LA CRONACA

 

SABATO 15 MARZO 2003
 
 

A.S. POMEZIA FUTSAL

 

LAZIOCALCETTO

 

4

 

3

 
LE LISTE
1

DI MATTEO GIOVANNI

1

ERDI GIANNI

2

BARBERINI FILIPPO

2

MARRA FABIO

3

CASTELPIETRA MARCO

3

TEOFANI DARIO

4

SCARCIA STEFANO

4

ZANLUCCHI ALESSIO

5

AQUILANI ANGELO

5

LEONE FABIO    CAP.

6

LATTANZI MAURIZIO CAP.

6

BOVECCHI MAURIZIO

7

VILLARI CRISTIANO

7

MONDELLA STEFANO

8

CIRILLO NICOLA

8

GOES DA SILVA PAULO HENRIQUE

9

LAMEDICA VINCENZO

9

VELLUCCI ANDREA

10

SAMMARTINO ENRICO

10

ESPOSITO STEFANO

11

VISCOMI LEO

11

DI MELCHIORRE FABIO  V.CAP.

12

FERRETTI MASSIMO

12

MASCI GABRIELE

IN ROSSO I  QUINTETTI BASE

Non sarà facile farlo capire a Franco Maceratesi ed ai suoi giocatori, costretti ad accettare una sconfitta maturata a soli nove secondi dal fischio finale, ma quella disputata ieri al comunale di Pomezia è stata la migliore delle prestazioni fornite dalla Laziocalcetto in questa stagione già ricca di momenti entusiasmanti per i colori biancocelesti. L' ingiusta sconfitta scaturisce da 120 secondi di black out, equamente ripartiti nei due tempi, in cui la formazione romana si è lasciata andare ad un ingiustificato calo di tensione che è costato quattro gol al passivo ed un tracollo evitabilissimo. La formazione di Trigoria paga dazio all'inesperienza e alla superficialità di uno dei suoi giovani elementi più rappresentativi e promettenti ma, sconfitta a parte,  lo svarione finale di Nicola Cirillo non inficia quanto di buono hanno fatto vedere per tutta la partita gli encomiabili atleti allenati da Franco Maceratesi.  Chi ancora guarda alla squadra di Trigoria come ad una meteora ha sicuramente sbagliato i suoi conti oppure soffre di una preconcetta miopia che, risultati alla mano, non trova più nessuna giustificazione comprensibile. La partita di ieri cancella qualsiasi dubbio in merito alla forza della squadra voluta ed impostata da Maceratesi. La sua Lazio è compagine dalla fisionomia precisa ma nella sua peculiarità di squadra impostata all'esaltazione del gioco difensivo è diventata di una forza a dir poco esagerata. Altro che cinque portieri in campo come gridava ieri qualche superficiale commentatore dalle tribune!! La Laziocalcetto sa essere un corpo unico, una barriera impenetrabile perché coordinata da schemi e movimenti precisi come un orologio svizzero. I giocatori in campo sanno perfettamente come comportarsi in ogni situazione tattica perché il loro Mister ha predisposto per ogni frangente non solo le misure difensive ma anche le necessarie misure controffensive. Pur rimanendo  arroccata nei suoi 10-12 metri per gran parte della partita vogliamo provare a contare quante volte la squadra di Maceratesi riparte velenosa come un cobra pronta ad annichilire le difese avversarie ? Se qualcuno, fornito di onestà di pensiero, provasse a contare le ripartenze pericolose realizzate nella partita di ieri il conto supererebbe a dir poco le dieci unità per altrettante, chiarissime, occasioni da gol. Quando i biancocelesti interrompono una azione avversaria non operano solamente per alleggerire la pressione cui sono sottoposti  ma sanno perfettamente come organizzare i loro movimenti  offensivi per andare in gol attraverso la continua e precisa ricerca della triangolazione a tutto campo. Tutto questo non nasce  dall'improvvisazione o dalla forza indiscussa  di qualche singolo giocatore dotato di qualità tecnica sopra le righe ma si realizza e si consolida ogni giorno di più  grazie al lavoro puntiglioso, all'organizzazione meticolosa e razionale a cui tutti i giocatori della rosa vengono sottoposti durante la settimana dal loro preparatissimo Mister. Queste considerazioni non vogliono essere una "sviolinata" fine a se stessa ma sono dovute ed opportune perché il progetto Laziocalcetto 2002/3 nasce  essenzialmente per puntare alla salvezza e se durante lo svolgimento del campionato ci si accorge che da un gruppo di giocatori con poca storia e poca esperienza si realizza una squadra dalle enormi potenzialità, proiettata con forza verso futuri successi, gran parte del merito va ascritto indiscutibilmente  a Franco Maceratesi che è stato capace di plasmarla con ore ed ore di indefesso e pregiato lavoro giornaliero. Non entro di proposito nelle polemiche innescate dall'intervista rilasciata dal Mister alla Provincia Sportiva in cui si paventa un suo possibile abbandono della