Ho intervistato mio nonno paterno di nome  Romeo, che è nato il 27 aprile 1931.

        Mi ha parlato della Seconda guerra mondiale. Il suo racconto è iniziato così:

“ In quel periodo vivevo a Segni, una cittadina montana della provincia di Roma, abitavo nel centro storico, dove le abitazioni erano di piccole dimensioni. Le strade erano molto strette con pendenze molto accentuate, alcune delle quali erano fatte di gradoni. La periferia era un’area recintata da mura ciclopiche chiamate “Mura saracene”.

        La campagna era scoscesa e il paesaggio era caratterizzato da un bosco di castagni molto bello.

        Gli abitanti erano molto cordiali, la comunità era povera. I redditi delle famiglie derivavano dal raccolto di castagne, gli altri lavori consistevano in: piccoli allevamenti di bestiame domestico (galline, conigli, ecc.); molte persone lavoravano nella fabbrica di armi a Colleferro o nella trasformazione della pietra calcarea in cemento.

        I bambini giocavano a pallone con palle di pezza, a battimuro, a nascondino, a “piccolo”, a mazza e pirolo.

        Andai a scuola fino all’età di undici anni (fino alla quinta elementare).

        Un avvenimento che ricordo particolarmente è stato quando ci fu il bombardamento da parte delle truppe alleate, destinato a colpire la fabbrica di Colleferro e la linea ferroviaria Roma-Cassino. Invece, sfortunatamente, centrò la città di Segni e colpì la nostra abitazione, nella quale, per fortuna, non c’era nessuno.

        Mio padre stava male, ma quella mattina uscì per fare una passeggiata. Mia madre, che era a Lanuvio, era preoccupata, così ci precipitammo a Segni. Della casa era rimasto un armadio della camera da letto; erano morti due vecchietti che stavano facendo colazione davanti al caminetto.

        Un altro fatto che mi è rimasto impresso è stato quando la mattina del 21 gennaio 1944, dallo zio Alfonso, apprendemmo dell’avvenuto sbarco ad Anzio, ”La guerra è finita” disse, “tra una settimana gli Americani sono a Roma”. Furono le ultime parole famose. Gli Americani impiegarono circa un anno per liberare Roma dall’occupazione nazista e per dichiarare, almeno nell’Italia centrale, la fine della guerra.

(Testimonianza raccolta da Flavia)