COLONNA CELERE AFRICA ORIENTALE |
Il
5 marzo 1936-XIV fu costituita la Colonna Celere A.O. composta di 160 Ufficiali
3177 tra sottufficiali e truppa, ivi compresa la forza dell’82°Battaglione
Camicie Nere del 6°Gruppo, compito della Colonna l’occupazione di Gondar.
Nei giorni 10 ed 11 marzo i reparti si concentrarono nella zona dei Laghi di
Acria ed il 12 marzo S.E. il Segretario del Partito, Luogotenente Generale
Achille Storace, ne assume il comando.
La colonna muoveva da Asmara il 15 marzo e giungeva ad Omager il 18; percorrendo
in 4 giorni circa 400 Km, collaudava così severamente la propria forza
intrinseca.
Il 20 marzo, alle ore 7, la Colonna iniziava il passaggio del Setit, procedendo
su di una pista discreta fino al torrente Royan; pervenivano qui le prime
informazioni sul nemico che sostava nella zona di Caftà.
Alla fine della giornata erano stati percorsi 45 Km., con una temperatura di 56
gradi.
IL 21 e 22 marzo la marcia proseguiva fino al torrente Suà.
Il 23, oltrepassato il Suà, attraverso un terreno argilloso e sassoso, su cui
si alternavano immense foreste di bambù, l’avanzata procedeva.
Il 25 marzo alle ore 16 l’Hangareb era raggiunto aprendosi una pista, metro
per metro, su forti pendenze, che sottoponevano uomini e macchine ad uno sforzo
gigantesco.
Il 26 la Colonna procedeva, e così pure il 27, 28 e 29, attraverso un
susseguirsi di torrenti, gobbe rocciose, canneti sempre più fitti, che rendono
necessario appiedare i reparti, per guadagnare tempo.
Ecco cosa scrive S.E. Storace nel suo libro “La Marcia su Gondar” :
”Mi rendo conto del peso che l’occupazione di Gondar può avere sulle
operazioni in corso di svolgimento, costituendo la mia Colonna l’ala destra
dello schieramento, ciò che la mette in condizioni di poter determinare, negli
altri settori, sviluppi imprevedibili ma certamente favorevoli.
Il pensiero di appiedare la Colonna si è formato in me il 26 marzo, dopo una
giornata più delle altre tormentosa, dopo aver visto le truppe compiere sforzi
– non esagero nell’affermarlo – addirittura sovrumani, qualche volta fuor
di proporzione con i risultati conseguiti, con temperatura oscillante intorno ai
60 gradi al sole : l’ombra non esisteva!
L’appiedamento, non avendo quadrupedi a disposizione, significava ridurre al
minimo viveri e munizioni, rinunziare alle auto-blinde, alle
moto-mitragliatrici, alle artiglierie autotrainate e a parte delle forze, perché
l’auto-colonna deve rimanere adeguatamente scortata.”
Il 30 marzo S.E. Badoglio ordinava di coordinare l’avanzata della Colonna
Celere e della 3^Brigata Eritrea (che dalle ore 0 era stata posta a disposizione
di S.E. Storace) su 3 Battaglioni, 3 Bande e due Batterie da 65/17 su 4 pezzi,
con le seguenti direttive:
Giorno 30 marzo: la Colonna avanzi quanto più possibile, autocarrata; la 3^
Brigata Eritrea si porti da Dacuà a Masal Denghià.
Giorno 31 marzo: la Colonna Celere col massimo delle forze appiedate prosegua su
Gondar; la 3^ Brigata Eritrea raggiunga Bambelò.
Giorno 1°aprile: la Colonna Celere e la 3^ Brigata Eritrea puntino
contemporaneamente su Gondar.
Alle ore 18 del 30, dopo un’avanzata oltremodo difficoltosa, la Colonna
sostava e la mattina del 31 marzo si iniziava la marcia a piedi con due
Battaglioni di Bersaglieri e l’82° Battaglione CC.NN., due giornate di viveri
di riserva, 30 cartucce e due bombe a mano per ciascun armato di fucile, 1800
colpi per ciascuna mitragliatrice, oltre le dotazioni prescritte.
Il tempo stringeva: il nemico abbandonava precipitosamente le fortificazioni di
Tukul Dingià, ma iniziava gli attacchi contro la coda del convoglio, attacchi
ripetuti nei giorni successivi con perdite da parte nostra, ma con più gravi
perdite da parte del nemico.
Il 1°aprile alle 6, la Colonna riprendeva l’avanzata ed alle 8.50 con un
plotone di punta raggiungeva i pressi di Cheddus Johannes e ben presto serrava
tutta sulla testa del pianoro a nor-est.
Alle ore 10 il Tricolore veniva issato sul Castello di Gondar.
S.E. Storace indirizzava al Duce il seguente radiogramma :
” Bersaglieri e Camicie Nere hanno issato il Tricolore su Gondar, dopo aver
superato non lievi fatiche con animo lieto e con inesauribile entusiasmo. Il
Duce è stato sempre presente e Suo nome ha sempre echeggiato sterminate pianure
e montagne impervie che abbiamo attraversate aprendoci strada metro per metro.