Società biancoceleste perché ritengo impensabile ma soprattutto suicida lasciar implodere una creatura splendida come l'attuale Laziocalcetto. Può sembrare paradossale ma  proprio nella indigesta sconfitta di ieri Società e Mister possono trovare dieci, cento, mille motivi per continuare a perseverare di comune accordo in un progetto che  potrebbe rivelarsi vincente per un lungo periodo. Veniamo alla cronaca dell'incontro cui hanno assistito circa sessanta spettatori infreddoliti da una sferzante e inaspettata tramontana. I locali avviano le ostilità schierando in porta Gianni Erdi e disponendo a sua difesa un ottimo quartetto composto da Teofani, Leone, Vellucci e il fantasioso brasiliano Goes Da Silva. La Laziocalcetto risponde con Di Matteo fra i pali, Stefano Scarcia centrale difensivo, Lattanzi e Viscomi sulle fasce e per finire Nicola Cirillo quale centrale avanzato. I primi cinque minuti di gioco coincidono con una lunghissima fase di studio in cui il pallone ha girato prevalentemente lontano da zone pericolose. Il Pomezia, forte del fattore campo, ha cercato di tenere in mano il ritmo della partita riuscendoci solamente  perché la Laziocalcetto glielo ha lasciato fare puntando esclusivamente sulle ripartenze veloci ed improvvise piuttosto che sulla gestione del pallone. Al quinto minuto gli ospiti si portano in vantaggio proprio  con il più micidiale dei contropiedi  innescato da Leo Viscomi e finalizzato da Maurizio Lattanzi che d'esterno destro rifila il primo dispiacere a Gianni Erdi. Nei minuti successivi  la partita continua sullo stesso spartito con il Pomezia intento a dettare i ritmi e la Lazio pronta a difendersi con ordine e a ripartire velocemente. I ragazzi allenati da Fabio Esposito ci mettono grinta e volontà ma  tutte le loro iniziative finiscono per sbattere inoffensivamente sul muro biancoceleste. La velenosa squadra di Maceratesi colpisce allora per la seconda volta con Filippo Barberini, subentrato a Nicola Cirillo, che trafigge Erdi con un tocco sottomisura a conclusione di  un fitto dialogo imbastito da  Lattanzi e Marco Castelpietra. I tifosi del Pomezia non credono ai loro occhi e sollecitano i propri beniamini a maggiore impegno. La disapprovazione della  tifoseria sferza i giocatori locali che coadiuvati da una incomprensibile dormita degli avversari ristabiliscono la parità in soli trenta secondi di gioco grazie alle reti in sequenza di Stefano Mondella e di Goes Da Silva. Veramente Ingiustificabile la dormita biancoceleste che proprio nei cali di concentrazione individua ancora la sua bestia nera. Le squadre tornano così  negli spogliatoi in perfetta parità. Nella ripresa la Lazio torna in campo schierando lo stesso quintetto di partenza mentre il Pomezia preferisce cominciare con Stefano Esposito al posto di Dario Teofani. La partita continua ad essere bella e combattuta  anche se dipanandosi in maniera molto tattica non fornisce quelle  situazioni spettacolari tanto gradite dal pubblico meno esperto tanto che qualcuno lancia grida di disapprovazione. La Lazio continua a fare la sua gran bella  figura e a riprova della sua incisività nelle ripartenze si riporta in vantaggio con Maurizio Lattanzi, ancora lui,  capace di freddare Erdi con una puntata dagli otto metri  precisissima e violenta. Con gli ospiti di nuovo in vantaggio la partita diventa molto più spettacolare e vede ergersi a protagonista assoluto Giovanni Di Matteo che sfodera una lunga sequenza di grandi parate la maggior parte delle quali  effettuate in tuffo plastico. A novanta secondi dalla fine, con i giochi che sembrano fatti,  Maceratesi convoca i suoi per l'ultimo time out ed invita tutti ad una gestione più sbarazzina del pallone autorizzandoli al rinvio in tribuna piuttosto che lasciar palla agli avversari. Magari bastassero le parole per ottenere i risultati!  In quei novanta secondi  finali la follia biancoceleste tocca l'apoteosi e il Pomezia fa il miracolo girando la partita a suo favore.  Goes Da Silva realizza una doppietta superandosi a nove secondi dal termine quando usa tutta la sua scaltrezza per punire una ingenuità difensiva di un "catatonico" NicolaCirillo che non trova il coraggio di sbattere in tribuna una palla saltellante a due passi dalla sua porta. Chi prova a dire a Nicola Cirillo che in quella situazione il suo Mister avrebbe spedito il pallone a Torvaianica e l'avversario a Fiumicino ? 

