Il libro antico digitale
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La biblioteca digitale:


  Aspetto biblioteconomico

ASPETTO BIBLIOTECONOMICO: PARAMETRI DELLE IMMAGINI DIGITALI

 

Tre sono i principali parametri di valutazione di ogni immagine digitale:

  1. risoluzione: si riferisce al numero di pixel usati per rappresentare un' immagine e si misura in dpi (dots per inch, cioè punto per pollice, misurazione secondo la quale ogni pollice viene diviso in un tot di unità) o in ppi (pixel per inch, cioè pixel per pollice). I bibliotecari ritengono i 300 dpi una risoluzione di qualità minima: la migliore si attesta sui 600 dpi ma naturalmente queste indicazioni sono suscettibili di variazioni a seconda dei casi;

  2. profondità dei bit per pixel: si riferisce al numero di colori che possono essere rappresentati a seconda del numero di combinazioni possibili di bit all'interno di un pixel (ad esempio, 1 bit consentirà di riprodurre solo 2 tonalità, 2 bit 4 tonalità, 3 bit 8 tonalità, 5 bit 32 tonalità, … fino a passare per le misure più standard di 8 bit per avere 256 tonalità, 16 bit per 65.536, 24 bit per oltre 16 milioni di tonalità);

  3. colore: ci sono molti modi per rappresentare le immagini a colori; il più comune è RGB (additive color system) che combina le variazioni di rosso, verde e blu per formare il bianco. Questo metodo viene usato per le televisioni, per i monitor dei calcolatori e per le pellicole dei film. Un'immagine RGB deve essere pensata come tre immagini separate (una che rappresenta le informazioni rosse, una che rappresenta quelle verdi e la terza che rappresenta quelle blu) sovrapposte le une alle altre: la sovrapposizione è fatta matematicamente in modo tale che ogni pixel determini il colore finale.


Per migliorare l'aspetto delle immagini spesso vengono applicati dei filtri che le rielaborano. L'esigenza di una correzione è inversamente proporzionale alla risoluzione dell'immagine digitale: tanto più la risoluzione è bassa o le immagini sono piccole tanto più sarà necessario l'applicazione di filtri. Tra i più comuni mezzi di rielaborazione delle immagini si possono elencare:

  1. istogrammi: è una rappresentazione grafica della distribuzione delle tonalità di grigio in un'immagine. Ogni tonalità può essere rappresentata tramite una colonna verticale la cui altezza è determinata dal numero di pixel che concorrono a definire quel colore: più alta è la colonna maggiori saranno i pixel presenti a formare la tonalità. Tramite l'istogramma è possibile sanare certi difetti dell'immagine, come i toni delle ombre o punti più luminosi;

  2. thresholding: è una tecnica che consente di convertire le tonalità grigie in nero o in bianco; viene stabilito una soglia in base alla quale tutti i valori bassi vengono resi con il bianco e tutti quelli più alti con il nero. Si usa in particolare per i testi, ad esempio nel caso di carte che con l'età si sono scurite in modo tale da evidenziare meglio la parte scritta;

  3. dithering: processo che rappresenta un colore o un livello di grigio attraverso l'uso di punti di differenti tonalità che si aggirano sul colore voluti. Ad esempio, un livello di grigio è indicato attraverso l'uso di punti neri di differenti dimensioni, con punti neri più larghi per un grigio più scuro e punti più piccoli per un grigio più chiaro;

  4. controllo della tonalità: consente di equilibrare i toni, i colori, i contrasti e la luminosità. Il software più usato per questo genere di correzioni è l'Adobe PhotoShop.

 

 

 
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