Storie d'Impresa
La Tela: museo, laboratorio e giardino

Alle porte del centro storico di Macerata c’è un piccolo cancello di ferro battuto che si apre su un corridoio abbastanza lungo da ospitare la gramola, la rocca, il fuso, l’arcolaio, l’aspo, il dipanatore e il mulinello: strumenti tradizionali per la filatura la cui datazione si aggira intorno la fine dell’800 e i primi decenni del ‘900. È l’inizio di un percorso espositivo che si snoda tra laboratorio artigiano, museo e giardino dove crescono indisturbate e altrettanto amate piante da tintura e da fibra: il berberis, la ginestra, il melograno, l'erica, il maggiociondolo,la maggiorana,il ribes nero e il ribes rosso,il sambuco, il ginepro, il teucrium.
Questi spazi, dal 1986, sono le regge di Maria Giovanna Varagona e Patrizia Ginesi, titolari del Laboratorio “La Tela” in Vicolo Vecchio 6. Un tempo in questi locali c’era un'altra attività artigianale, una falegnameria che ha lasciato il posto ad una delle più antiche tradizioni maceratesi: la tessitura a liccetti.
Questo procedimento rappresenta autorevolmente la tradizione tipica tessile del territorio. Si è infatti sviluppato in particolare nell’area dell’Appennino umbro-marchigiano a partire dal XIV secolo e Maria Giovanna e Patrizia hanno pensato bene che tale patrimonio non potesse correre il rischio di andare disperso. Allora avanti con la ricostruzione di un telaio primordiale verticale a pesi e un telaio orizzontale a tensione simile a quello utilizzato dalle popolazioni picene nel VI sec. a.C. e di cui si hanno recenti testimonianze dagli scavi nel sito di Numana; e ancora con la documentazione fotografica, appesa alle pareti, delle varie fasi della lavorazione artistica tessile della tradizione popolare e una collezione di motivi decorativi tessuti con l’antica tecnica dei “liccetti” (sec. XIII- XIV).
Insomma un vero e proprio museo, realizzato all’interno del laboratorio, suddiviso in sezioni specifiche dove i beni sono stati classificati conferendo loro la propria dignità di oggetto non di solo uso.
“Invitiamo ad “ascoltare” quanto alcuni strumenti comunicano, o sono stati in grado di comunicare, fino ad oggi attraverso il tempo, nel simbolismo tramandatosi nel linguaggio del mito, della poesia, dei testi biblici e dei semplici modi di dire quotidiani. – raccontano le due artigiane - Noi crediamo che la prerogativa di un museo sia di raccogliere, conservare e comunicare testimonianze materiali quali gli oggetti, che rappresentano il valore tipico di una tradizione popolare, la tecnica che configura l’identità del territorio, la collezione in grado di collocare nella linea del tempo il valore artistico del bene esposto.”
Ma non di solo museo è composta la loro attività. L’azienda ha prodotto per anni, su commissione del Monastero Benedettino di S. Cecilia a Roma, la stoffa per la confezione dei Pallii, indumenti liturgici riservati al Papa e agli Arcivescovi metropoliti di tutto il mondo. E’ stata tessuta in questa sede la stoffa per il primo Pallio di Papa Benedetto XVI, il quale lo ha posto nella tomba di Papa Celestino V, in occasione della sua visita all'Aquila dopo il terremoto del 2009. Ogni giorno, dagli ottocenteschi telai a mano, prendono forma manufatti tessili ideati con gusto e unicità, attraverso la riproposizione delle sapienze tecniche del passato coniugate all’alta qualità delle fibre utilizzate. Una vera e propria elaborazione di prodotti innovativi e coerenti con le tendenze culturali del presente.
A queste attività si aggiungono quelle formative: ”Periodicamente organizziamo corsi di tessitura manuale, con varie tipologie di telai utili a ciascun livello di corso, tra quello di base e il professionale. È presente una piccola “aula verde” per eventuali dimostrazioni di tintura naturale. Siamo collegati al Sistema Museale della Provincia di Macerata e alla Rete Museale della Regione Marche per cui ospitiamo un turismo culturale al quale proponiamo esperienze interattive di laboratorio.”
La scelta di estendere l’attività artigianale ai corsi viaggia di pari passo con il loro obiettivo prioritario: promuovere l’educazione al valore di un prodotto artigianale, far conoscere i processi produttivi che stanno dietro al manufatto e che determinano differenze di prezzo e non solo. Un prodotto artigianale è, più di altri, conforme a regole equosolidali, attento al risparmio energetico, sensibile all’utilizzo di materie prime in sintonia con l’ambiente.
“Nel percorso della nostra esperienza professionale siamo giunte a considerare l’importanza di questo bene immateriale, per cui divulgare il significato implicito alle nostre conoscenze significa volerne preservare la ricchezza e continuare a trasmettere l’identità della nostra cultura.”
Che dire? Parlare con loro significa acquisire una nuova coscienza, solo per questo varrebbe la pena di visitare “La Tela”. A maggior ragione adesso che da pochi giorni hanno aperto un altro laboratorio in Corso Cavour, pieno centro storico di Macerata.
Luigi Franchi


La Tela di Maria Giovanna Varagona e Patrizia Ginesino centro storico.
laboratorio di tessitura a mano
Tel. 0733.232527
Vicolo Vecchio, 6
62100 Macerata



Sulle tracce della tessitura a liccetti
I primi disegni ornamentali su tessuto venivano eseguiti ai bordi delle tele, la cui altezza si adeguava alla larghezza dei tavoli lunghi e stretti tipici del medioevo, utilizzate come tovaglie d’altare.
I disegni venivano impostati o programmati sul telaio mediante una serie di cordicelle aventi la funzione di permettere l’abbassamento simultaneo di una serie di fili d’ordito corrispondenti al motivo decorativo da realizzare.
L’esistenza in Italia di questo procedimento tessile è documentato ampiamente nei dipinti degli artisti del ‘300- ’400 (Giotto, Leonardo, Perugino, Ghirlandaio, Antonio da Fabriano, negli affreschi presenti all’interno della Basilica di S. Nicola a Tolentino dell’ anonimo artista che la critica designa quale Maestro di Tolentino, Giovanni di Piermatteo Boccati in Urbino…), ma si è conservato fino ad oggi esclusivamente nel nostro territorio, grazie allo spirito delle donne marchigiane e alla loro passione.
La tecnica dei “liccetti” è regolamentata dall’adozione del disciplinare di produzione della tessitura a mano da parte della Regione Marche nella Provincia di Macerata e nel territorio del G.A.L. Sibilla.
Sviluppatasi nell’Appennino Umbro-Marchigiano, per secoli viene praticata all’interno dei conventi per la produzione di tovagliati la cui iconografia presenta elementi d’ispirazione naturalistica.
Un esempio molto significativo possiamo trovarlo , ai due lati della tovaglia raffigurata nel famosissimo affresco dell’Ultima cena di Leonardo Da Vinci esposta in S. Maria delle Grazie a Milano.
Le figure che nel laboratorio “la Tela” abbiamo potuto recuperare studiando antichi tessuti e documenti, rappresentano aquile, leoni, pavoni, cervi, draghi, uccelletti e riproduzioni stilizzate di ispirazione naturalistica.
 

 

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