COME METTERE A FUOCO IL PROBLEMA GESU'

 

Il metodo fondamentale per la scoperta della verità storica è quello della causa sufficiente. Applichiamo tale metodo al problema Gesù concentrandoci su questi elementi:

A) Le speranze che Gesù suscita nelle regioni storiche della Palestina.
Sebbene non inciti giammai alla riscossa del proprio paese e non prometta beni di fortuna, infonde ugualmente tanto amore che le folle lo portano in trionfo proclamandolo Messia. Per essere certi che Gesù operava prodigi basterebbe guardare all’impatto che ha avuto su chi lo vide e lo avvicinò. Lo vogliono, infatti, proclamare re dopo il miracolo dei pani e dei pesci, e lo acclamano Messia, la Domenica delle Palme, dopo la resurrezione di Lazzaro, quando da Betania raggiunge Gerusalemme. Oggi, con la crisi dello scientismo ottocentesco, l’aspetto prodigioso del Vangelo è più credibile di quanto non fosse qualche decennio fa.
B) La sequela degli apostoli
Essi rinunziano alla sicurezza del loro mestiere, (Pietro e Matteo, proprietari di case, sono facoltosi!), lasciano la loro abitazione e, senza alcun provento, diventano predicatori itineranti. Ora, abbandonare gli affetti intimi, moglie e figli, per seguire uno che nulla ha e nulla promette tranne disagi, sofferenze e persecuzioni, è fuori dei possibili!!!
Per i maestri del diritto romano era una verità irrefragabile l’affermazione tanto cara a Cicerone: Is fecit cui prodest (agisce colui al quale conviene). Se Gesù non ha operato prodigi e non è risorto, gli Apostoli ci hanno ingannato e se hanno compiuto il falso in atto pubblico più beffardo che conosca la storia, quale utile ne hanno tratto? Non c’è altra spiegazione che questa: dovettero convincersi, vedendo i suoi miracoli, che Egli era (ed è) il Figlio di Dio!
C) L’ostilità dei sommi sacerdoti e delle classi dominanti (farisei, sadducei, scribi).
Tale ostilità non è assolutamente riconducibile alla gelosia per l’immensa popolarità di Gesù, in quanto gli Ebrei non disdegnavano sicuro un leader dotato di carisma come il Nazareno. Se il <<Figlio dell’uomo>> avesse accettato la loro concezione politica, essi, anzichè interpretare il profluvio di prodigi come un’espressione satanica, lietissimi di constatare che Dio era con lui, l’avrebbero certamente proclamato Messia. Escluso il movente della gelosia, non resta che la Weltanschanung di Gesù, basata su un Regno di Dio puramente spirituale, sulla sofferenza, sulla denunzia antipolitica di ogni ipocrisia e di ogni peccato in chicchessia, specialmente nei reggitori di popoli che avrebbero dovuto dare il buon esempio e invece <<non andavano essi in cielo e non permettevano che altri ci andassero>> (Mt. 23, 13). Ma c’è di più. Gli Ebrei, in base al principio del rigido monoteismo, rifiutano il mistero della Trinità e così pure gli islamici. Dice infatti il Corano: <<Non si associ niente a quell’Uno!>>. Ci sono altresì conferme archeologiche, alla storicità del Nuovo Testamento, che qui non prendiamo in disamina. Ma una prova certa, luminosa, decisiva della divinità di Gesù sono le profezie sulle quali non c’è nulla da eccepire:

1) Né che siano false, perchè qualunque Bibbia, cristiana o ebraica, né da contezza.
2) Né che siano state formulate a posteriori, essendo state espresse nell’arco di milleseicento anni prima della venuta di Gesù, e custodite nientedimeno dagli Ebrei i quali, avendolo ucciso, avrebbero avuto l’interesse a sopprimerle.
3) Né che siano frutto di suggestione o spiegabili con mezzi futuribili.