Nemico profondamente scosso nostra avanzata anziché affrontarci ha preferito
battere precipitosamente in ritirata. Motto – Usque ad Finem – inciso nostro
nero gagliardetto vittorioso Vi dica che non consideriamo esaurito nostro
compito, ma che sempre più decisa è nostra volontà di continuare a tirare
diritto”.
Il Duce rispondeva :
”Ricevo vostro saluto dopo la magnifica marcia su Gondar, che è stata
veramente di stile fascista. Tributo il mio elogio agli Ufficiali e alle
truppe”.
S.E. il Maresciallo Badoglio indirizzava a sua volta a S.E. Storace il seguente
telegramma :
”Le mie vive felicitazioni a V.E. e alle sue truppe per il modo brillante col
quale è stata compiuta l’ardua missione”.
Alle ore 12 del 12 aprile S.E. Storace occupava con breve combattimento la
penisola del Gorgorà ed innalzava il Tricolore sulla vetta più alta, cui fu
imposto il nome di “Vetta Mussolini”.
Il 19 aprile il Gruppo Bande dell’altopiano muoveva da Gondar verso Bahar Dar,
distante 160 Km.; il 20 seguiva S.E. Storace con l’82° Battaglione CC.NN. e
l’11° Battaglione Eritrei: alle ore 14 del 24 la Colonna raggiungeva
l’obbiettivo.
Il 26 iniziava l’avanzata su Debra Tabor con la seguente formazione:
82° Battaglione CC.NN, 11° Battaglione Eritrei, 1^ Sezione dell’8° Gruppo
Auto-trainato da 77/28 e la 5^ Batteria Eritrea.
Alle ore 17 del 28 aprile il Tricolore sventolava su Debra Tabor (140 Km. In 25
ore di marcia effettiva).
Il 2 maggio S.E. Starace raggiungeva il guado del Nilo Azzurro, toccando per la
prima volta la sponda sud del Lago Tana: la mattina del 20 maggio partiva in
volo da Bahar Dar con due apparecchi R.O.1 della 41^ Squadriglia, sorvolava la
Colonna in marcia verso Debra Marcos ed atterrava in questa località alle ore
9, mentre i reparti vi giungevano solo alle 12. In 65 giorni la Colonna Celere
A.O. aveva così percorso oltre 1300 Km., conquistando cinque tra i più
importanti centri della regione e controllando circa 100000 Kmq. di territorio.
Il 20 maggio la Colonna Celere A.O., avendo completamente e brillantemente
assolto il proprio compito, veniva disciolta.
ORGANIGRAMMA DELLA COLONNA
- Comando
-
82° Legione Camicie Nere “Mussolini” - Forlì
-
3°Reggimento Bersaglieri (20°, 25° e 28° Battaglione)
-
8°Gruppo Artiglieria 77/28
-
Nucleo Sussistenza
-
Reparto speciale Genio
-
Sezione di Sanità
-
Ospedale da campo
-
Autoreparto
-
Servizi Speciali
CADUTI E
FERITI
Caduti
nazionali : 10
1°Capitano Fanteria Giuseppe della Rovere;
Tenente Aeronautica Giuseppe de Robertis, caduti in ricognizione nel cielo di
Injabara - Goggiam;
Capomanipolo Cantoni Pio;
Caporale De Mucci Vittorio;
Soldato Fracasso Validio;
Soldato Colasanti Paolo;
Soldato Benedetti Luigi;
Bersagliere Colzani Ettore;
Feriti nazionali :7
Sergente Grane Gaspare;
Cap.Maggiore Cerutti Mario;
Cap.Maggiore Placidi Renzo;
Caporale Rigon Aldo;
Soldato Lodi Alessandro;
Soldato Quinti Nino;
Soldato Zuccaio Ruggero;
Caduti indigeni : 1
Acari Ghermelac Habetezghi;
Feriti indigeni : 2
Ascari Techesiè Uoldesillassie;
Ascari Gherezghier Hogbazghe.
FOGLIO D’ORDINI DEL P.N.F. DEL 10 AGOSTO XIV
N°162
Il Duce ha ricevuto il Segretario del Partito, che gli ha riferito su alcune
questioni concernenti la sua azione nell’A.O.I. e gli ha consegnato l Fiamma e
il Gagliardetto della “Colonna Celere A.O.” che ha conquistato Gondar e il
Goggiam.
Il Duce ha disposto che le insegne siano custodite nel Palazzo del Littorio,
accanto al Gagliardetto del Direttorio Nazionale, col quale figureranno in
occasione delle solennità nazionali.
FOTO
LE FOTOGRAFIE DELLA COLONNA CELERE
DISTINTIVO
Con il R.d.L.del 10 giugno 1937-XV n° 1211, viene istituito uno speciale
distintivo commemorativo per
ricordare i partecipanti all’impresa.