invitami se vuoi
sotto braccio a passeggiar

piove è tempo di partir
rosa e viola il cielo da venir
grido addio e corro per la via
m'inebrio di vapore
di ruggine e carbone
e brucio il mio berretto al re

pigra nostalgia
speranza vanità
entro nel bistrot
tutto scordo e tutto so

luce di ventana
faro del mattino
sfogliami se puoi
il verde fiore del destino
gli altri poi pensino per sè
invitami se vuoi
sotto braccio a passeggiar

piove è tempo di partir
rosa e viola il cielo da venir
grida addio e gettami per via
m'esalto e poi m'ammalo di poesia
di dubbi in libertà...


Il fantasma delle tre

Con quella faccia triste
cosa c'hai trovato in lui
raccontava grandi storie
o forse eran tutte balle
certo gli occhi ti guardava
e le coscie non toccava
e se fosse proprio lui
in questo posto qui alle 3
a cambiare la tua vita
a rapirti come un tango
in una rapsodia di luci
in un vortice di baci
ma ci vuole qualche concessione
calze nere e seduzione
perché vivere è fatica
senza manco un'illusione
un sogno usato un'invenzione

E annegarsi in un bicchiere
uno sconosciuto è il
paradiso o l'inferno o il purgatorio
ma comunque dura un'ora
forse un giorno oppure un anno
dopo passa e lascia soli

shabiduduba...

Ma è il fantasma delle 3
che mi prende con la mano
calda forte e misteriosa
e se dicessi una parola
o i pensieri che ho da sola
no il silenzio è un grande amico
mentre mi prende con un dito
è la lingua di un serpente
facciamo finta che è l'amore
che entra forte ed esce piano
col fantasma delle 3
che entra forte ed esce piano
col fantasma delle 3
che entra forte ed esce piano
col fantasma delle 3

shabiduduba...

E domani un altro sogno
avrà piena la mia notte
avrà svuotato i miei vestiti
riempito il lavandino di un
pianto triste e disperato
e dovrò cercarmi un altro
fantasma delle 3
e dovrò cercarmi un altro
fantasma delle 3
e dovrò cercarmi un altro
fantasma delle 3
e dovrò cercarmi un altro

shabiduduba...


Tornando a casa

Sento i galli abbaiare
e gli ultimi mezzi passare
a trafiggere il resto del sabato
son tornato stratardi anche stavolta
e non so come dire
ma me ne faccio una colpa...

perle e gemme stellate
sulle foglie seccate
sotto il cielo turchese di ottobre
che potevi poi esserci anche tu
e non avrei vergogna adesso più

ah, lasciami libero il cuore di
partire e di tornare
io che posso fare se
i colori li vedo
più vispi a quest'ora

la finestra su è accesa
forse è un segnale di attesa
forse è solo un benvenuto
mi pare di salire normale
ma mi sfugge di mano la chiave
mi mangio due Chloralit
ho il passo pesante
confido nel ronzio del frigo
svegliarti non vorrei,
ma non è detto
che riesca a centrare
il mio lato del letto

e indugio a sfiorarti
una spalla o un'ascella
ma ti giri e ti copri di più
no, non è un luogo comune
che tornare alterati dia qualche problema
lancette d'orologio
io vi odio
specialmente se è quasi mattina
mi rinfacciate sempre qualche cosa
si, io al contrario vi farei
girare


Guiro


Indugio ancora un poco
il giorno nuovo arriva fioco
e bianco lattiginoso
spero in un mal di gola
alla sveglia chiedo un'ora o niente
mi darò assente
decidere non è mio pregio
son nato stanco ci penserò domani

Ghiro
son ghiro e mi ritiro
sei mesi sotto le lenzuola
dall'altro lato mi rigiro

I dubbi della vita mi pongo
ma più ci ripenso
più nel letto sprofondo

Alzarmi al freddo presto giammai
di disgrazie di guai abbastanza ne passai
Rumino gli stralci di ieri
c'ho sogni più veri e gonfi
di desideri

nella branda che cancella e spazza
via pensieri aguzzi e vivi
costati una notte di Nirvana
Ma se esco fuori che esco a fare
tanto è la stessa parte da rifare
chiedere aiuto oggi non vale più
chiamarti poi mi pento
insabbio e prendo tempo
che tormento

Ghiro
e ancora mi ritiro
e di qui sotto vedo bene
che il cambio poi non mi conviene
devo uscire trovarmi il posto
l'appartamentino le ferie in agosto
pagare i soldi le multe l'affitto
la carta da bollo per ogni diritto

E allora adesso c'ho son
mi gratto al ritmo del son
e non mi passa il son
Montugno Montugno son
Gualano Gualano son
e certamente me gusta el son
e che te pasa che te pasa che bonito el son
a Ancora Gualano son

Guiro
E ancora mi ritiro Porque!
Porque me gusta il son
E non mi pasa, non mi pasa,
non mi pasa el son

piango come un coccodrillo ci ho son
nel proposito vacillo che bonito el son
Montugno Montugno son
San Gualano Gualano son

crederme tu crederme
en el amor siempre tu siempre
deves credere
y en la vida devo credere
per credere
siempre credere per prendere

rendere per prendere
en la vida devo rendere per prendere
y al paisio devo rendere per credere
siempre rendere per prendere

Camera a sud

Rubami l'amore e rubami
il pensiero di dovermi alzare
e ruba anche l'ombra di fico che copre
il cicalar della comare
che vedo bianco di calce e pale
pigramente virare
e ho in bocca rena di sogno
nella rete del sonno meridiano
che come rena
mi fugge di mano

Che sudati è meglio
e il morso è più maturo
e la fame è più fame
e la morte è più morte
sale e perle sulla fronte
languida sete avara
bellezza che succhi la volontà
dal cielo della bocca
bocca bacio di pesca che mangi il silenzio
del mio cuore

Sud
fuga dell'anima tornare a sud
di me
come si torna sempre all'amor
vivere accesi dall'afa di Luglio
appesi al mio viaggiar
camminando non c'è strada per andare
che non sia di camminar

Mescimi il vino più forte più nero
talamo d'affanno
occhio del mistero
olio di giara, grilli, torre saracena
nell'incendio della sera
e uscire di lampare
lentamente nel mare
bussare alle persiane di visioni
e di passi di anziani

Sud
fuga dell'anima tornare a sud
di me
come si torna sempre all'amor
vivere accesi dall'afa di Luglio
appesi al mio viaggiar
camminando non c'è strada per andare
che non sia di camminar

rubami la luna e levagli
la smorfia triste quando è piena
e ruba anche la vergine azzurra
che ci spia vestirci stanchi per uscire
fresca camicia di seta in attesa
croccante e stirata
per lo struscio e un'orzata
nel corso affollato in processione
la banda attacca il suo marciar
così va la vita

I MUSICISTI

Vinicio Capossela: pianoforte e chitarra
Beppe Fornaroli: chitarra
Giorgio Cavalli: chitarra
Enrico Lazzarini: contrabbasso
Naco:percussioni
Lucio Caliendo: batteria e oboe
Ellade Bandini: batteria
Piero Odorici: sax soprano, sax tenore, flauto
Rudy Trevisi: sax alto
Paolo Fresu: tromba
Marco Tamburini: tromba e flicorno
Roberto Rossi: trombone
Antonello Salis: fisarmonica
Antonio Marangolo: baflaphon, percussioni
Alessandro Simonetto: violino, bouzuki, mandola
Teo Ciavarella: organo hammond
Enrique Camac, Josè Illa, Wilman Llerena: Coro Gualano

 

 

INDIETRO