CRITICA LETTERARIA: IL ROMANZO ITALIANO

 

Luigi De Bellis

 
 
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- IL ROMANZO DALLA FINE      DELLA GUERRA

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FINO AGLI ANNI VENTI

ROMANZO DECADENTE

FOGAZZARO (1842-1911 )

Malombra (1881)
Daniele Cortis (1884)
Piccolo Mondo antico (1895)
Piccolo Mondo moderno (1900)
Il Santo (1905)
Leila (1910)

D'ANNUNZIO (1863-1938 )

Il Piacere (1889)
Giovanni Episcopo (1892)
L'Innocente (1892)
Trionfo della Morte (1894)
Le Vergini delle rocce (1896)
Il fuoco (1908 )
Forse che sì forse che no (1910)
La Leda senza cigno (1916)

PIRANDELLO (1867-1936)

L'esclusa (1901 )
Il fu Mattia Pascal (1904)
I vecchi e i giovani (1909)
Uno, nessuno, centomila (1926)

SVEVO (1861-1928 )

Una vita (1892)
Senilità (1898)
La coscienza di Zeno (1923)

a) Pirandello e Svevo danno l'impressione di voler proseguire sul sentiero tracciato dal Verga e dal Verismo, ma in effetti, sempre più coscientemente, palesano una sensibilità decadente e si rivolgono all'analisi introspettiva dei problemi esistenziali dell'uomo moderno (incomunicabilità, solitudine, angoscia, soggettivismo esasperato, inettitudine).

b) Fogazzaro e D'Annunzio si orientano più marcatamente verso un soggettivismo esasperato molto personalizzato (miti del "Santo" e del "Superuomo"), anche se il D'Annunzio concede molto all'imitazione dei realisti (Verga, Tolstoi, Dostoievski) per una sua persistente incapacità a controllare le suggestioni che gli provengono dalla consuetudine con i fenomeni più vistosi della letteratura del suo tempo.

2002 © Luigi De Bellis - letteratura@tin.it