LE PAGELLE
DI MATTEO 7,5

Raccoglie quattro palloni nel fondo della sua rete ma, ancora una volta, gioca distinguendosi tanto che è assolutamente impossibile ascrivergli colpe specifiche sui gol subiti. Freddo e concentrato si dimostra  abilissimo soprattutto nelle parate a terra riuscendo, con tuffi spettacolari, ad apporsi più volte agli insidiosi tentativi dello scatenato brasiliano Goes Da Silva . 

BARBERINI 7

Anche oggi risponde presente all'appuntamento con il gol raggiungendo quota 27 nella classifica dedicata ai marcatori. Si muove con intelligenza anche  in fase difensiva e la sua abnegazione nel chiudere ogni diagonale contribuisce a rendere efficace ed impenetrabile la zona di Maceratesi per lunghi tratti della partita.

CASTELPIETRA 6

Recuperato in extremis da un violento attacco influenzale  Marco Castelpietra dimostra qualche inevitabile difficoltà nel trovare il ritmo partita e più volte si dimostra impreciso negli appoggi e nelle ripartenze. Malgrado sia ancora debilitato dai virus lotta con tenacia dimostrando tutto l'impegno che gli è unanimemente riconosciuto  ma era oggettivamente impossibile aspettarselo al top della condizione. 

SCARCIA 6,5

Come al solito è tra i migliori in campo ma lo svolgimento tattico della partita lo costringe agli straordinari e nella fatica Scarcia si concede qualche piccola sbavatura non riuscendo in diverse occasioni a  trovare la posizione e i tempi giusti per coprire i cross bassi dal fondo con cui gli attaccanti del Pomezia hanno più volte attraversato pericolosamente l'area biancoceleste. 

CIRILLO NICOLA 5

A nove secondi dalla fine distrugge la qualità della sua prestazione, altrimenti dignitosa, con un errore  di raccapricciante superficialità che condanna la squadra biancoceleste ad una sconfitta immeritata. Malgrado nel time- out richiesto a 60 secondi dalla fine Maceratesi abbia raccomandato ai suoi giocatori una gestione "spartana" e decisa del pallone Nicola Cirillo cincischia goffamente in un rinvio difensivo a due passi dalla sua porta lasciando a Goes Da Silva il tempo e il modo di  anticiparlo e di piazzare la zampata risolutiva. Non so quante volte "Cirillino" si sognerà di rinviare in tribuna quel pallone maledetto di sicuro, se vuole diventare un giocatore di grande livello, lo dovrà fare sul campo  alla prossima occasione. Qualità assoluta e superficialità indisponente convivono pariteticamente in questo giocatore che oggi più che mai deve decidere se svoltare, calcisticamente parlando, verso il tutto o verso il niente. 

VISCOMI 6,5

A sorpresa Maceratesi lo propone nel quintetto iniziale e lui ripaga il suo Mister profondendo grandissimo impegno. Da una sua ripartenza nasce l'azione da cui scaturirà il primo gol di Maurizio Lattanzi. Purtroppo  non riesce ad esprimersi con continuità di rendimento e durante l'incontro alterna strafalcioni a buone giocate.

LATTANZI 7,5

Goes Da Silva è sicuramente un buon giocatore ma sul campo  il vero brasiliano è Maurizio Lattanzi da Fiumicino. I suoi numeri "prestipedatori" incantano la tribuna ed invitano all'applauso. La schiena gli duole ancora ma  il dolore non gli impedisce di siglare una doppietta di pregevole fattura e di dirigere l'orchestra biancoceleste con puntuale intelligenza. 

MACERATESI 7,5

Malgrado le defezioni prepara la partita nel modo giusto e, risultato a parte, il campo conferma la giustezza dei suoi teoremi soprattutto quelli difensivi. La sua squadra, pur al cospetto di un ottimo avversario, si muove palesando una grande organizzazione di gioco e per lunghi tratti tiene il campo con grande padronanza e tranquillità. La supremazia territoriale del Pomezia è solamente apparenza perché le occasioni che contano, black out a parte, sono tutte targate Laziocalcetto. Maceratesi  deve ancora raffinare alcuni aspetti caratteriali dei suoi giocatori poi avrà creato qualcosa di veramente importante che durerà nel tempo e lascerà il segno a tutti i livelli. Una sola domanda. Perchè Marco Castelpietra non era in campo quando il Pomezia ha inserito il portiere di movimento ?