Per una
giovane lettrice che, come me, si appresta a leggere, per la prima volta,
un libro scritto da un importante mass-mediologo è certamente un
"tuffo nel cyberspazio". La definirei un'importante presa di
coscienza, la scoperta di uno "spazio" completamente nuovo che
"viene fuori dal nulla", per usare le parole di Ddek.
Derrick de Kerckhove ci invita a riflettere sugli importanti cambiamenti
che si stanno verificando attorno a noi grazie allo sviluppo di nuove
tecnologie nel campo informatico e al nuovo modo di comunicare e di rapportarsi
con il resto del mondo reso possibile, in primo luogo, dall'elettricità.
Il nostro è ormai un "e-world", un mondo in cui le informazioni
non sono più elaborate soltanto tramite l'alfabeto e, quindi, la
stampa e i libri, ma sono sempre di più reperibili su internet
grazie al World Wide Web. Internet, dunque, insieme all'alfabeto, costituisce
la tecnologia centrale dell'elaborazione umana di informazioni e l'individuo
è oggi in grado di sviluppare una "mente connettiva".
Non una "mente privata" o "spazio mentale" a cui siamo
abituati, un universo privato totalmente individuale dedicato all'immaginazione
e al pensiero, e neanche uno "spazio fisico" esterno oggettivo,
governato dalle discipline razionali, ma "menti private connesse
tra di loro attraverso il cyberspazio". Questo non comporta che lo
spazio interno (né tanto meno quello esterno) saranno rimpiazzati
dal cyberspazio e dall'ambiente cognitivo supportato da computer e internet;
anzi, la scoperta più interessante di Ddek è che esistono
delle vere e proprie analogie tra spazio mentale e cyberspazio: entrambi,
infatti, sono dotati di memoria e dispongono di meccanismi di ricerca
e recupero o visualizzazione di informazioni (la memoria per lo spazio
mentale e i motori di ricerca per il cyberspazio). Inoltre, così
come le immagini che percepiamo attraverso la vista vengono codificate
e quindi costruite dal nostro cervello, le immagini sullo schermo del
computer sono il risultato di un continuo flusso di elaborazione.
Uno schermo connesso è una meravigliosa opportunità per
un individuo, "è il punto di coincidenza tra lo spazio
mentale dell'utente ed il cyberspazio", e oltre ad essere una
"finestra sul mondo", come avveniva per i mass media
prima dell'avvento del Web, permette all'utente di entrare direttamente
nel mondo.
Il cyberspazio è definito da Ddek come un "terzo regno
fra, intorno e dentro lo spazio fisico e mentale". La parola chiave
è, dunque, "connettività" e l'"Architettura
Connettiva" è una disciplina che provvede all'interconnettività
fisica e mentale dei corpi e delle menti e, quindi, permette alle menti
che collaborano ad uno stesso scopo di riunirsi e quindi di "connettersi".
Per evitare confusione, è importante precisare il significato della
precedente affermazione: le forme di mediazione che si sviluppano sul
Web non si possono definire né individualiste, né collettive,
ma unicamente "connettive", questo perché l'interazione
delle menti non è sempre volontaria.
Nel raffronto tra il mondo delle comunicazioni fino al 1992 (invenzione
del World Wide Web) e l'avvento del Network emergono sorprendenti differenze
che invadono tutti gli ambiti disciplinari. L'architettura sin dall'antichità
prediligeva la visione frontale e, ignorando gli altri sensi, era
mero oggetto di percezione visiva, mentre oggi il Network è ovunque
e invade tutti gli spazi, investe tutti i sensi contemporaneamente e sfida
la visione frontale. L'alfa-principio, quello dell'alfabeto, che
ha accompagnato l'era meccanica, sta cedendo il passo all'e-principio,
quello governato dall'elettricità che ha permesso ad internet di
esistere. L'alfabeto, con la diffusione dell'informazione su tutta la
terra, espandeva lo spazio all'infinito, mentre con l'invenzione
del telegrafo l'alfabeto non ha mai più smesso di contrarre
lo spazio per arrivare a ridurlo ad un solo punto, lo schermo, "la
dinamica dell'elettricità è implosiva, mette tutto insieme
in un lampo". L'invenzione della stampa è stata il punto
d'incontro tra linguaggio e meccanizzazione, mentre il telegrafo è
stato il punto d'incontro tra linguaggio ed elettricità. Grazie
alle nuove tecnologie si è passati dalla predominanza visiva
a quella tattile, la mente ora può migrare verso lo schermo
liberamente. Fino ad oggi la prospettiva Rinascimentale poneva gli spettatori
fuori dello spettacolo, mentre la riproduzione 3D li trascina dentro
l'oggetto della visione o li immerge nel mondo virtuale, per mezzo di
mouse e puntatori sullo schermo.
Ovviamente questo nuovo "spazio" porta con se nuovo strumenti,
nuove tecnologie dell'interfaccia del cyberspazio si fanno largo nei nostri
Personal Computer; queste tecnologie diventano nuovi organi di senso,
alle volte costituiscono veri e propri "arti fantasma".
In un'intervista rilasciata a Chiara Sottocorona Ddek afferma che: "Ogni
estensione tecnologica che lasciamo accedere alle nostre vite si comporta
come una specie di arto fantasma, mai abbastanza integrato al nostro corpo
o alle funzioni della nostra mente, ma mai realmente al di fuori del nostro
make-up psicologico" (1). Uno di questi strumenti è certamente
il mouse che ci permette di penetrare il mondo, di "toccare le
idee", è diventato un'estensione del nostro corpo. Associato
al mouse, il puntatore è diventato una diretta estensione dell'occhio
e della mente umana, una vera e propria "mano nella mente".
Lo schermo, come è stato accennato in precedenza, può essere
visto come la retina umana perché permette di costruire immagini
che riflettono le evidenze visive e l'elaborazione di strategie di interpretazione.
Ed infine tra le nuove invenzioni tecnologiche vi sono i telefoni cellulari,
i nostri indispensabili "telefonini" che sembrano essere divenuti
"estensioni universali del nostro sistema nervoso centrale"
e noi tutti, attraverso questi, possiamo "invadere il mondo"
con la nostra potenziale presenza.
Per finire, vale la pena citare alcuni fra gli esempi di "Architerrura
della Connettività"che Ddek descrive nella parte finale del
libro. Sono per lo più esperimenti condotti nella realtà
virtuale che ci fanno capire quali e quanti cambiamenti sta subendo lo
spazio in cui viviamo e quali incredibili possibilità offre il
cyberspazio, il nostro nuovo spazio comune, uno spazio pubblico aperto
a tutti (per ora tutti coloro che hanno libero accesso ad un Pc connesso).
Molto presto i "Tunnel della Memoria Collettiva", le
"Gallerie Virtuali", le "Hypersuperfici",
l'"Art Impact, Collective Retinal Memory", l'architettura
relazionale del "Alzado Vectorial", le "Global
Village Square"(GVS) e gli "European Palace"
saranno parte integrante della nostra vita sociale e saremo in grado di
fare uso di questi strumenti con la stessa disinvoltura con cui comunichiamo
tramite i nostri telefoni cellulari e la nostra posta elettronica oggi.
(1)
http://spazioinwind.iol.it/paolafrontoni/i%20coltivatori%20della%20mente/DerrickDeKerckhoveTelema6.htm
Link a prefazione di Saggio: http://architettura.supereva.it/coffeebreak/20020127/
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