L’uomo che ho intervistato è una tra le persone più anziane di Lanuvio. Si chiama Romolo ed ha l’incredibile età di 97 anni. E’ nato a Lanuvio nel 1904.

        Il signor Romolo mi ha raccontato il periodo di tempo in cui ha vissuto l’orribile esperienza della Seconda guerra mondiale.

“Quando cadde il governo fascista l’Italia era vista come nemica agli occhi dei Tedeschi, pertanto fu invasa subendo la stessa sorte di altre nazioni europee.

Qui la storia di Lanuvio divenne tragica perché i Tedeschi iniziarono a bombardare il paese con aerei da guerra. La torre, situata nella piazza centrale, fu occupata da soldati tedeschi, i quali, per mezzo di un ponte radio installato nella torre, trasmettevano l’esatta posizione geografica in cui si trovavano. In questo modo Lanuvio subiva numerosi bombardamenti aerei. Questi eventi bellici distrussero molte abitazioni tra cui anche la mia casa; questo costrinse me e la mia famiglia a stabilirci in una grotta.

A causa dell’ininterrotto bombardamento a cui era sottoposta la popolazione, gran parte delle famiglie furono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni.

A Lanuvio persero la vita molte famiglie rimaste intrappolate nei rifugi sotterranei, dove caddero le bombe sganciate dagli aerei. Per questo motivo noi ed altre persone decidemmo di partire in direzione di Roma per trovare riparo, perché i Tedeschi non l’avevano bombardata.

Fuggimmo a piedi, senza denaro né cibo. Gli uomini caricavano sulle loro spalle i figli piccoli che non erano in grado camminare per chilometri e chilometri. Per raggiungere Roma impiegammo molto tempo e spesso eravamo costretti a buttarci a terra, all’improvviso, per evitare gli attacchi massicci di mitragliatrici aeree che sparavano sulla folla di persone dirette verso Roma. Molte persone caddero sotto il fuoco delle mitragliatrici. Noi fortunati che arrivammo a Roma, trovammo rifugio presso dei parenti.

In questo periodo erano tutti molto poveri, non c’era denaro perché non c’era lavoro.

Il pane si cuoceva in casa, i contadini che avevano la farina erano i più fortunati, perché avevano il pane tutti i giorni.

Tutte le altre persone avevano una tessera personale rilasciata dal Comune, con la quale avevano diritto a mangiare una minestra e un panino, ogni giorno.

La moneta di scambio di quel periodo si chiamava baiocco.

I bambini, nei momenti di tregua, amavano giocare con la corda, a nascondino, con palline e con soldatini di metallo.

Con i mattoni sparsi ovunque, resti delle case distrutte dalla guerra, venivano trasformati in carri armati che i bambini si divertivano a far camminare.

Le scuole furono interrotte quando scoppiò la guerra.Di solito si andava a scuola fino all’età di dieci anni, perché poi i bambini dovevano aiutare i genitori nel lavoro contadino.

Ricordo che, nel periodo in cui ero profugo a Roma, le truppe dell’esercito tedesco bombardarono il quartiere San Lorenzo a Roma. Pensai che ormai la guerra era arrivata anche a Roma e avevo paura di poter morire sotto i bombardamenti.

Un altro ricordo molto forte è quello quando, finita la guerra, la capitale fu attraversata dai carri armati dell’esercito americano. I soldati lanciavano sulla folla scatolette di carne e tavolette di cioccolata.

Tutta la gente gli correva dietro urlando :<< E’ finita la guerra!>>”.

(Testimonianza raccolta da Laura)