Nell’arco di sedici secoli, tanti profeti, ignari l’uno dell’altro, depongono ciascuno una tessera e insieme compongono un mosaico stupendo di bellezza e di significato: l’immagine di Gesù il Cristo nettamente si staglia nel cielo! Ora, nessuno al mondo, può descrivere minuziosamente la vita e la morte di un uomo milleseicento anni prima che egli nasca!!! Ma c’è di più. Viene ancora dall’archeologia un’altra serie di testimonianze. Oggi sappiamo con sicurezza che la più celebre astrologia del mondo antico, quella babilonese, non soltanto era anch’essa in attesa del Messia dalla Palestina, ma ne aveva previsto la data con una precisione ancora maggiore di quella degli esseni!
D) La resurrezione morale degli Apostoli, dopo la crocifissione, e la diffusione ex abrupto del cristianesimo.
Le apparizioni (del Risorto) furono numerose e diverse per luogo e persone (Cfr. I Cor. 15, 4-8).In Saulo l’allucinazione creata dall’amore è impossibile per il semplicissimo motivo che egli, prima della conversione, aveva solo odio.
I cristiani si meravigliavano come potesse sprigionare tante minacce un corpo così piccolo. Nonostante la risurrezione sia un evento che sfugge ad ogni controllo storico è altresì un fatto che si inserisce con il suo accadere nella trama storica e può essere controllabile e documentato nei suoi effetti.
I fatti documentabili sono questi:

a) Una comunità che lega la propria ragione di esistere alla resurrezione di Gesù. C’è una frattura negli apostoli prima e dopo la Pasqua, (erano nientedimeno terrorizzati all’idea che le autorità li rintracciassero e li condannassero a morte), e questa frattura è storicamente documentabile. Questo fatto crea un interrogativo allo storico ed esige una risposta.
b) La tomba vuota. Il corpo di Gesù di Nazareth, dopo la sua morte non è stato trovato, nonostante che fosse sepolto in una tomba nota, venerata e custodita da guardie armate!
c) La convinzione degli apostoli circa la resurrezione di Gesù, resta un fatto storicamente indiscutibile! Si può pensare che la prima comunità abbia cercato tutti gli argomenti che aveva a disposizione per convincere gli altri circa la realtà della resurrezione di Gesù. Argomenti più o meno validi per la storiografia e le concezioni moderne. Ma non si può spiegare la convinzione dei testimoni senza ammettere delle evidenze inconfutabili sulle quali essa si fonde! (Cfr. R. Fabris: Introduzione alla lettura dei Vangeli e degli Atti degli apostoli).

Il comportamento di Gesù non contraddice i suoi princìpi, tutto lo stimano buono, intelligente, sincero, equilibrato, (abituato a ponderare ogni sua parola); ora la supposizione che mentisca quando si proclamava Figlio di Dio è del tutto impensabile perchè appare una contraddizione in termini!
Giuseppe Ricciotti, che ha raggiunto grande celebrità nel campo della cristologia, autore della <<Vita di Gesù Cristo>> che è un monumento di dottrina, osservava: <<appare evidentissima una cosa: accettare tal quale la figura del Gesù dei Vangeli o cancellarla in parte o del tutto è una conclusione dettata soprattutto da criteri filosofici, non già storici>>.
Lo scrittore C. S. Lewis ha riassunto le alternative possibili di fronte alle affermazioni di Gesù su se stesso: <<cerco di fare in modo che nessuno dica quella cosa folle che spesso si dice di lui: “Sono pronto ad accettare Gesù come maestro morale ma non accetto la sua pretesa di essere Dio”. Non dobbiamo dire questo. Un uomo che fosse solo un uomo e dicesse le cose che ha detto Gesù, non sarebbe un grande maestro spirituale, sarebbe un pazzo – al livello di chi si crede un uovo fritto – o il diavolo dell’inferno. Bisogna scegliere: o costui era ed è il figlio di Dio, oppure era un pazzo, o qualcosa di peggio>>. Scrive David Watson: <<Molte persone hanno affermato di essere Dio: in questo Gesù non è per nulla unico.
L’unicità di Gesù sta nel fatto che il suo modo di vivere induce a credere che le sue parole fossero vere. Molti di coloro che hanno affermato di essere Dio sono stati smascherati come impostori, o come pazzi. Il loro modo di vivere non sosteneva le loro affermazioni. Ciò che rende diverso Gesù, è che non solo egli disse queste cose, ma mostrò anche compassione, guarì i malati, non si esibì per la folla ma trovò il tempo per dedicarsi alla povera gente, morì per gli altri e risuscitò dai morti. La qualità stessa del carattere e delle opere di Gesù sostiene le sue parole in un modo che non è riscontrabile in nessun’altra vita umana>>. Il grande Pascal osservando che gli evangelisti hanno firmato col sangue la loro testimonianza, fa esplodere tutto il suo spirito di finezza e con un misto di venerazione, di umorismo e di ironia scrive: <<Io credo volentieri alle storie, i cui testimoni si fanno sgozzare>>.

Prof. Domenico Buccafusca