Ho
intervistato due amici di mio padre: Salvatore e Giuliana. Queste persone mi
hanno parlato della Seconda guerra mondiale. E’ Salvatore che parla:
“In quel periodo vivevo a Roma perché, a causa dei bombardamenti,
eravamo stati costretti a sfollare.
La situazione di Lanuvio e della periferia era molto grave, non si poteva
camminare perché c’erano le macerie che arrivavano fino a tre metri di
altezza.
Gli
abitanti vivevano in povertà perché tutto era stato distrutto dai
bombardamenti e si aveva paura di uscire dai rifugi per cercare del cibo.
La maggior parte delle persone era contadina, anche se c’era chi aveva
dei locali e svolgeva in proprio il lavoro.
I bambini giocavano a nascondino, a tingolo tangolo, a mazza e pirolo e a
campana.
La maggior parte frequentava la scuola fino alla terza elementare e solo
i più ricchi potevano seguitare alle scuole superiori e all’università.
Ricordo con grande paura un episodio in particolare; un giorno,
all’improvviso, arrivarono i Tedeschi che occuparono tutta la piazza con
camion, jeep e carri armati.
Entrarono nel nostro bar e chiesero vino a volontà fino ad ubriacarsi e
distruggermi il locale. Quando il
vino finì presero mio padre e lo portarono sotto la grotta per accertarsi se il
vino era finito realmente. Il vino non era finito ma stava dentro un cunicolo
ben nascosto e i Tedeschi erano troppo ubriachi per vederlo.
Se ne andarono, così, litigando tra loro e senza pagare”.
(Testimonianza raccolta da Fabio)