ANALISI TESTUALE: FRANCESCO PETRARCA

 

Luigi De Bellis

 
 

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Chiare fresche e dolci acque






Si ha, in questa canzone famosa, la fusione perfetta di donna e paesaggio (oggetti) e poeta contemplante (soggetto) e inoltre la fusione di visualizzazione immediata e immagine filtrata dal ricordo, di presente passato e futuro, di allegoria e realismo.
I critici ritengono che Petrarca l'abbia scritta o rielaborata nel corso del 1345, forse in primavera, come componimento di anniversario dell'innamoramento, forse rivivendo nella memoria gli stati d'animo provati in occasione di una partenza da Valchiusa (come, per esempio, nell'autunno del 1343, per l'ambasceria a Napoli), certamente riandando con insistenza alla primavera ormai lontana e fatale, quella dell'aprile del 1327.
Quanto alla forma, questa, come la canzone che immediatamente la precede nel Canzoniere, Se 'l pensier che mi strugge, elabora la situazione convenzionale del «congedo»: è il poeta che si rivolge alla sua stessa poesia, la licenzia e la manda a dialogare con la sua udienzia. Mentre nelle canzoni normali il congedo era riservato all'ultima strofa, qui esso è dilatato a tutta la canzone: il poeta la invia alle acque, al ramo ecc. perché ascoltino le sue parole e rievochino con lui una serie di immagini e memorie.

Ma le due canzoni contigue hanno un'altra caratteristica in comune: sono «canzoni rustiche» o «boscherecce», sono, per dirla con Fubini «le canzoni campagnole composte al di fuori della vita civile, in mezzo ai campi, intonate all'aria aperta, nella solitudine, non pensosa e drammatica, ma lieta, rallegrata dalle chiare fresche e dolci acque; e quindi la parola bosco è la definizione dello stile delle due canzoni». Riprendendo e rielaborando motivi e modelli stilnovistici, coscientemente violando le norme severe fissate da Dante per la canzone «tragica» (abbondanza di endecasillabili, mai un settenario come primo verso, pena lo scadere nell'elegia: che è proprio quanto qui avviene), Petrarca elabora la forma, rapida e sciolta, e l'ambientazione, rustica e pastorale, adatte a esprimere un tema nuovo della sua poesia: la solitudine e il rimpianto elegiaco (che trova il suo posto nel Canzoniere accanto alle espressioni di una solitudine e di un rimpianto più doloranti e pensosi).

2001 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it