Il libro antico digitale
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I METADATI:


  MARC

  Linguaggi di markup

I METADATI: LA SITUAZIONE ITALIANA

 

La situazione del recupero del pregresso in Italia è fin troppo nota: la digitalizzazione, purtroppo, invece di fornire il pretesto per portare a compimento un lavoro che si protrae da anni, offre spesso la scusa per rimandare ulteriormente l'onere della descrizione catalografica: il più delle volte, infatti, viene data la priorità alla fase di scansione e di immissione dei dati su CD - ROM in modo tale da renderli immediatamente disponibili al pubblico a discapito della scheda di accompagnamento ai libri elettronici, che spesso si risolve in un elenco sommario dei campi principali.

Si tratta indubbiamente di un problema non di poco conto: per farsi un'idea dello scompenso temporale che intercorre tra la fase di digitalizzazione e quella di catalogazione, basta fare riferimento al Progetto Carte Geografiche della Biblioteca Marciana; la prima parte è stata conclusa nell'arco di quindici giorni, la seconda è ancora in atto e si prevede che occuperà in totale circa due anni di lavoro. Nel frattempo si è deciso di utilizzare ugualmente il materiale digitalizzato e metterlo a disposizione degli utenti; questa soluzione non può che presentare le due facce opposte della stessa medaglia: da un lato, l'esigenza di concludere velocemente la fase di scansione, dal momento che i costi di noleggio delle apparecchiature e le ore di lavoro dei tecnici specializzati sono notevoli, dall'altro, l'impossibilità, a causa dei tempi stretti, di sopperire alle carenze catalografiche. Questo scompenso porta la biblioteca a fare una scelta: privilegiare la tecnologia a discapito della logica bibliotecaria o far attendere per anni i propri utenti prima di poter usufruire di un servizio completo in ogni suo aspetto?

SBN non offre certo una soluzione in tal senso: la sua strutturazione poco elastica non è stata in grado di accogliere le esigenze catalografiche richieste dai nuovi dati elettronici. Per il momento, l'indicazione dell'esistenza di un link che rimanda all'immagine digitale è relegata in una nota e non in un campo, come sarebbe previsto in MARC. Dallo Studio di fattibilità per la realizzazione della Biblioteca Digitale emerge, tuttavia, l'impegno dell'ICCU di definire dei metadati per individuare delle norme atte a descrivere i dati digitali. Si prevede che il trattamento delle risorse elettroniche comprenda tre fattori:

  1. descrizione valida per l'identificazione, il recupero e l'accesso alle risorse digitali: a questo scopo sono necessari metodi di catalogazione che definiscano il tipo, il formato, il contenuto e la localizzazione del dato elettronico. Varie sono le possibilità: adozione di Dublin Core, catalogazione sulla base di codici nazionali di regole di catalogazione ricorrendo a ISBD(ER) e alla codifica MARC e classificazione e soggettazione analitica senza operare una vera e propria catalogazione degli oggetti digitali, a cui si rimanda con opportuni collegamenti sulla rete e sui quali sarà possibile visualizzare una descrizione più o meno sommaria. La scelta di un metodo piuttosto di un altro non dipende tanto dalle caratteristiche tecniche delle risorse, quanto dal valore assegnato al materiale da trattare, dall'organizzazione, dalle risorse finanziarie e tecnologiche delle istituzioni coinvolte in un progetto di biblioteca digitale. In linea di principio, sarebbe comunque necessario che a ogni documento digitale venissero assegnati elementi descrittivi generali: titolo, descrizione, editore, data, tipo di risorse, identificatore, lingua, copertura e diritti. In particolare, si prevede anche la produzione di record secondo la codifica XML per la sua potenzialità di descrivere la struttura dei dati secondo il loro contenuto e non la loro presentazione. A questo proposito XML risulta essere la nuova frontiera tra i linguaggi di markup (come SGML o il più conosciuto HTML) e, soprattutto, il degno successore di MARC;

  2. gestione dei diritti e condizioni di uso: è un aspetto essenziale che mira a coordinare l'identificazione degli utenti, degli oggetti trattati e dell'uso che se ne vuole fare al fine di preservare i diritti di proprietà;

  3. conservazione: la definizione delle caratteristiche del formato, del software e delle apparecchiature utilizzate è un fattore essenziale per ovviare al rischio di obsolescenza dei dati digitali. A ciò si possono aggiungere anche tre accorgimenti: conservazione del software e dell'hardware necessari per l'utilizzo delle risorse digitalizzate; emulazione del software originale in modo tale che il dato sia accessibile tramite programmi che simulano il funzionamento di hardware e software obsoleti; migrazione periodica delle informazioni digitali.

 

 

 

 

 

 

 
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