I MONUMENTI E I
PALAZZI
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Porta Foggia |
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Palazzo Vescovile |
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All'inizio
del XVIII sec. ( 1717) Mons. Domenico de' Liguori intraprese la
fabbrica del nuovo episcopio, riducendo i vecchi locali del
Casaleno in Seminario. Sospeso, fu. ripreso da Mons.
Giuseppe Maria Fusco e completato nel 1759, su disegno dell'architetto romano Mario
Brunelli (seguace del Solimena), con un grandioso cortile a
forma di ferro di cavallo, decorato
secondo lo stile barocco con ricchi ornamenti e un magnifico portale, munito di fregi e di stemma
pastorale. Altri
ritocchi e interventi migliorativi furono apportati nel 1793 dal
vescovo Giovanni Arcamone.
Nel
1818 il vescovo Alfonso Maria de' Marchesi Preda migliorò
ancora l'atrio con relative gradinate e completò le decorazioni
che tuttora rendono la sede pastorale ammirevole e imponente. Lo
stesso volle riaprire il Seminario, ampliandolo Sorse
cosi, a ridosso del settecentesco Palazzo Vescovile, l'attuale
maestoso Seminario, che ha aspetto monumentale e che fu poi
accresciuto con l'elevazione del secondo piano. Decorazioni, stemmi
e iscrizioni celebrative dei vescovi Fusco e
Freda si trovano nel grazioso atrio, ove sono da notare le due
scale laterali e il balcone centrale, Stemma e iscrizione del
vescovo Petrus de Petris erano anche nel giardinetto adiacente al
Circolo Unione che, da oltre un secolo, occupa alcuni locali a
piano terra di questo considerevole immobile, nel quale, insieme
ai vari cimeli d'arte sacra, sono custoditi una ricca biblioteca e
un prezioso Archivio Vescovile.
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Santa Caterina |
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Tra
le più antiche costruzioni di Lucera va annoverato anche il
Convento di S. Caterina, detto Monastero delle Dame, perchè le
monache benedettine ("le sacre donzelle"), che vestivano
il saio biancolatte dell'Ordine Celestino, discendevano
quasi tutte da nobili e illustri famiglie lucerine: Quaranta,
Candida, Prignano, De Nicastri, Scassa, Mozzagrugno, ecc.
L'istituzione monacale, che risaliva all'epoca angioina (1300) ed
aveva avuto l'annessa Chiesa di S. Caterina elevata a parrocchia
dal re Roberto d'Angiò (1336), in origine allocò in un immobile
molto modesto, congiunto alla chiesa, ma sufficientemente grande
(con cortile e pozzi), dal momento che ne11447, e fino al 1468,
ospitò anche il Tribunale della Dogana della mena delle pecore,
istituito dagli Aragonesi, e nel 1477 accolse le consorelle della
soppressa diocesi di Ferentino. Ridotto a clausura ad opera del
vescovo Andrea Matteo Palmieri (29.6.1525), il convento fu
notevolmente ampliato nel corso del 700 (ma più che di
ampliamento dovette trattarsi di nuova sede), con la demolizione
delle case esistenti tra il Largo S. Caterina, il Vico
Maddalena e il Vico S. Caterina, e l'erezione del nuovo vasto
complesso, in cui le dame benedettine restarono fino alla
soppressione degli ordini religiosi. Dal 1863 quindi il convento
cominciò a restare quasi vuoto. Ne11908, con il trasferimento
delle poche monache ancora presenti, l'immobile passò
definitivamente allo Stato. Qualche anno dopo (1910) si iniziarono
i lavori di separazione e adattamento dei locali, da parte
dell'impresa edile di Vincenzo Conte, per insediarvi le scuole
elementari (1912). Durante il secondo conflitto mondiale (1942)
parte dell'immobile funzionò come ricovero degli sfollati. Tranne
l'ala adibita a scuola, tutto il resto soffre oggi l'abbandono e
la decadenza, che risultano ancora più desolanti se si considera
la trascorsa fiorente attività del monastero (fu sede anche di un
educandato per le fanciulle) e l'opulenza del suo fondo dotale,
cui attingevano per prestiti e mutui sia i privati che le
pubbliche istituzioni.
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Palazzo Mozzagrugno |
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Il
più superbo prospetto di tutta Lucera, è senz'altro quello del
Palazzo Mozzagrugno,"dignitosissimo esempio di arte
neoclassica", "bello nella sua robusta e insieme agile
semplicità, la cui facciata però, col forte bugnato a
pianterreno e un ordine dorico di mezze colonne addoppiate al
piano superiore, fu
radicalmente rifatta dall'architetto Filippo Gifuni nel 1832".
L'immobile, fornito di ampio, luminoso atrio e, un tempo, di bel
giardino (impiantato nel 1912 ad opera del geometra E. Evangelista),con
ringhiera e amena vista panoramica mezzogiorno, fu dato in
dote a D. Maria Giuseppa Mozzagrugno, moglie di D. Antonio Scoppa,
il quale lo cedette al Comune (1826) perchè divenisse Palazzo di Città. Patrizio
era anche il casato dei Mozzagrugno che "brillò di nobiltà
e religiosità". La
singolare costruzione, della quale però non conosciamo la
data di erezione, ospita il prestigioso Teatro Garibaldi e la
ricchissima Biblioteca Comunale "R. Bonghi".
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Palazzo Lombardi |
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Fu
eretto sul posto dove, secondo gli storici locali, in epoca sveva,
risiedeva il corpo dei militi saraceni che erano di guardia alla
Porta Foggia. Le preesistenti modestissime costruzioni di origine
normanna scomparvero allorchè la famiglia Lombardi, intorno alla
metà de1 600, venne a risiedere nella nostra città e costrui qui
il suo palazzo, che fu detto del Barone Ferrante Lombardi. Sul
fastoso portale di stile rinascimentale e barocco (uno dei più
attraenti e più ricchi di motivi ornamentali), che porta inciso
l'anno 1702, si ammira ancora lo stemma in pietra dei Lombardi,
che si trova anche sull'altro palazzo Lombardi (in Piazza Duomo) e
nella chiesa del Carmine. Circa
due secoli dopo il portone cominciò ad essere indicato come u
pertone u Cavalire, perchè abitato dal Cav. Daniele Damiani,
benemerito concittadino e ottimo impresario teatrale. Sotto
la volta vi era affrescato altro stemma dei Lombardi, sormontato da un angelo con lunga tuba e un drappo con le parole
GENUS ET PRONO. Nei
numerosi terranei dell'ampia corte erano tutti i servizi
indispensabili a una grande casa padronale: cantina, pozzo,
stalla, ecc.
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