LA RIUNIONE DEL 23 MARZO E LA NASCITA DEI FASCI DI COMBATTIMENTO

Il 2 marzo 1919 il Popolo d'Italia, il giornale fondato da Mussolini e portavoce dei programmi fascisti, pubblicò un invito ai "corrispondenti, collaboratori e seguaci del Popolo d'Italia, combattenti, ex combattenti, cittadini e rappresentanti dei Fasci della nuova Italia e del resto della Nazione ad intervenire all'adunanza privata" che doveva tenersi a Milano, la sera del 23 marzo.
Un altro comunicato apparso sullo stesso giornale, il 6 marzo, specificava gli scopi dell'invito.
"Da quell'adunata - era detto - usciranno i Fasci Italiani di Combattimento, il cui programma è racchiuso nella parola".
E ancora si leggeva :
"Il 23 marzo sarà creato l'antipartito, sorgeranno cioè i Fasci di Combattimento che faranno fronte contro due pericoli : quello misoneista di destra e quello distruttivo di sinistra".
In un'adunanza preparatoria, tenuta il 21 marzo, Mussolini espose la necessità di riunire tutti coloro che si vantavano di essere interventisti, e pronosticava che se rivoluzione avesse dovuto esserci, questa sarebbe stata "romana e latina, senza influenze moscovite"; nella stessa occasione, il 21 marzo venne fondato il primo Fascio italiano, quello di Milano, che successivamente verrà indicato come  "Fascio primogenito".
Le adesioni agli inviti del Popolo d'Italia pervennero, da ogni parte d'Italia, calde ed entusiastiche, in Piazza San Sepolcro, nella sede dell'Alleanza Industriale e Commerciale ebbe luogo l'adunata.
I discorsi brevi, come si conviene ad uomini d'azione, si svolsero intorno alle dichiarazioni, già formulate nella riunione preparatoria del 21 marzo.
La prima di queste dichiarazioni era un omaggio riverente ai Caduti :
"L'adunata del 23 marzo rivolge il suo primo saluto e il suo memore e reverente pensiero ai figli d'Italia che sono caduti per la grandezza della Patria e per la libertà del mondo, ai mutilati ed invalidi, a tutti i combattenti, agli ex-prigionieri che compirono il loro dovere, e si dichiara pronta a sostenere energicamente le rivendicazioni di ordine materiale e morale che saranno propugnate dalle associazioni dei combattenti".
La seconda riaffermava energicamente i diritti d'Italia contro ogni menomazione e rinuncia.
"L'adunata del 23 marzo dichiara di opporsi all'imperialismo degli altri popoli a danno dell'Italia e all'eventuale imperialismo italiano a danno di altri popoli e accetta il postulato supremo della Società delle Nazioni, che presuppone l'integrazione di ognuna di esse, integrazione che per quanto riguarda l'Italia deve realizzarsi sulle Alpi e nell'Adriatico con la rivendicazione di Fiume e della Dalmazia."
La terza dichiarazione esigeva un impegno solenne da parte di tutti i Fascisti per salvaguardare le ragioni della vittoria e dell'Italia contro ogni manovra disfattista.
"L'adunata del 23 marzo impegna i Fascisti a sabotare con tutti i mezzi le candidature dei neutralisti di tutti i partiti".
Mussolini fece un breve commento a ciascuna delle tre dichiarazioni :
"Noi non vogliamo separare i morti, nè frugare nelle loro tasche, per vedere quale tessera portassero : lasciamo questa immonda bisogna ai socialisti ufficiali. Noi comprenderemo in un unico pensiero di amore tutti i morti. Ma voi mi permetterete di ricordare con predilezione, se non con privilegio, i nostri morti, coloro che sono stati con noi nel maggio glorioso : i Corridoni, i Reguzzoni, i Vidali, i Deffenu, il nostro Serrano, questa gioventù meravigliosa, che è andata al fronte e là è rimasta".
E proclamò : "La Patria oggi è più grande, non solo perchè giunse al Brennero...ma perchè noi ci sentiamo più grandi.
"Tutte le nazioni del mondo...hanno un impero coloniale al quale tengono e che non sono affatto disposte a mollare in base a tutte le ideologie che possono venire da oltre oceano..
l'imperialismo è il fondamento della vita per ogni popolo che tende ad espandersi economicamente e spiritualmente...Noi vogliamo il nostro posto nel mondo, poichè ne abbiamo il diritto...
"Io non sono un amante delle battaglie schedaiole... In ogni modo è evidente che entro quest'anno ci saranno le elezioni... Ora, si voglia o non si voglia, in queste elezioni si farà il processo alla guerra... Noi accetteremo la battaglia precisamente sul fatto guerra, poichè non solo non siamo pentiti di quello che abbiamo fatto, ma... diciamo che se in Italia si ripetesse una condizione di cose simile a quella del 1915, noi ritorneremo a invocare la guerra come nel 1915".
E disse ancora : "Noi non abbiamo bisogno di metterci programmaticamente sul terreno della rivoluzione, perchè in senso storico ci siamo dal 1915... Ma il bolscevismo è un fenomeno tipicamente russo. Le nostre civiltà occidentali, a cominciare da quella tedesca
, sono refrattarie... Noi vogliamo essere una minoranza attiva, vogliamo scindere il Partito Socialista ufficiale dal proletariato : ma se la borghesia crede di trovare in noi dei parafulmini, s'inganna...Bisogna...accettare i postulati delle classi lavoratrici.
Se la dottrina sindacalista ritiene che dalle masse si possano trarre gli uomini direttivi necessari e capaci di assumere la direzione del lavoro, noi non potremo metterci di traverso, specie se questo movimento tenga conto di due realtà, la realtà della produzione e quella della Nazione... Ci sono industriali che non si rinnovano dal punto tecnico e dal punto di vista morale. Se essi non troveranno la virtù di trasformarsi, saranno travolti...
"L'attuale rappresentanza politica non ci può bastare; vogliamo una rappresentanza diretta dei singoli interessi, perchè io, come cittadino, posso votare secondo le mie idee, come professionista devo votare secondo le mie qualità professionali. Si potrebbe dire contro questo programma che si ritorna verso le Corporazioni, non importa.
Si tratta di costituire dei Consigli di categorie che integrino la rappresentanza sinceramente politica."
Era, in nuce, tutto il fascismo.
"Noi dobbiamo andare incontro al lavoro che ritorna dalle trincee" aveva detto Mussolini al tempo dell'armistizio. Ora, nell'adunata del 23 marzo, si afferma coraggiosamente :
"Noi abbiamo sentito tutti, durante la guerra, la insufficienza della gente che ci governa e sappiamo che si è vinto per le sole virtù del popolo italiano, non già per la intelligenza e la capacità dei dirigenti".
"Io ho l'impressione che il regime attuale in Italia abbia aperto la successione. Se il regime sarà superato, saremo noi che dovremo occupare il suo posto. Perciò costituiamo i Fasci, questi organi di creazione e agitazione capaci di scendere in piazza a gridare : - Siamo noi che abbiamo diritto alla successione perchè fummo noi che spingemmo il Paese alla guerra e lo conducemmo alla vittoria - ."
La lotta contro il bolscevismo era un mezzo, non era un fine. Mirava molto più lontano.
Così ebbe inizio la Rivoluzione Fascista contro la classe dirigente e contro il vecchio regime.

da "Storia del Fascismo" - Roberto Farinacci
Cremona Nuova - 1940-XVIII