Sono andato a trovare
la mamma di un’amica di mia madre, nata a Foggia nel 1920.
Mi ha raccontato la situazione difficile che ha vissuto durante la
Seconda guerra mondiale.
“A quei tempi le case erano molto piccole, senza servizi igienici, con
un’unica grande stanza dove vi abitavano anche una decina di persone.
La vita era molto difficile, gli uomini, le donne e anche i bambini
andavano a lavorare nei campi, quindi la maggior parte della gente era
analfabeta.
Quando si andava nei campi ci si rimaneva anche per settimane, senza
tornare a casa; per mangiare ci si portava solo un po’ di pane.
Quando si stava a casa si preparava la pasta con acqua, sale e farina; la
carne si mangiava solo raramente, soprattutto durante le feste.
Ci si vestiva sempre allo stesso modo e ci si cambiava solo la domenica,
per andare a messa.
Quando i Tedeschi arrivarono in Italia, passarono in ogni paese, entrando
in tutte le case. Prendevano il cibo e i vestiti, lasciando le famiglie, già
povere, senza niente per vivere.
Quando cominciò la guerra moltissime persone vennero chiamate a
combattere e rimasero lì per anni, senza vedere la propria famiglia. Purtroppo
molti familiari non tornarono più a casa.
In quel periodo i fratelli maggiori dovevano crescere i più piccoli,
come se fossero i loro genitori.
Ricordo
con molto dolore quegli anni della mia vita”.
(Testimonianza
raccolta da Jacopo)