Ho chiesto a mio nonno di raccontarmi qualcosa sulla
Seconda guerra mondiale e con la mente rivolta al passato ha iniziato a
parlare…
“Vivevo a Lanuvio che, in quel periodo, era un piccolo
paese limitato al centro storico e qualche casetta sperduta nella campagna. Gli
abitanti vivevano dei prodotti della terra, l’agricoltura era la sola attività
praticata che consentiva un modesto tenore di vita.
Ho frequentato la scuola fino a 11 anni e, durante il
tempo libero, giocavo con i miei coetanei a mazza e pirolo, a ladri e sbirri, a
nascondino, con la corda.
I figli collaboravano con i genitori nei lavori
agricoli senza essere dispensati dalle fatiche fisiche troppo pesanti.
Ricordo lo sbarco di Anzio avvenuto il 22 gennaio e il
bombardamento di Campoleone, le cannonate arrivarono fino al centro storico di
Lanuvio e ci furono molti morti, compresa mia zia.
Fummo costretti a ritirarci sotto le grotte fino al
mese di maggio e, durante questo periodo, fu bombardato anche Lanuvio, con la
conseguente morte di molti Lanuvini.
Ricordo poi lo sfollamento per il quale ci furono
concesse due ore di tempo, dalle ore 11:00 alle ore 13:00.
Mio padre era stato preso dai Tedeschi, mio fratello più
grande era fuggito con mio zio, io, mia madre, mio fratello e due miei zii, ci
mettemmo in viaggio verso il campo di concentramento della Breda, accompagnati
da Tedeschi delle SS.
Dopo due giorni al campo di concentramento riuscimmo,
in modo fortunoso, a fuggire.
Restammo a Roma, da parenti, finché non arrivarono le
truppe alleate”.
(Testimonianza
raccolta da Noemi)