Ho la fortuna di intervistare la mia bisnonna, di nome Altavilla, nata il 17 settembre 1919 a Velletri. Non ricorda, (perché troppo piccola in quegli anni) la Prima guerra mondiale, ma non potrà mai dimenticare la Seconda. Inizia così a raccontare:

        “ In quel periodo, insieme ad altre tre famiglie, ci trasferimmo a Rocca Priora. Vivevamo in una cantina di un conoscente. Eravamo stati costretti a lasciare Velletri, perché vivevamo vicino la ferrovia, una zona ad alto rischio di bombardamenti.

        Molte case, a causa di questi, erano state distrutte e, tra le macerie, c’erano corpi di uomini morti.

        Anche la nostra casa era stata distrutta da una bomba.

        In quel periodo si viveva molto male perché c’era tanta povertà, mio marito lavorava tutto il giorno, in campagna, per sole 5 lire.

        I bambini delle famiglie più ricche andavano a scuola fino alle superiori o all’università; per gli altri, era già tanto arrivare alla quinta elementare.

        Molti ragazzi che non andavano a scuola, aiutavano i genitori in campagna, i più piccoli giocavano con bambole di stoffa o a mazza e pirolo.

        C’è un giorno che non dimenticherò mai, quello in cui, costretti a sfollare verso Rocca Priora, sulla Via dei Laghi, incontrammo una pattuglia tedesca che tentò di togliermi mia figlia, perché era bionda e con gli occhi azzurri e, quindi, secondo loro era Tedesca.

        Alla fine, dopo tanta paura, si rassegnarono e se ne andarono.” 

(Testimonianza raccolta da Paolo)